Liguria Rivera di Ponente: i borghi nascosti da visitare

I tesori e i sapori della Valle Argentina e Val Nervia da visitare in Autunno

Foto di Francesca Di Pietro

Francesca Di Pietro

Travel Psychologist & Blogger

Travel Pyschologist & Coach, 80 paesi visitati, ama i viaggi lenti, la natura, i cani ed insegna yoga. Crede che i viaggi ci trasformino in persone migliori.

Quando pensiamo alla Liguria l’associamo quasi sempre alle spiagge e alla riviera, ma ci stiamo dimenticando che per metà è occupata dalle Alpi che racchiudono tesori molto meno conosciuti e ancora più autentici. In questo articolo vi parlerò della provincia di Imperia perché è la zona che conosco meglio e da più tempo.

Liguria i borghi della Valle Argentina:

Il nome di questa valle lo deve al fiume Argentina che la solca completamente regalando in molti punti dei bellissimi luoghi dove potersi tuffare nell’acqua fresca o ritornando a tempi passati, la possibilità di poter costruire un mulino o frantoio ad acqua. Questa è la zona dove si coltiva l’oliva taggiasca, da secoli uno dei cultivar più preziosi di olio al mondo, infatti tutti centri sono sorti nei secoli per la produzione e lavorazione dell’olio.

Il primo borgo che incontriamo è infatti Taggia, eletto uno dei borghi più belli d’Italia ha un centro storico meraviglioso, pieno di palazzi medioevali, una bellissima strada porticata con portici a sesto acuto, molti palazzi dipinti come si usava all’epoca. Oltre ad una piacevolissima passeggiata tra i carrugi non perdetevi il Ponte Antico, i primo e più grande che attraversa la valle. A differenza degli altri che incontrerete questo è a multiple arcate completamente costruito in pietre. Oltre alle sue dolcissime olive Taggia è famosa per i Canestrelli delle piccole ciambelline salate fatte con la pasta della focaccia ma lasciati biscottare di più. Come da tradizione si mangiano a colazione nel caffè latte.

Se vi affascinano i luoghi particolari ed abbandonati vi suggerisco di fare un salto a Bussana Vecchia, quel che resta di un borgo in parte distrutto dal terremoto del 1887 e in parte occupato, ove possibile da hippy di tutto il mondo verso gli anni ’80. Negli anni si è creata una community davvero particolare, con scuole, abitazioni condivise, locande e pittori. In estate è molto frequente trovare persone che piantano tende nei vari giardini ampliando la comune. Vi consiglio di visitarlo il tardo pomeriggio in modo da restare per un aperitivo e cena. Ci sono diversi ristoranti molto buoni e spesso la serata regala spettacoli come danze, concerti improvvisati e una volta ho assistito anche una lotta con spade infuocate.

Badalucco, è un centro un po’ più grande, segue sempre il corso del fiume ed è cresciuto nei secoli per i suoi frantoi, vi suggerisco anche una visita al Museo del Frantoio dove vi spiega bene la storia di questa macchina. Badalucco è abbracciata da 2 ponti a schiena d’asino che ne delimitano l’inizio e la fine, nelle anse del fiume si trovano anche due grandi spiagge fluviali ed un antico lavatoio. Oltre ai suoi vicoletti clorati a Badalucco ci sono anche molte opere di street art di artisti famosi.

 

Proseguendo sempre in alto arriviamo a Triora, antico paesino medioevale famoso perché si narra ci fossero delle streghe graziate dalla pena di morte che hanno “deciso” di continuare a vagare per il paese anche dopo la sua morte. Per gli amanti della storia medioevale legata alla stregoneria c’è un museo che racconta molti segreti. Triora è ance famosa per i suoi buonissimi prodotti, lo zafferano, la lavanda, è un sogno andare durante l’epoca di fioritura. Per i più golosi non perdetevi una fetta di pane di Triora con il bruzzo un tradizionale formaggio di capra aromatizzato, decisamente molto odoroso e forte; nasce come piatto povero dei pastori ed ora è una prelibatezza slow food.

Leggermente più a valle si trova Molini di Triora, famosa per il suo mulino ad acqua anche se adesso è diventata una località molto conosciuta perché nelle piscine naturali che fa il fiume Argentina ed in una vasca artificiale costruita qualche anno fa si può fare il bagno nelle torride giornate d’estate.

Liguria i borghi della Val Nervia:

Iniziamo da Dolceacqua paesino diventato famosissimo perché Monet lo ritrasse in più quadri durante il suo viaggio lungo la Riviera Ligure. Per la storia della Liguria invece rappresenta un luogo simbolo di forza e resistenza, fu una roccaforte della famiglia Doria durante il medioevo, in questo luogo ci fu una cruenta battaglia con la famiglia Grimaldi di Monaco, ma i genovesi ne uscirono vittoriosi. La Val Nervia è molto famosa anche per i vini che si producono in queste alture, nella zona di Dolceacqua si produce il Rossese, vi consiglio di prenotarvi una degustazione in una cantina con vista.

 

Apricale, un delizioso borgo medioevale completamente a picco su di una ripida vallata. Molto arroccato, troneggia in alto il Castello della Lucertola, anch’esso proprietà della famiglia Doria. Oltre al bellissimo ambiente medioevale la cucina dei ristoranti è di altissima qualità, vi consiglio piatti tipici della tradizione come i ravioli di borragine, il coniglio alla ligure e pansarola con il mascarpone, dolce tipico di questo borgo, una specie di chiacchiera carnevalesca gonfia che si accompagna a mascarpone caldo.

Rocchetta Nervina, un minuscolo paesino costruito proprio intorno al torrente, oltre ad avere numerosi punti in cui il fiume regala delle piccole spiagge balneabili o addirittura delle piscinette, è un punto nevralgico per chi ama il trekking. Da questo paesino partono tantissimi cammini per le Alpi, tutti molto panoramici e alcuni che arrivano persino in Francia.

Il bello di questi percorsi è che riescono a conciliare perfettamente l’attività fisica con la scoperta culinaria, in più scoprirete molti segreti della cucina ligure, una cucina non troppo nota ai più, che si basa in modo prevalente sulle verdure locali e su pochissime carni bianche o pesci poveri. Segreto che non tutti sanno, ho la nonna ligure, e sono cresciuta con queste ricette, ed ogni volta mi immaginavo un tempo antico in cui gli uomini navigavano a volte anche per mesi e le donne dovevano portare avanti la famiglia com molta fantasia e utilizzo di prodotti davvero poveri. Se visiterete questi paesi fatevi raccontare l’origine di alcune ricette, si impara moltissimo mangiando.