Il bel borgo italiano diventato la “Città della Fotografia”

Il borgo toscano in provincia di Arezzo ha trasformato il centro storico nella prima Galleria Permanente a cielo aperto in Europa

Foto di Emma Santo

Emma Santo

Giornalista e Web Content Editor

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Bibbiena non è un borgo come un altro, ma è diventato a tutti gli effetti ‘Città della Fotografia’. Questo grazioso paese toscano, principale centro del Casentino ricco di testimonianze medievali e dell’epoca moderna, vanta infatti il primo esempio in Europa di esposizione permanente di fotografia a cielo aperto e la più grande installazione diffusa di opere fotografiche in grande formato, collocate permanentemente sulle facciate dei palazzi e lungo le mura dell’antico e bellissimo centro storico.

È nel cuore della Toscana la prima Galleria a cielo aperto

L’iniziativa, nata nel 2016 durante un incontro organizzato dalla Fiaf presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore (Cifa), permette ai visitatori di compiere, camminando per le vie del borgo in provincia di Arezzo un viaggio nella storia, nei ricordi e negli episodi del passato, godendo della prima Galleria Permanente a cielo aperto arrivata a comprendere quest’anno ben 48 opere di alcuni tra i più grandi fotografi italiani del nostro tempo.

Accanto a ogni installazione è stato posto un totem che illustra il lavoro e il suo autore o autrice ed è stata realizzata un’audioguida per accompagnare nella visita, trasformando l’intero centro storico di Bibbiena in una vera attrazione turistica, un luogo dove la fotografia si respira in tutti i vicoli.

Seguendo il percorso, si possono ammirare le bellezze del borgo di Bibbiena e al contempo scoprire le splendide installazioni donate dai fotografi del calibro di Lisetta Carmi, Uliano Lucas, Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti, Ferdinando Scianna, Franco Fontana, Guido Harari, Letizia Battaglia e Gabriele Basilico – solo per citarne alcuni.

Cosa vedere a Bibbiena e dintorni

Bibbiena nasce nel cuore della Toscana come roccaforte medievale sulla sommità di un colle dall’alto del quale si vede svettare la Torre Tarlati. Il centro storico di questo grazioso borgo toscano, ottimo punto di partenza per chi desideri visitare le foreste Casentinesi, evoca in ogni angolo il suo illustre passato. Si può sentirlo respirare nelle sue piccole strade silenziose, dove si ha la sensazione di ripercorrere la vita di un tempo, scandita dal lavoro di artigiani e artisti.

Camminando, ci si ritrova in un mosaico di eleganti palazzi signorili, come il cinquecentesco Palazzo Dovizi, fatto costruire dal Cardinale Bernardo Dovizi detto il Bibbiena, segretario del Cardinale Giovanni de’ Medici (futuro papa Leone X) e autore de “La Calandria”, reputata la prima commedia italiana in prosa.

Durante l’esplorazione del borgo non può mancare una visita alla quattrocentesca Chiesa di San Lorenzo, che conserva varie opere d’arte, le più importanti delle quali sono le due terrecotte di Andrea della Robbia. Di notevole interesse sono anche l’Oratorio di San Francesco, gioiello del rococò toscano, e la Propositura dei Santi Ippolito e Donato – che i cittadini chiamano ‘La Pieve’ – edificata all’inizio del XII secolo nella parte più alta dell’antica cittadina, al cui interno si può ammirare anche una rarissima tavola di Cola di Camerino.

Un’altra attrazione imperdibile la si trova a circa un chilometro dal centro storico di Bibbiena, ed è il Santuario di Santa Maria del Sasso. Si tratta di uno splendido complesso architettonico di grande valore storico, artistico e religioso, unico esemplare rinascimentale del Casentino, dichiarato nel 1899 monumento nazionale. La prima pietra dell’antica chiesetta fu posata nel 1347, in seguito all’apparizione della Vergine a una bambina di Bibbiena. L’edificio assunse però l’architettura odierna dal 1486, su progetto di Giuliano da Maiano, grazie anche all’interessamento di Lorenzo il Magnifico. Al suo interno sono conservate opere notevoli, e notevole è anche il chiostro, al centro del Santuario, unico esemplare di chiostro cinquecentesco in Casentino.