Sulle colline del Nizza piemontese tra borghi e vigneti

Vigneti a perdita d’occhio e poi borghi, castelli, antiche dimore e cantine

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Vigneti a perdita d’occhio. E poi borghi, castelli, antiche dimore, cantine. Un territorio, nel cuore del Piemonte, con un unico comune denominatore: il Nizza DOCG. Si tratta di un vino prodotto con uve 100% Barbera provenienti dalle vigne che qui trovano condizioni climatiche particolarmente favorevoli e situate nei territori di 18 Comuni intorno a Nizza Monferrato. L’Associazione che ne valorizza e promuove l’eccellenza è nata nel 2002 e conta 67 soci. Nel 2019 la produzione di questo vino è crescita del 44% e se ne sentirà parlare sempre più.

Nel 2018 è stata creata la mappa del territorio del Nizza che segnala i vigneti esistenti. Siamo in provincia di Asti, in un territorio prettamente agricolo. Ma non solo. Prendete per esempio Castel Rocchero, un piccolo borgo che conta all’incirca 400 abitanti. Se c’è un paese dove la coltura della vite ha segnato profondamente il territorio, questo è proprio Castel Rocchero. La strada che lo collega con Nizza Monferrato e Castel Boglione – altro piccolo borgo di 500 abitanti – è uno spettacolo ininterrotto di geometrie di filari che si estendono a perdita d’occhio e seguono i morbidi rilievi delle colline creando suggestivi giochi cromatici.

Come la maggior parte dei borghi astigiani, anche questo deve la sua origine a un presidio militare a guardia della via di comunicazione che da Acqui conduce in Valle Belbo. La strada era facilmente controllabile dal castello che sorgeva sul punto più alto della collina, interamente circondata da possenti mura di cui, ancora a metà ‘800, era possibile scorgere i resti. Tra gli edifici più belli del borgo c’è il Palazzo Comunale, originario del XII secolo ma ricostruito nel XX.

Castel Boglione si trova già nell’Alto Monferrato. Difficile capitarci per caso. Nascosto tra le colline, a pochi chilometri da Acqui Terme, anticamente era abitato dai Liguri e dai Celti e la sua importanza è testimoniata dal fatto che c’erano ben due castelli, quello di Castelvero e quello di Belmonte. Chi visita il borgo non potrà non restare sorpreso nel trovare una panchina gigante di colore rosso e blu. Si tratta di un’installazione artistica costruita su progetto del designer americano Chris Bangle. Se ne trovano diverse sparse tra le Langhe e il Monferrato.

A Nord del territorio si trova poi il borgo di Belveglio, un paesino che conta all’incirca 300 abitanti ma che ha una storia incredibile da raccontare. Qui sono passati tutti: da Federico Barbarossa alla famiglia Visconti (venne regalato come dono di nozze a Valentina, figlia di Gian Galeazzo Visconti, che cambio il nome al villaggio da Malamorte a Belvedere), da Carlo V a Napoleone Bonaparte fino ai Savoia. Ancora oggi il borgo è dominato dal castello che sovrasta una collina all’interno del quale è tutto un intersecarsi di gallerie e locali un tempo adibiti a prigioni, camminamenti e sale di tortura. Di origine medievale, la sua storia non è solo collegata a una serie di truci eventi ma anche alla leggenda di un ricco tesoro nascosto nei sotterranei dal Duca Farnese. Oggi è sede dell’Ente concerti diretto dall’artista Marlaena Kessick che ne è anche proprietaria.

I vigneti che circondano Agliano Terme conferiscono al paesaggio collinare un aspetto ordinato e bellissimo. Accanto ai tesori paesaggistici che si possono scoprire a piedi, a cavallo o in bicicletta, la vocazione turistica di Agliano è dovuta soprattutto all’efficacia delle sue acque termali che sgorgano nella Vallata delle Fonti, scoperte nel 1770, anche se questa zona era abitata fin dai tempi dei Romani e, si sa, loro avevano un’intuizione particolare per i luoghi da cui sgorgavano acque benefiche. L’acqua di Agliano di tipo salso-solfo-magnesiaca, infatti, è tra le più ricche d’Italia. Chissà se è stato in una delle piscine termali che, nel XIII secolo, Federico II di Svevia vide per la prima volta Bianca Lancia di Agliano di cui l’Imperatore si innamorò perdutamente?

Tante sono le storie, le leggende e le curiosità che nasconde questo territorio del Piemonte messo troppo spesso in ombra da Langhe, Roero e Monferrato che, del resto, è nella lista dei Patrimoni dell’Unesco. Una terra da scoprire, a partire dall’ottimo vino e dalle cantine che fanno parte dell’Associazione dei produttori del Nizza e che organizzano visite e degustazioni tutto l’anno. In alcune tenute si può anche alloggiare e organizzare pranzi ed eventi.

Gli altri Comuni che fanno parte del territorio del Nizza sono, in ordine alfabetico, Bruno, Calamandrana, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Nizza Monferrato, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio. Ma questi sono altri viaggi.