Il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute ha firmato una circolare che sconsiglia i viaggi nei paesi dove si sono registrati focolai di Vaiolo delle Scimmie. Queste nuove indicazioni sono risultate necessarie per contenere qualsiasi possibile focolaio in UE/SEE in seguito alla dichiarazione di emergenza di salute pubblica internazionale sul virus Mpox lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 14 agosto scorso.
Il Mpox (contrazione di monkeypox) è una malattia infettiva causata dal virus del Vaiolo delle Scimmie e la variante Clade I (clade, ossia un insieme di varianti con un ceppo comune) è quella considerata più letale ed è endemica nel bacino del Congo. La variante che sta facendo parlare di sé, però, è la Clade Ib, un nuovo ceppo dell’infezione da Mpox più aggressivo e virulento e i cui sintomi possono insorgere dai a 14 giorni dopo essere stati infettati.
Vediamo insieme quali sono le caratteristiche del virus, le nuove indicazioni pubblicate dal ministero della Salute sui comportamenti da tenere a mente e le informazioni utili su sintomi e sui viaggi.
Indice
Le due varianti: Clade I e Clade II
Esistono due tipi di virus, denominati Clade I e Clade II. Il primo è diffuso in Africa centrale, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, dove la malattia è endemica. Originariamente si trasmetteva dagli animali (in genere roditori) alle persone, mentre nei focolai più recenti si trasmette da persona a persona. Attualmente, questo ceppo sta contagiando persone diverse, soprattutto bambini e neonati, che non possiedono un sistema immunitario adeguato per difendersi.
La seconda variante, invece, Clade II, è diffusa soprattutto in Africa occidentale ed è la stessa che ha provocato l’epidemia mondiale tra il 2022 e il 2023, in gran parte attraverso i rapporti sessuali tra uomini, ma con un tasso di letalità basso (0.2%) con circa 200 morti in tutto il pianeta (in Italia nessuno).
In aggiunta a queste due tipologie c’è un nuovo ceppo, il Clade Ib. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, che ha intervistato il dottor Andrea Antinori, direttore del Dipartimento Clinico all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani IRCCS di Roma, il Clade Ib “può essere trasmesso in modo più efficiente da uomo a uomo, attraverso i rapporti sessuali, nella popolazione giovane adulta sessualmente attiva e, rispetto al Clade II, ha una letalità dieci volte superiore“.
Le indicazioni per gli operatori sanitari
Una delle prime raccomandazioni pubblicate dal ministero della Salute riguarda soprattutto gli spostamenti, i quali per adesso non sono vietati. Oltre a sconsigliare ai viaggiatori di partire o partecipare a eventi con assembramenti nei Paesi con focolai confermati di virus Mpox Clade I, ci si rivolge agli operatori sanitari per contribuire alla sensibilizzazione in un momento così delicato. La circolare suggerisce ai medici di fornire tutte le informazioni necessarie ai propri pazienti per proteggere se stessi e gli altri sia prima che durante e dopo il viaggio.
Sempre rivolta ai medici e agli operatori sanitari è la linea d’azione riguardante la sensibilizzazione nel riconoscere le cosiddette «spie rosse» che fanno sospettare di avere davanti un possibile caso di Mpox. Tra queste è inclusa la possibilità di considerare diverse presentazioni cliniche, trasmissione attraverso vie sessuali e non sessuali e diversi gruppi colpiti rispetto alla precedente epidemia di Mpox Clade II.
Quali sono i Paesi più colpiti e la situazione in Europa
Secondo i dati raccolti nell’ultimo bollettino Ecdc del 16 agosto, tra i Paesi da evitare ci sono sicuramente la Repubblica Democratica del Congo (2.638 casi confermati e 14.151 sospetti), il Burundi (61 casi confermati e 165 sospetti), la Repubblica Centro Africana (35 casi confermati e 223 sospetti) e il Congo (19 casi confermati e 150 sospetti).
Per quanto riguarda l’Europa, invece, dopo il primo caso segnalato in Svezia, ne sono stati confermati alcuni anche in Spagna. Nel caso spagnolo si tratta di un sottotipo del virus diverso rispetto a quello per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha decretato l’allarme, conosciuto su territorio europeo e meno aggressivo. Quello in Svezia, invece, come anche quello rilevato in Pakistan, è stato provocato dal sottotipo Clade I del virus.
In Italia, al contrario, dall’inizio di agosto non sono stati registrati nuovi casi. In linea generale, dal primo gennaio all’8 agosto 2024 sono stati segnalati casi da 12 regioni e 65 quelli confermati. Tutti i casi sono riferiti a infezioni avvenute nel 2023 e nei primi mesi dell’anno in corso.
Informazioni utili sul virus: come si trasmette e i sintomi
In base alle informazioni attuali, il virus Mpox Clade I può essere trasmesso tramite il contatto stretto (inteso come contatto pelle a pelle, bocca a bocca, baci e faccia a faccia, anche parlando o respirando in modo ravvicinato) con cute e mucose infette, durante i rapporti sessuali sia eterosessuali che omosessuali e a contatto con materiale infetto quali lenzuola, asciugamani, vestiti, superfici o stoviglie.
Il virus può essere trasmesso anche dalla madre infetta al feto durante la gravidanza, durante o dopo il parto attraverso il contatto pelle a pelle dalla mamma al bambino, o da una persona adulta affetta da Mpox a un neonato o a un bambino durante un contatto stretto. Il Ministero della Salute sottolinea che sono necessarie ulteriori ricerche per valutare come il virus si diffonda anche in rapporto ai diversi clade o durante le epidemie in differenti contesti e condizioni.
I sintomi
Per quanto riguarda i sintomi, invece, questi si presentano solitamente tra i 6 e i 14 giorni sotto forma di febbre, cefalea, dolori muscolari, stanchezza, linfonodi ingrossati e una tipica eruzione sulla cute (come quella che potete vedere nella foto presente in questo articolo) che può presentare da poche a numerosissime lesioni cutanee. Queste lesioni possono presentarsi in modo diverso: a macule (lesioni con una base piatta), a papule (lesioni solide leggermente rialzate), come vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono.
Generalmente, i sintomi durano da due a quattro settimane e sono seguiti da una completa guarigione. I soggetti a rischio di conseguenze serie o morte sono i bambini, le donne in gravidanza e persone con un sistema immunitario compromesso, come chi vive con l’HIV.
Consigli per i viaggiatori
Seppur sia sconsigliato, non è stato vietato viaggiare nei luoghi interessati dai focolai. Tuttavia sono state pubblicate delle linee guida da seguire e tenere a mente.
Se andate in un paese colpito dal Vaiolo delle Scimmie e avete contatti stretti con le comunità o che vivono in aree affette, la probabilità di infezione è ritenuta elevata, ma in assenza di problematiche sanitarie la gravità della malattia è ritenuta bassa e il rischio complessivo moderato; se invece non avete contatti stretti, la probabilità di infezione è considerata bassa.
In generale, viaggiando in luoghi colpiti dai focolai, è sconsigliato partecipare a eventi con assembramenti. Si consiglia, invece, di consultare, prima di partire, il proprio medico o i centri di vaccinazioni/medicina dei viaggi per valutare se è il caso di vaccinarsi contro il Vaiolo delle Scimmie.
Se state tornando da un paese colpito, il rischio complessivo attualmente è valutato basso (molto bassa la probabilità di infezione) a condizione che i casi importati siano diagnosticati tempestivamente e che vengano attuate misure di controllo.