Viaggio in Giappone: le parole da conoscere prima di partire

Se state programmando un viaggio in Giappone, ecco alcune parole che dovete conoscere prima di prendere l’aereo

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Redazione

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Una delle tecniche più efficaci per immergersi con successo nella cultura e nelle tradizioni di un luogo è quella di gettarsi a capofitto nella lingua. Imparare qualche parola di giapponese non è una missione impossibile come sembra, e può regalare molte soddisfazioni e strappare qualche sorriso ai madrelingua che vi stanno ascoltando.

Per quanto imparare la lingua scritta richieda corsi specifici e più di qualche ora di applicazione, esistono una serie di parole, molto facili da pronunciare, che possono fare la differenza quando si tenta di strappare alcune indicazioni al passante di turno, mescolando magari anche un po’ di inglese.

Le parole in giapponese di pronunciano tutte, più o meno, come si pronuncerebbero leggendole dall’italiano. Per farla breve, ricordiamoci che il “wa” si pronuncia “ua” e che nelle parole che terminano per u (es: desu) questa non va pronunciata. Senza preoccuparsi troppo sulla corretta dizione, ecco alcune parole che potrebbero tornarci utili durante una vacanza in Giappone:

  • Konnichiwa (Ciao): è il classico saluto utilizzato dai giapponesi quando ci si incontra e si effettua il primo inchino o la flessione del capo. Si tratta di un saluto informale che può essere utilizzato in molti contesti. Quando si viene accolti in un ristorante, non è necessario pronunciare questa parola. Basterà annuire col capo. Potremmo sentirci rivolgere anche il saluto “Ohayou gozaimasu” (Buongiorno), oppure “Konban wa” (Buonasera). Per non complicarsi troppo la vita, comunque, ci si può attenere a “Konnichiwa” senza rischiare figuracce.
  • Hai (Sì) & Iie (No): questi due elementi del dizionario non possono proprio mancare per aiutare il viaggiatore a farsi comprendere e, soprattutto, capire chi gli sta parlando.
  • Wakarimasen (Non capisco): questa affermazione è sempre utile quando qualcuno sta parlando in modo troppo veloce, o vi siete persi un passaggio fondamentale della conversazione. Per far presente al proprio interlocutore che si ha compreso, invece, si può usare “Wakarimashita”, ovvero “capisco”.
  • Sayonara (Arrivederci): questa celebre parola viene utilizzata, in contesto informale, per salutarsi alla fine di una conversazione.
  • Sumimasen (Mi scusi): questa forma viene utilizzata per attirare l’attenzione di qualcuno e chiedere informazioni, o porre una domanda generica.
  • Gomen-nasai (Scusa): questa forma, invece, viene utilizzata per chiedere scusa.
  • Oishii desu (È molto buono): questa formula viene usata per apprezzare il cibo che si sta gustando.
  • Kampai (Cin Cin): prima di brindare, si esclama allegramente questa parola di buon auspicio.
  • Itadakimasu (Buon appetito): letteralmente, sarebbe “ricevo umilmente questo cibo”, e si utilizza prima di iniziare a mangiare.
  • Yatta (Evviva): questa esclamazione si pronuncia quando si è riusciti in qualcosa che non si pensava, ed è in genere una parola molto allegra da utilizzare in contesti informali.
  • Arigatou (Grazie): ci sono molte forme per ringraziare qualcuno in giapponese proprio perché la lingua riflette la cortesia del posto. Potreste sentirvi dire “Domo Arigatou” (Molte grazie), oppure “Arigatou gosaimasu” (Grazie mille), oppure semplicemente “Domo”. Quando si viene ringraziati in un contesto non troppo formale, si può rispondere (prego) con la semplice parola “Iie”. Se normalmente significa no, utilizzata dopo un grazie assume il significato di “Non c’è problema”.