Fare smart working a Barcellona: ecco come

L'iniziativa lanciata dalla città di Barcellona farà felici tutti gli amanti di questa splendida città, capitale europea della movida

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Redazione

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L’iniziativa lanciata dalla città di Barcellona farà felici tutti gli amanti di questa splendida città, capitale europea della movida e del divertimento. Chi lo vorrà, potrà partire per Barcellona. E non solo per vacanza, ma anche per continuare a lavorare.

L’Ente del Turismo di Barcellona, con il sostegno del Consiglio provinciale, ha lanciato il progetto Barcellona Workation, rivolto ai nuovi turisti della “staycation“, i cosiddetti smart worker.

Chi decide di trasferirsi a Barcellona a lavorare può usufruire di alcune agevolazioni. Il progetto Barcellona Workation promuove la città catalana ma anche i dintorni come destinazione ideale per diventare – temporaneamente – il luogo ideale in cui lavorare da remoto. Sì, perché si può scegliere tra un’esperienza rurale o vicino al mare oppure un’esperienza urbana.

Innanzitutto l’alloggio: si può accedere a una piattaforma di prenotazione alberghiera che rendere facile e veloce la scelta della casa dove trasferirsi temporaneamente.

Il Comune garantisce anche un’assicurazione medica temporanea con assistenza gratuita negli hotel e assistenza sanitaria di base al Quirón Hospitality.

A tutti gli smart worker sarà assegnata una carta speciale – la Barcellona Workation Card – per accedere a 25 musei a Barcellona per sei mesi.

E, infine, grazie ad accordi speciali con club ed enti sportivi, spazi di co-working, mezzi di trasporto e di mobilità sono previste tantissime agevolazioni per vivere al meglio la città.

L’obiettivo è di coinvolgere i “nomadi digitali”, imprenditori, dirigenti, freelance, professionisti che vogliono e possono permettersi di vivere un’esperienza lavorativa all’estero, includendo anche le famiglie che desiderano una nuova esperienza per sé e i figli in un Paese straniero. Persone con uno stile di vita particolare motivato dalla flessibilità di movimento, ma con specifiche esigenze tecniche, come una connessione ad alta velocità, infrastrutture attrezzate e la possibilità di istituire una rete di contatti nella destinazione.

Secondo una recente ricerca dell’Istat, infatti, il 90% delle grandi imprese italiane ha introdotto o esteso lo smart working a causa della pandemia e, dopo averlo fatto e aver notato produttività e soddisfazione dei lavoratori, l’88% dei manager conta di mantenere quantomeno un sistema ibrido anche alla fine dell’emergenza. E otto lavoratori su dieci sono anche già pronti a partire per un’altra meta dove poter fare smart working.

L’idea della Barcellona Workation è nata da una ricerca condotta dall’Ente del Turismo su questa tendenza sempre più in crescita. Le conclusioni sono che la Workation (work + vacation) oggi è un desiderio sempre più sentito: chi lavora da remoto fa parte di un gruppo sociale che combina tempo libero e lavoro e viaggiare è diventato l’obiettivo principale.

Prima della pandemia, il 25% del mercato turistico di Barcellona era composto da smart worker. Ora è arrivato a quasi il 70%, con una tendenza addirittura in crescita. Il 77% di questi lavoratori vorrebbe cambiare residenza anche solo temporaneamente, spostandosi in un Paese estero, con l’84% che lo ritiene da subito fattibile.