Cosa sono le osmize e perché andarci è un’esperienza unica

Le osmize sono il modo perfetto per immergersi nella tradizione enogastronomica della regione del Carso: come sapere quali sono aperte

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Virginia Leoni

Giornalista specializzata in Travel

Giornalista pubblicista, classe 1981, attraverso lo schermo del suo pc viaggia in tutto il mondo... e poi lo racconta.

Sono luoghi in cui si respira la tradizione enogastronomica ma anche una tipologia di accoglienza che affonda le radici nel passato. Stiamo parlando delle osmize, luoghi di ristoro dell’altopiano carsico nella zona di Trieste, che conservano questa tradizione centenaria e in cui gustare vere e proprie prelibatezze del luogo.

Per sapere quali sono le osmize aperte nella zona di Trieste bisogna verificare sul sito dedicato in cui vengono elencate quelle disponibili quotidianamente. Cosa sono, la loro storia e cosa si può mangiare in questi luoghi della tradizione.

Osmize, cosa sono e come sapere quali sono aperte

Per capire cosa sono le osmize bisogna fare un deciso salto indietro nel tempo e più precisamente al 1784. È in quell’anno, infatti, che l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo – tramite un editto – dava l’opportunità ai contadini di commercializzare i loro prodotti; per farlo bastava segnalare la possibilità esponendo una frasca, ovvero un ramo con foglie. Anche adesso le osmize sono riconoscibili proprio per quello, mentre una differenza con il passato sta nei giorni di apertura. In precedenza, infatti dovevano limitarsi a otto giorni (osem significa 8) o ai loro multipli. Oggi le regole sono leggermente diverse e dipendono dai regolamenti dei comuni che si trovano nella zona dell’altopiano carsico.

Ma, a quanto pare, l’origine di questa tradizione va ricercata nella storia ancora più antica, che indicherebbe la genesi delle osmize all’epoca di Carlo Magno, quando il re – e poi imperatore – diede il permesso ai viticoltori di vendere il prodotto in maniera diretta, segnalando il commercio esponendo una frasca d’edera. Tradizione che, pare, sia stata mantenuta anche nel periodo medievale, per essere poi riportata in auge da Giuseppe II d’Asburgo. Secondo la sua ordinanza vi doveva essere una frasca appesa in maniera visibile per indicare l’attività, vi era il limite dei giorni di apertura e si poteva scegliere quanto far pagare.

È possibile conoscere quali sono le osmize aperte in uno specifico giorno grazie all’apposito portale osmize.com che segnala quotidianamente i locali accessibili della provincia di Trieste. Si tratta, in genere, di case o cantine che vengono aperte appositamente.

Come scovare le osmize aperte nei dintorni di Trieste
Fonte: Osmize.com
I contadini aprono le proprie case: le osmize sono luoghi di tradizione nella zona di Trieste

Cosa si mangia nelle osmize

Luoghi di tradizione, in cui sperimentare la cultura enogastronomica dell’altopiano carsico: le osmize sono posti davvero speciali così come quello che si può assaggiare.

La cosa importante da sapere è che qui si possono mangiare solamente prodotti già pronti, che non necessitano di una cucina. Quindi spazio a salumi, come prosciutti, pancetta e salame, uova sode, formaggio, diverse tipologie di alimenti sottaceto, pane e vino. Possono essere proposti anche liquori e qualche dolce come lo strudel.

Una cosa è certa: quelle che vengono portate in tavola sono specialità di questa terra, si tratta infatti di prodotti tipici del territorio che regalano agli avventori la possibilità di arricchire il proprio viaggio attingendo a gusti, sapori e tradizioni del passato che sono giunti sino a noi.

Vale la pena provare le osmize perché regalano a chi le visita l’anima più vera di questi luoghi e quando si viaggia, in fondo, si cerca proprio quello: un’esperienza autentica che rimane tra i ricordi più belli.

Se si sta programmando un viaggio in Friuli Venezia-Giulia, prima di tutto bisogna verificare quali sono le osmize aperte in provincia di Trieste, per selezionare quale raggiungere. E poi vivere pienamente l’esperienza, immergendosi in questa tradizione del passato in cui sperimentare i gusti tipici del territorio.