Usare i bagni pubblici è qualcosa che difficilmente possiamo evitare, specialmente quando siamo in viaggio. Aeroporti, stazioni, ristoranti, teatri, etc.: se la natura ‘chiama’ non possiamo che rispondere. Eppure, una cosa che in pochi sanno è che anche sull’utilizzo delle toilette esiste un codice di comportamento ben preciso che può variare da Paese a Paese.
Come lasciare la mancia o salutare con educazione, è importante conoscere alcune regole della – per dirla all’inglese – Bathroom Etiquette. I turisti sono sempre parzialmente giustificati, ma perché non provare ad adeguarsi ai costumi locali? Ecco alcune pratiche informazioni.
La prima cosa da apprendere all’estero è come si dice ‘bagno’. Le barriere linguistiche non devono osteggiare le vostre esigenze più immediate. Girando in Europa basta chiedere per la toilette o il water closet, negli Stati Uniti la parola più diffusa è restroom, in Australia cercate il dunny e il loo in Regno Unito. In Giappone? In caso di emergenza, andate alla ricerca di un ben-jo.
Altra regola da tenere a mente riguarda un gesto pressoché automatico che si compie prima di uscire dalla toilette, ovvero tirare lo sciacquone. Sembra assurdo ma in alcuni Paesi è fortemente sconsigliato. O meglio, si invitano le persone a buttare la carta igienica in appositi cestini invece che dentro al gabinetto. Il motivo è semplice: se viaggiate in Grecia, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Ucraina, Turchia, Marocco, Egitto e a Pechino, il sistema di tubature potrebbe intasarsi facilmente e creare disagi.
E sempre a proposito di carta igienica, se capitate in Cina o in Corea, o vi arrangiate con dei fazzolettini oppure avere un rotolo di carta igienica nella borsa può essere utile. Qui infatti, possedere il proprio necessaire è un’usanza comune quando si va in una toilette pubblica. Il rischio è che potreste non trovarla ed essere colti…di sorpresa.
Un’altra scomodità riguarda invece il bagno alla turca, tipico di molti Paesi asiatici. Benvenute siano una grande forza nelle gambe e l’abilità a fare gli squat. Un po’ di allenamento in palestra potrebbe essere salvifico per evitare spiacevoli inconvenienti se vi trovate in vacanza a Singapore, in Thailandia o a Taiwan.
In Europa invece, molti bagni pubblici sono comodissimi e ben forniti ma a pagamento. Si tratta di cifre irrisorie (50 cent o 1 euro) da versare per accedere ai servizi o come mancia alla persona che si occupa della pulizia e della custodia. Potreste trovarvi in questa situazione a Londra, Amsterdam o Parigi dove spesso le toilette sono tenute linde come uno specchio.
E infine, occorre spendere due parole per quella che per un italiano all’estero, equivale a una tragedia: non trovare il bidet. Non sono molti i Paesi dove questa buona norma igienica è diffusa. Negli Stati Uniti è rarissimo, se siete fortunati, potrebbe essere presente nel bagno di un hotel di lusso, altrimenti dimenticatevene. Varcando i confini nazionali, armatevi di salviettine intime, tranne in Portogallo, Argentina e Giappone dove invece il bidet è frequentemente utilizzato.