Danimarca, il Paese che ti paga per studiare

La Danimarca ha individuato il metodo ideale per far laureare la metà dei propri giovani

In Danimarca gli studenti ricevono un sussidio dallo Stato e non devono pagare per proseguire gli studi dopo il liceo. Ecco la strategia per far laureare i giovani e spingerli verso l’indipendenza.

La Danimarca si prende cura dei propri giovani, garantendo loro università gratuite e uno stipendio da parte dello Stato, ottenendo in cambio un elevato tasso di laureati. Il welfare danese è così riuscito a condurre metà dei propri ragazzi/e fino al termine del percorso scolastico. Un progetto che prevede una spesa da ben 3,3 miliardi di euro annui, il che rappresenta circa l’1% del Pil, suddivisi equamente tra sussidi e prestiti calmierati agli studenti che frequentano le varie università nel Paese.

Guardando all’aspetto meramente pratico, ogni ragazzo/a riceve circa 825 euro mensili, qualora debba anche sopportare le spese di un alloggio. La cifra cala invece nel caso in cui viva ancora con i genitori. Si tratta dunque di un modo per evitare che il percorso universitario diventi un calvario, aumentando gli anni di permanenza in facoltà, dovendo gestire un lavoro. Al tempo stesso si spingono i giovani verso una propria autonomia, lasciando il nido familiare molto presto.

È proprio quest’ultimo uno degli aspetti fondamentali di questa politica. Ciò che può sembrare un sistema assistenziale è in realtà un metodo per riuscire a creare nuovi professionisti nel minor tempo possibile, generando inoltre degli adulti consapevoli, chiamati a studiare e comprendere cosa voglia dire vivere realmente da soli, senza l’onere di un lavoro. Per quello ci sarà tempo, una volta laureati.

Uscire di casa subito dopo aver compiuto 18 anni è una conquista che molti giovani italiani vorrebbero poter vantare. In Danimarca è possibile, chiudendo con il liceo un vero e proprio capitolo della propria vita, sul fronte scolastico e umano. L’adolescenza è alle spalle ed è già tempo di guardare in faccia il mondo reale, uscendo dalla bolla di protezione garantita dai propri genitori.

In molti preferiscono inoltre aumentare un po’ i propri introiti, facendo lavori part-time, ma nessuno è costretto a orari folli, incastrando impegni personali, lavoro stressante e università in un caos generale che costringe poi a interminabili nottare sui libri. Perché scegliere però di lavorare part-time, nonostante il sussidio? La risposta è duplice. La prima riguarda le tasse da pagare sui famosi 825 euro, la seconda invece dipende dal luogo in cui si risiede.

In una piccola città di provincia il sussidio può bastare, soprattutto se si evitano eccessi. Optare per Copenaghen invece vuol dire fronteggiare degli affitti molto alti e, per stare alla larga dal richiedere subito un aiuto economico ai propri genitori, in molti si rimboccano le maniche, aggiungendo qualche ora di lavoro alla propria giornata scolastica. Il concetto di base è semplice: nessuno studente capace dev’essere costretto a rinunciare alla propria formazione per mancanza di fondi. Al tempo stesso nessuno può pensare di vivere per sempre in uno stato adolescenziale, con il governo che ha ben pensato di ridurre al minimo le chance che ciò accada.

Tietgenkollegiet - Alloggio studenti Copenhagen
Fonte: iStock
Tietgenkollegiet – Alloggio studenti Copenhagen