Cantava Chris Martin nel primo singolo di successo dei Coldplay, “And all the world is yellow”, “E tutto il mondo è giallo”: non stiamo parlando di passerelle di moda, ma di quello che succede ogni mese di gennaio a una foresta dell’Ecuador, nei pressi di Mangahurco, quasi al confine con il Perù.
Questo singolare fenomeno, fatto di alberi che quasi contemporaneamente, come in una danza sincronizzata, per alcuni giorni fanno ondeggiare le loro chiome gialle al vento, è causato dalla particolare combinazione del clima dell’Ecuador, secco e con piogge molto concentrate, con le caratteristiche specifiche degli alberi.
Si tratta di guayacán, termine generico con cui in Centroamerica e Sudamerica si chiamano gli alberi appartenenti alla famiglia delle Bignoniaceae; nello specifico, le bellissime chiome di campanelle giallo squillante appartengono agli alberi conosciuti come Tabebuia, caratterizzati da una fioritura molto breve, proprio in concomitanza della stagione delle piogge.
L’effetto scenografico di questo piccolo miracolo della natura è assicurato: immaginate le distese di terra rossa, segnata dalla secchezza del clima, che improvvisamente vengono oscurate da questo esteso fiorire giallo, che si estende tra i territori di Mangahurco, Cazaderos e Bolaspambas, per quasi 40.000 ettari.
Vista dall’alto, l’intera zona appare come la tela di un pittore che ha dato intense pennellate di giallo come a voler rallegrare l’occhio e scaldare il cuore. Il fenomeno, che per la gente del luogo fa parte del normale susseguirsi delle stagioni e non ha mai rappresentato nulla di particolarmente interessante, è diventato il protagonista di una campagna del Ministero del Turismo ecuadoriano, che puntando sulla bellezza fugace di questo spettacolo cerca di convogliare visitatori nell’area. La missione è perfettamente riuscita, perché ormai ogni anno centinaia di persone si ritrovano nella zona dei guayacán a gennaio, per ammirarne la fioritura che quando le piogge sono abbondanti è davvero sincronizzata e si verifica nell’arco di pochissimi giorni.
La popolazione locale, non proprio esperta in accoglienza turistica professionale, si è però attrezzata nei modi più creativi per ospitare questi viaggiatori curiosi di ammirare le bellezze dell’Ecuador: tra ristoranti casalinghi, spazio concesso nei propri giardini per le tende da campeggio e gestione condivisa di sistemazioni per il pernottamento, ogni anno la popolazione di Mangahurco e dintorni apre le porte delle sue case per permettere al mondo di vedere la breve ma intensa magia degli alberi gialli.