Il 18 settembre del 2021 i cittadini di Parigi si affacciavano sulla città con sgomento ed entusiasmo: uno dei monumenti simbolo della Ville Lumière era stato abbigliato con una veste inedita e straordinaria a seguito di un lungo e minuzioso progetto visionario, un sogno durato 60 anni. Stiamo parlando dell’Arc de Triomphe Wrapped, un’installazione artistica pensata da Christo e Jeanne-Claude, il duo artistico che ha impacchettato anche il Pont Neuf nel lontano 1985.
Dopo più di mezzo secolo dalla prima bozza del progetto, l‘ultimo desiderio di Christo Javacheff è stato esaudito e la lunga attesa ripagata. L’Arco di Trionfo impacchettato è diventato realtà e per due settimane ha campeggiato al centro di piazza Charles de Gaulle per essere ammirato, contemplato e fotografato da milioni di cittadini e viaggiatori in visita alla capitale francese.
Sono passati ormai due anni dall’inaugurazione di quell’opera effimera che è rimasta, però, nel cuore e nella mente di tutte le persone che l’hanno vista dal vivo o in fotografia. Ma che fine ha fatto, adesso, l’Arco di Trionfo impacchettato?
Che fine ha fatto l’opera di Christo e Jeanne-Claude?
16 sono stati i giorni dell’esposizione, 6 i milioni di visitatori, tra parigini e viaggiatori, che hanno ammirato l’opera, e oltre mezzo miliardo di persone che l’hanno vissuta attraverso i media e i social network: i numeri dell’Arco di Trionfo impacchettato sono stratosferici. Non stupisce, quindi, che a distanza di anni il capolavoro visionario di Christo e Jeanne-Claude faccia ancora parlare di sé.
Ma che fine hanno fatto i materiali impiegati per la realizzazione dell’opera effimera che ha incantato il mondo? Per ricoprire il monumento simbolo di Parigi sono stati infatti utilizzati oltre 25.000 metri quadrati di tessuto in polipropilene blu-argento e migliaia di corde rosse per creare un risultato visivo sorprendente.
Non tutti sanno però che alla base dei progetti di Christo e Jeanne-Claude c’è sempre stata una particolare attenzione al riciclo dei materiali utilizzati. E, proprio grazie alla volontà dei due artisti, l’Arc de Triomphe “impacchettato” sta per cominciare la sua seconda vita.
Sotto la direzione di Vladimir Yavachev, nipote di Christo, è iniziata la fase finale di riconversione che vedrà il riciclo di tutti i materiali impiegati per la costruzione di opere urbane per i grandi eventi a Parigi e, in particolare, per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024.
La seconda vita dell’Arco di Trionfo impacchettato
È una seconda vita, quella che sta vivendo l’Arc de Triomphe Wrapped. Quella pensata anni fa dai due artisti e oggi gestita dalla Fondazione Christo e Jeanne-Claude in collaborazione con la città di Parigi. L’obiettivo di riutilizzare i materiali, impiegarli e reinventarli per altri scopi è stato perpetuato in questi due anni e ora si è giunti alla fase finale.
Grazie alla partnership con Parley for the Oceans, organizzazione ambientale senza scopo di lucro, il tessuto e le corde verranno riutilizzate per strutture, tende e altre opere destinate ai grandi eventi pubblici di Parigi, tra i quali spiccano i Giochi Olimpici e Paralimpici estivi che si terranno dal 26 luglio all’11 agosto nella capitale francese.