La biblioteca che ha ispirato Umberto Eco per “Il nome della rosa”

Ecco dov'è la biblioteca-labirinto dell’abbazia benedettina descritta nel romanzo di Umberto Eco

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

“La biblioteca è un labirinto: potreste entrare e non ritrovare più l’uscita”.

Così è descritta la spettacolare e misteriosa biblioteca dell’abbazia benedettina nella fiction Tv “Il nome della rosa”, tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco.

Una biblioteca che, purtroppo, non esiste nella realtà. Molte delle scene, specie degli interni, sono state girate a Cinecittà, dove è stato ricostruito il set con tanto di abbazia (anche se alcune riprese sono state fatte in Italia, tra Roccascalegna in Abruzzo e la Sacra di San Michele in Piemonte).

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Tuttavia, nella mente di Eco che l’ha descritta nei minimi particolari, c’era chiaramente un luogo da lui visitato durante la stesura delle pagine del bestseller: la Stiftsbibliothek di San Gallo, la biblioteca all’interno dell’abbazia benedettina svizzera.

Con oltre 1200 anni di storia, è considerata una delle più importanti biblioteche del mondo, tanto da essere stata inserita dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, insieme all’intero complesso abbaziale naturalmente.
La biblioteca custodisce 150mila tra libri e manoscritti antichi, alcuni rarissimi e di enorme valore: si contano all’incirca 2100 codici miniati, come quelli a cui lavorano i monaci nel romanzo./film/fiction, la metà dei quali di epoca medievale e di origine antico alto tedesca, irlandese, carolingia ecc.

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Proprio per via dei testi che vi si possono trovare, sono tantissimi gli studiosi che la visitano e ne consultano i volumi ogni anno. I libri vanno dalla paleografia alla storia dell’arte, della musica alla letteratura, dalla filologia latina e germanica alla storia del diritto e della medicina, dalla teologia alle scienze. Insomma, tutto lo scibile umano è contenuto in questo scrigno di cultura.

Ad aprile 2019 stata inaugurata l’esposizione permanente “Meraviglia della tradizione”. Il progetto dell’abbazia di San Gallo e l’Europa nell’alto Medioevo, dedicata all’unica pianta architettonica ancora conservata risalente a prima dell’anno Mille e alla vita monastica dell’epoca. Il documento carolingio, realizzato tra gli anni 819 – 825 sull’Isola di Reichenau, rappresenta il piano originale dell’Abbazia di San Gallo, e si dice abbia ispirato Umberto Eco nella stesura del suo libro forse più famoso. Prima di visionare il documento, esposto per la prima volta nella sua forma originale, i visitatori sono introdotti alla visita con un video multimediale, che li farà sentire catapultati all’interno di una vera abbazia dell’alto medioevo, tra dormitori, refettorio e aree di preghiera.

La storia dell’abbazia e della biblioteca è antichissima e risale all’anno 612, quando il monaco irlandese Gallo si ritirò nella valle superiore dello Steinach, nella Svizzera orientale, per condurre una vita da eremita. Negli anni, attorno a lui, si radunarono alcuni discepoli, ma fu nel 719 che l’abate Otmar trasformò il luogo in un monastero.
L’introduzione della Regola benedettina avvenuta nel 747, che obbligava i monaci a letture quotidiane, gettò le basi per la creazione dell’attuale biblioteca, attorno alla quale ben presto si costituì anche una scuola.

Nel corso dei secoli la biblioteca si è ampliata, sulla base di una mappa chiamata “pianta di San Gallo”. La pianta descrive una completa abbazia benedettina, comprese le chiese, le abitazioni, le stalle, le cucine, i laboratori, la distilleria, l’infermeria e un edificio impiegato per i salassi. Questa pianta non fu mai veramente replicata, ma il sito attuale non è molto diverso.

Tuttavia, la piantina, realizzata in pergamena e tuttora conservata all’interno della biblioteca di San Gallo, fu considerata la struttura ideale di un’abbazia benedettina e venne presa a modello da molti altri monasteri. Per la Svizzera è uno dei documenti più importanti che esistano.

La biblioteca di San Gallo può essere visitata. Ospita una mostra permanente sulla storia del luogo e la pianta originale oltre ad alcune immagini che ne mostrano l’evoluzione nel corso dei secoli, ma spesso si tengono anche esposizioni temporanee.

È un viaggio emozionante nella storia, nella letteratura e nell’arte quello che si fa quando si visita la Stiftsbibliothek di San Gallo, nell’omonimo Cantone della Svizzera.

La biblioteca è il centro del romanzo “Il nome della rosa” scritto da Umberto Eco nel 1986, da cui stato stati tratti un film di grande successo interpretato da Sean Connery nel 1986 e una fiction Tv in onda su Rai1 nel 2019 con John Turturro, e tutti sanno come finisce (chi non lo sa, legga il libro).

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Fonte: ©Stiftsbibliothek St.Gallen
©Stiftsbibliothek St.Gallen