Duomo di Firenze, scoperto un piccolo zoo segreto sulla Cupola

Sono emerse numerose orme di vari animali sulle tegole che formano la preziosa Cupola del Duomo di Firenze

Sul Cupolone del Duomo di Firenze sono apparse tantissime orme di cani, gatti e altri animali (alcuni anche molto antichi), un vero e proprio zoo immobile nel tempo e nello spazio, immortalato nelle tegole di uno dei capolavori più ammirati al mondo. E non solo: queste impronte ci rivelano qualcosa in più sul metodo di costruzione del gioiello del Brunelleschi.

La scoperta è avvenuta di recente, nel corso della manutenzione invernale di una delle cupole absidali che circondano il Cupolone. Una squadra di operai dell’Opera di Santa Maria del Fiore, che da sempre si occupa di preservare i monumenti storici di Piazza del Duomo, hanno rinvenuto numerose orme impresse sul cotto delle tegole.

Come spiega l’architetto Samuele Caciagli, responsabile dell’area tecnica dell’istituzione, il fenomeno si spiega ripensando al metodo di produzione delle tegole: queste venivano lasciate ad essiccare al sole prima della cottura, in balia delle intemperie e degli animali. Un procedimento, questo, che viene utilizzato ancora oggi. Tegole fatte a mano, famose in tutto il mondo, rimangono ad invecchiare per anni sulle terrazze del Duomo di Firenze, per poi essere usate nei processi di manutenzione.

Ma torniamo allo zoo segreto riemerso sul Cupolone: invisibili dal basso, le orme sono distribuite uniformemente su tantissime tegole. Vi sono impronte di gatti e di cani, di volpi e di ungulati. Ma anche di volatili come colombe e piccioni, falchi e rapaci antichi. In realtà, il capolavoro seicentesco del Brunelleschi nasconde molto altro.

Ci sono simboli il cui significato non è ancora stato decifrato, piccole croci e cuori, date e nomi di chi voleva lasciare il proprio segno inciso sulla terracotta. E poi i marchi delle antiche fornaci in cui le tegole venivano cotte, e le impronte delle dita di coloro che avevano impastato la terra.

La Cupola, insomma, custodisce da secoli tantissime tracce della natura e dell’uomo, molte delle quali sono tornate alla luce solo ora che l’opera del Brunelleschi viene sottoposta ad un importante lavoro di manutenzione, in occasione dei suoi 600 anni. Ed è una sorpresa affascinante, dalla grande importanza storica: alcune orme permettono di datare i più antichi interventi di restauro, altre invece raccontano il passaggio di centinaia di vite (animali e umane) che si sono intrecciate nella creazione di uno dei più importanti capolavori dell’umanità.