Il Tempio di Segesta riapre dopo vent’anni: è un viaggio nel passato

Dopo oltre vent'anni, il Tempio dorico di Segesta sarà di nuovo accessibile al pubblico attraverso un percorso ancestrale ideato dall'artista Gandolfo Gabriele David

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Redazione

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L’Italia è un Paese meraviglioso, fatto di bellezze naturalistiche, artistiche e architettoniche che da sempre incantano e ispirano il mondo intero. Di culture e tradizioni che affondano le radici in secoli lontani e che, gelosamente, sono custodite e tramandate da generazioni. Ma il nostro è anche un territorio pregno di storia, quella che evoca un passato glorioso e che lo racconta proprio attraverso le numerose testimonianze che si snodano in tutto lo stivale.

Monumenti secolari, anfiteatri, strade acciottolate, meraviglie antiche e parchi archeologici sono raggiunti ogni giorno da migliaia di viaggiatori che vogliono scoprire il patrimonio del Paese che oggi dialoga con il presente in maniera straordinaria. È proprio lui che funziona da porta di accesso per un viaggio nel passato unico e meraviglioso.

E ora, un’altra porta sta per essere aperta. Questa estate, infatti, sarà possibile visitare il Tempio di Segesta dopo oltre vent’anni. Per l’occasione il parco archeologico che si snoda sull’antica città degli Elimi, le cui testimonianze sono il simbolo della multiculturalità siciliana, accoglierà le installazioni dell’artista Gandolfo Gabriele David per un viaggio nel passato che vi lascerà senza fiato.

Un viaggio nel passato tra le meraviglie del Parco Archeologico di Segesta

Si chiama ELYMA, ed è il progetto lanciato dal Parco Archeologico di Segesta, a cura di Luigi Biondo e Lori Adragna, in occasione della riapertura al pubblico del tempio dorico dopo oltre vent’anni. Una mostra che è un invito a riflettere e a dialogare con l’ambiente circostante grazie a tutta una serie di installazioni vegetali e sculture sonore pensate e realizzate dall’artista Gandolfo Gabriele David.

Saranno proprio queste opere a tracciare un percorso che condurrà gli ospiti nel cuore del Tempio di Segesta, attraversando la natura, potente e presente, le testimonianze del passato e le storie antiche mai dimenticate. Molto più di una semplice installazione che segue i dettami della Land Art, ELYMA è un’esperienza profonda che invita le persone a perdersi e immergersi nel Parco Archeologico e in tutti i simbolismi che questo conserva.

L’antico Tempio dorico, mai completato ma perfettamente conservato, sarà osservabile anche dalla cella sacra, proprio lì dove si svolgevano rituali antichi oggi riportati in vita proprio grazie al suggestivo operato dell’artista che mira a ricostruire un percorso ancestrale che funzioni da dialogo tra passato e presente.

Entrare nel Tempio di Segesta dopo vent’anni: un’esperienza unica

Il percorso della mostra, inaugurato il 7 luglio e accessibile fino al 19 maggio del 2024, avrà inizio dalla Porta di Valle, già ingresso del Parco Archeologico. Proprio qui i visitatori entreranno in contatto con la prima installazione vegetale dell’artista Gandolfo Gabriele David.

Il percorso ELYMA proseguirà poi verso un antico sentiero, quello che conduce al maestoso edificio sacro, costellato da installazioni sonore che accompagneranno i visitatori in un’ascesa ideale. La meta, da raggiungere e contemplare, è proprio quella del Tempio di Segesta che, per l’occasione, è stata trasformata in una casa e in un’altare – grazie alle opere dell’artista – e che inviterà chiunque arrivi qui a riflettere sul senso del sacro e sul rapporto tra uomo e natura.

Gli elementi simbolici che caratterizzano le installazioni, infatti, provengono da luoghi, culture e credenze lontane, ma tutti appartengono all’uomo e al suo rapporto con l’universo e con le creature che lo abitano. Del resto è questo l’obiettivo di ELYMA: un invito a guardare il mondo con uno sguardo diverso, con un attenzione e una sensibilità nei confronti della natura, e del rapporto che con questa che esiste praticamente da sempre.

Ma sarà anche l’occasione per riscoprire uno dei monumenti meglio conservati dell’antichità, il Tempio di Segesta appunto, dedicato alla dea Afrodite Urania e accessibile, per la prima volta, dopo oltre vent’anni.