Vacanze: i giovani non ci rinunciano ma le pagano a rate

Maschio, trentacinquenne e con un lavoro stabile nel privato: è l'identikit dell'italiano che chiede un prestito per le vacanze

Rinunciare alle ferie? Assolutamente no. Anche quando le risorse economiche non sono molte, gli italiani (soprattutto i più giovani) decidono di partire. Solo, con una modalità diversa: invece che accedere direttamente alle proprie finanze, scelgono di ricorrere ad un prestito.

È quanto emerge dalla ricerca condotta da Facile.it e da Prestiti.it: analizzando le 111.496 richieste domande di prestito arrivate tra l’1 gennaio 2017 e il 31 marzo 2018, è emerso che – la cifra media richiesta – è stata di 4.140 euro da restituire in 39 rate (poco più d tre anni, con una rata di circa 115 euro, facilmente sopportabile). L’età di chi si rivolge alle agenzie di prestito, rispetto al 2016, si è abbassata: se prima era di 40 anni e 1 mese, ora è di 37 anni e 6 mesi.

Sono infatti sempre di più le richieste di prestito da parte degli under 30 che intendono andare in vacanza. Nel 2016, il 15.4% delle domande di prestito personale presentate con la motivazione “viaggi e vacanze” riguardava gli under 30, mentre nel 2017 la percentuale è salita al 32.8%. Il 28.6% è invece rappresentato dalla fascia d’età compresa tra i 30 e i 39 anni, il 22.7% dalle persone tra i 40 e i 49 anni.

L’identikit dell’italiano che chiede un prestito per le vacanze? Maschio (per il 75%), con una posizione lavorativa stabile e con uno stipendio medio di 1.518 euro (per la precisione, 1.559 euro gli uomini e 1.391 euro le donne). Il 77% dei richiedenti è dipendente a tempo indeterminato di un’azienda privata, il 12% è un lavoratore autonomo o un libero professionista. Del resto, per poter ottenere un prestito è necessario poter contare su un lavoro stabile o, in alternativa, coinvolgere un garante.

Secondo Andrea Bordigone, Responsabile BU prestiti di Facile.it, l’aumento delle richieste di prestito da parte degli Under 30 è un segnale positivo, indice di una (ri)trovata stabalità lavorativa, di un atteggiamento più fiducioso verso il futuro, di una maggiore consapevolezza delle proprie finanze.