Le panchine sul confine tra Italia e Slovenia per godersi il paesaggio

Sono un invito al visitatore a trovarle, ad ammirare il panorama e a scoprire la storia e il territorio di Gorizia

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Sono un invito al visitatore a trovarle, ad ammirare il panorama e a scoprire la storia e il territorio che si può ammirare, sconfinando in Slovenia, anche solo con lo sguardo. Le sette panchine arancioni posizionate in corrispondenza di altrettante cantine sulle colline di Gorizia, sulla linea di confine, raccontano un itinerario insolito, bellissimo, nei luoghi più suggestivi e nascosti di Oslavia, sul Collio friulano.

A installarle è stata l’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia (Apro), in occasione dell’appuntamento annuale RibolliAMO. Oslavia è in pratica un quartiere di Gorizia, a un paio di chilometri dal centro storico, dove il clima particolarmente favorevole e il terreno ottimale (che qui chiamano “ponca”) ha favorito la coltivazione dell’uva e lo sviluppo di uno splendido paesaggio disegnato dai vigneti.

Le “sedute” sono le tappe di un tour da percorrere a piedi. Un itinerario che si traduce anche nella visita guidata delle sette cantine dove si trovano le panchine arancioni (Dario Princic, La Castellada, Gravner, Primosic, Fiegl, Radikon e Il Carpino) e nella degustazione  famosa Ribolla di Oslavia. A maggio partiranno i tour organizzati da Ecoturismo FVG dedicati alla scoperta delle bellezze naturalistiche del colle goriziano e delle sue cantine.

Un modo per scoprire i punti turisticamente meno noti di Oslavia, camminando nelle campagne e fra le vigne. Ma anche per visitare la città di Gorizia, che, insieme a Nova Gorica, la parte che ora è slovena, sarà Capitale europea della cultura nel 2025. Questo evento permetterà di valorizzare i diversi aspetti di un luogo dall’identità complessa, che reca ancora oggi i segni della cultura italiana, di quella slava e anche di quella germanica. E il motivo è piuttosto semplice: Gorizia-Nova Gorica è stata fin dal XV secolo un centro di rilievo dell’Impero asburgico.

Proprio a Oslavia si trova uno dei luoghi simbolo dei conflitti che hanno portato alla divisione della città in due parti ciascuna assegnata a un Paese, il sacrario militare dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale. Si tratta di un edificio dalla forma cilindrica che svetta sulla cima di un colle e che custodisce le spoglie di 57.741 soldati.

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Fonte: Ufficio stampa
Una delle panchine arancioni di Oslavia