Un vulcano estinto, vicino a Roma, si sta svegliando

Il complesso vulcanico dei Colli Albani ha manifestato segnali di attività: sciami sismici, sfiati di vapore e innalzamento del terreno

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Redazione

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C’è un vulcano alle porte di Roma che si è pensato da sempre fosse estinto. Ma gli esperti in questi casi parlano di vulcano dormiente, perché prima o poi potrebbe dare segni di attività.

In pratica è proprio di questo che si sta parlando, di un vulcano che sta dando segni di vita, quando nessuno pensava potesse farlo.

Si parla dei Colli Albani, un gruppo di rilievi montuosi che si innalzano a Sud-Est di Roma, costituiti dalla caldera e dai coni interni di un vulcano addormentato.

Sono a tutti gli effetti un complesso vulcanico composto da colline a 30 chilometri dal centro di Roma. Non ci sono documenti storici che attestino eruzioni dei Colli Albani, quindi è stato a lungo pensato potesse essere estinto. Invece già da vent’anni nella zona dei laghi del Lazio, in particolare del lago di Albano e del lago di Nemi, nei pressi di Castel Gandolfo, si è registrato un innalzamento delle colline in maniera improvvisa.

Un team di ricercatori, guidati dal vulcanologo Fabrizio Marra dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, ha notato nelle osservazioni del terreno un insieme di sciami sismici e sfiati di vapore che dimostrano un’attività recente dei Colli Albani. Le analisi delle rocce del vulcano parlano di eruzioni passate attorno ai 36.000 anni fa.

Ora, dalla attività registrata dal vulcano dei Colli Albani non si deve generare nessun tipo di preoccupazione perché, se anche dovesse esserci dell’attività eruttiva, se ne parlerebbe almeno tra altri 1.000 anni. Gli eventi di questo tipo farebbero capo a una bolla di magma formatasi al di sotto della superficie, che spinge la terra dal basso verso l’alto, proprio quando si verifica l’incremento dell’altezza delle colline e delle zone vicine, la terra si solleva almeno 2 mm ogni anno.

Anche se dovesse in un futuro lontano prepararsi all’eruzione ci sarebbe dapprima la formazione di un cono vulcanico. Gli studiosi sono al lavoro per capire come questi piccoli segnali possano evolvere.