Italiani alle Maldive, così i “furbetti” delle vacanze sfuggono ai controlli

Oltre 1.000 italiani hanno trascorso le vacanze di Natale alle Maldive, nonostante le restrizioni in vigore

Durante le festività natalizie, oltre mille italiani hanno trascorso le vacanze alle Maldive (e molti altri a Dubai, Abu Dhabi e Zanzibar) nonostante le restrizioni in vigore a causa della pandemia che non consentivano di raggiungere neppure la regione confinante.

Lo segnala con grande amarezza Astoi, l’Associazione di categoria dei Tour Operator, che ha, a questo proposito, scritto una lettera ai ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Turismo: “È stata portata all’attenzione dei ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Turismo una situazione, giudicata dall’associazione, incoerente e profondamente iniqua nei confronti di tutti i tour operator e delle agenzie di viaggi presenti sul territorio nazionale. Gli operatori del comparto si sono astenuti, oramai da molti mesi, dal programmare/vendere mete estere extra Ue“, si legge nella nota. “Ciò nonostante, gli associati hanno avuto prove evidenti dagli albergatori partner presenti alle Maldive nonché dalle statistiche dell’aeroporto intercontinentale di Malé che molti italiani abbiano trascorso le vacanze del periodo natalizio in questo Paese, nonostante tali spostamenti fossero vietati”.

Nessuno dei turisti che hanno raggiunto l’arcipelago lo ha fatto avvalendosi dei Tour Operator che, dal canto loro, hanno pienamente rispettato le direttive del Governo. Sono partiti con il classico metodo “fai da te”, acquistando i biglietti aerei in maniera autonoma e prenotando direttamente il soggiorno in uno dei tanti resort delle Maldive.

Ciò che sconcerta Astoi è la totale mancanza di controlli. Negli aeroporti nessun viaggiatore è stato sottoposto a controllo e prova ne sono “i test effettuati da alcuni collaboratori dell’associazione, che si sono recati legittimamente alle Maldive per lavoro e non sono stati sottoposti ad alcun controllo nei vari aeroporti per la verifica della motivazione legata al viaggio in questione” prosegue la nota diffusa.

In più, ciò è avvenuto mentre, nei vari incontri con l’associazione dei Tour Operator, il ministero degli Esteri ha sempre negato l’assenso ad aperture di corridoi verso destinazioni Covid free o a basso rischio di contagio. Eppure, a causa della mancanza di controlli, chi ha voluto viaggiare lo stesso ha potuto farlo senza problemi e le aziende del turismo si sono sentite oltremodo “beffate”.

Ecco perché Astoi ha formalmente chiesto al Governo di creare un protocollo capillare e rigoroso da parte delle Autorità di Pubblica sicurezza di tutti gli aeroporti italiani per evitare che un transito europeo possa consentire di “aggirare l’ostacolo”.

Ma non solo. I Tour Operator domandano l’apertura di un tavolo di confronto a livello europeo per uniformare i comportamenti tra i Paesi dell’Unione europea con lo scopo di limitare la diffusione del contagio tra gli italiani e impedire che vengano agevolati vettori e scali stranieri per mezzo del traffico italiano. Infatti, benché dall’Italia i voli diretti per la Maldive non siano ancora stati ripristinati, basta fare uno scalo verso uno di quesi Paesi che invece lo hanno già fatto (Francia, Germania, Emirati arabi, per citarne alcuni) per riuscire a prendere una coincidenza senza alcun apparente controllo. E in questo i lettori digitali in grado di scannerizzare il passaporto, che sono tanto utili sia per smaltire le lunghe file sia perché sono contacess e quindi anti Covid, non aiutano perché non hanno la capacità di fare da filtro come un vero addetto alla dogana.

“Ciò che immaginiamo possa trovare il più assoluto consenso da parte delle Istituzioni è che le norme emanate debbano valere per tutti e non solo per le organizzazioni che, in modo serio e coscienzioso vi si attengono”, ha inoltre dichiarato il Presidente dell’Astoi Pier Ezhaya. “Ci chiediamo infatti a cosa sia servito il sacrificio di migliaia di Tour Operator e agenzie di viaggi che si sono astenuti dal vendere viaggi nel rispetto delle disposizioni emanate se poi, grazie a un semplicissimo metodo ‘fai-da-te’, ogni italiano ha potuto recarsi in vacanza senza alcun problema”.

Al di là della questione dei Tour Operator, la domanda da farci è un’altra: di questi mille italiani considerati “furbetti” quanti di fatto si sono ammalati di Covid? Nel caso in cui il viaggio fosse risultato sicuro, infatti, sia durante il volo sia durante il soggiorno, per quale motivo allora non dovremmo riaprire i confini, almeno verso quei Paesi dove viaggiare è considerato “safe”, aprendo alcuni corridoi e facendo ripartire così il turismo, che per l’economia italiana conta tantissimo facendo così felici anche molti nostri connazionali?