La Gaiola, l’isola maledetta d’Italia

Di fronte a Posilippo, all'interno del bellissimo Parco Sommerso di Gaiola, c'è un'isola dal passato pauroso legato a leggende e magia

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Redazione

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Napoli è una città ricca di segreti, storie di tesori e magia, ma anche di leggende e luoghi maledetti. Tra questi di certo si trova l’isola La Gaiola, un posto spaventoso e affascinante allo stesso tempo che negli anni si è costruita una lunga fama come luogo esoterico e da paura.

Si trova al centro del Parco Sommerso di Gaiola, un’area protetta posizionata proprio di fronte a quello splendore di Posillipo e l’isola, posta a pochissima distanza dal bagnasciuga, è considerata come una delle minori del Golfo di Napoli.

Il suo nome, Gaiola, sembra abbia origine dalla parola “Caviola” intesa come l’insieme delle cavità che caratterizzano Posillipo anche se, nell’antichità, l’isola veniva chiamata Euplea, in onore della dea Venere Euplea, protettrice dei naviganti. Qui, infatti, un tempo sorgeva anche un tempio a lei dedicato e di cui oggi rimangono solo ritrovamenti risalenti all’epoca romana.

L’alone di magia che avvolge l’isola e la rende misteriosa (e quasi inaccessibile alla gente) non è finito qui. A collegare l’isola, infatti, divisa perfettamente in altre due isolotti non molto lontani tra di loro e dalle dimensioni simili, c’è un ponte strettissimo e alto, quasi spettrale. Uno di questi atolli è completamente disabitato mentre l’altro sembra abbia ospitato il poeta Virgilio, a cui sono stati attribuiti poteri magici, un eremita noto come “Lo Stregone” o “Il Mago” e lo scrittore Norman Douglas, autore del grande classico della letteratura di viaggio “Siren Land”.

Non solo loro. L’isola ha avuto anche altri diversi inquilini che però non hanno avuto una vita semplice. Si narra, infatti, che il proprietario di un’antica villa, intorno al 1920, fu trovato assassinato mentre la moglie morì annegata poco tempo dopo. Una coincidenza? Difficile dirlo anche perché ad alimentare storie e leggende fu la fine del proprietario successivo che morì d’infarto proprio all’interno dell’abitazione.

Da allora pochi hanno avuto il coraggio di vivere qui e chi l’ha fatta è andato incontro a situazioni davvero poco piacevoli, tra fallimenti e rapimenti. Una serie di tragiche coincidenze che hanno portato questo luogo a rimanere solo, disabitato, ma non dimenticato, soprattutto dagli abitanti del luogo e dai viaggiatori che amano i posti paurosi.