Espatriare all’estero: le migliori e le peggiori mete europee

Nel nuovo studio per il 2022 gli espatriati hanno classificano i migliori e peggiori Paesi europei per carriera, vita sociale e assistenza sanitaria

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Redazione

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La tendenza al lavoro da remoto rimane stabile e in crescita e offre così l’occasione, per chi lo desidera, di trasferirsi in un altro Paese e cominciare una vita differente: sono molte le nazioni che hanno previsto visti per i nomadi digitali rendendo legalmente molto più facile lavorare all’estero.

Ovviamente, la scelta del Paese in cui trasferirsi è l’aspetto cruciale: a questo proposito, InterNations ha condotto il suo sondaggio annuale “Expat Insider” sulle destinazioni degli espatriati in tutto il mondo. La comunità globale per le persone che vivono e lavorano all’estero ha intervistato 11.970 espatriati che rappresentano 177 nazionalità e vivono in 181 Paesi o territori.

Il rapporto Expat Insider 2022 ha esaminato 52 destinazioni di espatriati in tutto il mondo e le ha classificate in base alla qualità della vita di chi si è trasferito.
Il sondaggio ha chiesto agli espatriati la facilità di stabilirsi, lavorare all’estero e le finanze personali nel luogo in cui vivevano.
Per la prima volta, la classifica ha incluso anche il nuovo indice “Expat Essentials”, che considera vita digitale, amministrazione, alloggi e lingua.

Le migliori destinazioni europee

Sono due i Paesi d’Europa che si sono classificati nella Top Ten, quindi consigliati per trasferirsi.

Il Portogallo

Il Portogallo è al quarto posto nella classifica generale per la migliore destinazione globale per gli espatriati, in particolare per il clima soleggiato e la buona vita sociale.

Nove espatriati su dieci tra gli intervistati hanno affermato di godersi il clima favorevole mentre l’89% è soddisfatto della qualità dell’aria.

Gli expat apprezzano poi le opportunità di praticare sport e il 93% ha affermato che è facile e sicuro spostarsi a piedi o in bicicletta.

Gli intervistati hanno anche affermato che è stato facile fare amicizia con la gente del posto e avere una vita sociale piacevole.

Nel complesso, l’85% degli espatriati ha dichiarato di essere soddisfatto della propria vita in Portogallo.

La Spagna

Anche se si è piazzata al quinto posto nella classifica generale, la Spagna è stata votata come la migliore destinazione per espatriati per la qualità della vita: gli intervistati hanno dichiarato di amare la varietà di opzioni culinarie e gastronomiche offerte, le opportunità per lo sport, la cultura, la vita notturna e il clima.

L’accessibilità economica del sistema sanitario spagnolo è un punto chiave per gli expat: quasi quattro su cinque lo hanno valutato positivamente.
Il 77% ha infatti affermato di poter accedere a tutti i tipi di servizi sanitari di cui necessita.

Le destinazioni peggiori dove trasferirsi in Europa

Di contro, dal sondaggio sono emerse anche le mete dove non è molto consigliabile decidere di andare a vivere.

La Francia

La popolare destinazione per gli expat ha ricevuto una classifica scarsa nel sondaggio del 2022 arrivando solo al 31° posto su 52 destinazioni.
Sebbene abbia ottenuto buoni risultati nell’indice di qualità della vita con l’11° posto, gli espatriati hanno espresso problemi con la lingua: tre su cinque hanno affermato che è difficile vivere in Francia senza parlare la lingua locale, quasi il doppio della media globale.

Inoltre, la Francia si è classificata tra le ultime 10 nella sottocategoria “Amministrazione” a causa di un sistema lento e obsoleto.

Tuttavia, ha ottenuto elogi per il sistema sanitario nazionale con l’84% degli intervistati che si è dichiarato soddisfatto dell’accessibilità economica dell’assistenza sanitaria, rispetto a solo il 61% a livello globale.

Il Lussemburgo

Il Lussemburgo si è classificato tra gli ultimi 10 a causa dell’assenza di attività ricreative e dell’alto costo della vita.
Il 42% degli espatriati non è soddisfatto della propria vita sociale rispetto al 26% a livello globale.

Malta

Gli expat a Malta sono scontenti delle infrastrutture per le automobili, dell’ambiente urbano e della disponibilità di industrie che producono beni o forniscono servizi a beneficio dell’ambiente.

Il 69% ha anche avuto difficoltà ad aprire un conto bancario rispetto al 21% a livello globale.