È di poche ore fa, la straordinaria notizia arrivata direttamente dall’Egitto, e più precisamente dalla celebre zona archeologica di Saqqara. Una nuova scoperta è stata appena fatta dalla squadra del professor Zahi Hawass, ex ministro delle Antichità dell’Egitto e attualmente segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità Egizie. Un ritrovamento che ha dell’incredibile e che cambia, ancora una volta, la storia di questo bellissimo Paese.
La scoperta, infatti, riguarda un sarcofago, ritrovato in uno scavo profondo ben 15 metri e realizzato in calcare sigillato con la malta, all’interno del quale è stata rinvenuta la mummia di un uomo. Nulla di nuovo, certo, se non fosse che dalla decifrazione del nome trascritto sul sarcofago stesso, Hekashepes, così si doveva chiamare, la mummia risalirebbe a 4.300 anni fa. Datazione che pone le basi per considerare questo ritrovamento e la mummia stessa, come la più antica e completa, ricoperta con una foglia d’oro.
Una scoperta eccezionale
Un ritrovamento davvero eccezionale, avvenuto in un complesso tombale risalente tra la V e la VI dinastia (nel periodo compreso tra il 2.465 e il 2.152 a.C.) e che è stato fatto nei pressi della famosa piramide a gradoni di Djoser, nella necropoli patrimonio Unesco di Saqqara, un’area che dista circa 30 chilometri a Sud del Cairo.
Una scoperta che spicca per l’eccezionale conservazione della mummia stessa e che segna un traguardo importante per l’equipe che ha effettuato il ritrovamento. E che si unisce ad altre tombe rinvenute nel sito appartenute ad alti funzionari del tempo. Tra le altre, infatti, sono state ritrovate e riportate alla luce anche altre tombe, come quella di Khnumdjedef, appartenente alla casta sacerdotale e ispettore degli ufficiali e supervisori dei nobili durante gli anni di regno dell’ultimo faraone della V dinastia, Unas.
Ma anche la sepoltura di Meri, che secondo l’iscrizione rinvenuta era «custode dei segreti e assistente del grande conduttore del Palazzo». Oltre, poi, alla presenza di ben nove statue raffiguranti persone della servitù, quella di un uomo con sua moglie, vasi e manufatti.
La grande importanza di questo ritrovamento straordinario
Di fatto, quindi, il ritrovamento del corpo mummificato di Hekashepes dona un valore ancora maggiore alla già straordinaria campagna archeologica in corso e questo grazie al fatto che il complesso di tombe rinvenute, pur non appartenendo a faraoni, riconduce a persone che a quel tempo godevano di una certa importanza nella scala sociale. Ponendo delle solide basi per collegare la vita dei faraoni a quella delle persone che gli orbitavano intorno e con cui, con grande probabilità, erano soliti interagire.
Una scoperta che si unisce alle grandi rivelazioni di questo sito archeologico e che già nel 2020 si era reso protagonista di un ritrovamento di ben venti sarcofagi dipinti e databili a 2500 anni fa. E che fa ben sperare che questo sia un nuovo inizio o il continuo di un’onda favorevole di scoperte di un passato antico ma mai dimenticato. E di cui ci sono ancora tantissimi misteri e lati nascosti da scoprire e su cui fare chiarezza, per scrivere correttamente quella che è la storia di tutti noi.