Louvre, porte chiuse al pubblico: il museo è in sciopero

La protesta dei dipendenti del Louvre ha portato alla chiusura di uno dei musei più importanti al mondo. Ecco le ragioni

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Redazione

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Louvre in sciopero. Per anni i dipendenti hanno lamentato una situazione ingestibile e ora uno dei musei più famosi al mondo chiude, senza sapere quando riaprirà.

Se siete in viaggio a Parigi o programmate di andarci nei prossimi giorni, potreste restare profondamente delusi una volta giunti dinanzi al Louvre. Il museo ha infatti chiuso i battenti nella giornata di lunedì 27 maggio e non è ancora dato sapere quando riaprirà. Uno dei musei più famosi al mondo si è ritrovato nuovamente assaltato da una folla reputata ingestibile, il che ha fatto scattare le rimostranze dei dipendenti, non in grado di garantire neanche le norme di sicurezza di base.

Lo sciopero, indetti dai sindacati, ruota attorno al problema del numero di lavoratori in turnazione, il cui numero è reputato ormai insufficiente per fronteggiare un afflusso così pesante, quotidianamente. Il museo si è dunque visto costretto a diramare una comunicazione ufficiale, che ha portato alla chiusura della struttura nel giorno 27, con il canonico giorno di pausa settimanale previsto per martedì 28. Non è dato però sapere cosa accadrà e in quanto tempo la situazione potrà rientrare, magari con delle garanzie di assunzioni. Molto dipenderà dall’assemblea dei lavoratori a Parigi, che hanno dalla loro dei dati incontestabili.

Il sindacato spiega come dal 2009 al 2019 il Louvre abbia perso più di 150 addetti, distribuiti tra accoglienza e sicurezza. Nello stesso lasso di tempo però il numero dei visitatori è aumentato del 20%. Il ministero non fornisce risposte adeguate, lamentano i sindacati, con lo sciopero che è risultato necessario, alle porte della stagione estiva, che porterà a un generale peggioramento delle condizioni.

Il Louvre non è però l’unica attrazione ad aver chiuso i battenti. All’elenco si aggiunge il Castello di Carcassonne, rimasto chiuso lunedì 27 maggio per un’agitazione del proprio personale, numericamente al di sotto degli standard.

Una questione che deve essere risolta ora, considerando gli impegni futuri di Parigi. Nel 2024 verranno ospitate le Olimpiadi, il che sottoporrà la città a un flusso di turisti di massa. Giungere a tale data con il numero di dipendenti attuali sarebbe impensabile. Non vi è altra via dunque se non quella di gestire meglio le grandi ondati di visitatori, avviando un processo di assunzioni generalizzato, con nuovi dipendenti presso le principali attrazioni cittadine.

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