Cosa vedere nel borgo di Frosolone, nel Molise

Il paesino molisano è una delle capitali italiane della produzione di coltelli. Ma forbici e lame non sono l'unica cosa da vedere nel borgo

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SiViaggia

Redazione

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Adagiato su un promontorio e incastonato in un paesaggio da sogno, il borgo di Frosolone è come uno scrigno ricco di storia: la storia dei terremoti, che nel corso dei secoli hanno segnato i muri ma non hanno piegato la voglia di rimboccarsi le maniche degli abitanti, e la storia degli artigiani esperti conoscitori dell’arte della lavorazione del metallo per preparare coltelli e lame. Ancora oggi a Frosolone, in provincia di Isernia e situato a poco più di trenta chilometri da Campobasso, ci sono botteghe che portano avanti una tradizione che fino al secolo scorso animava decine di negozietti del paese. Ma il piccolo borgo molisano circondato su tre lati da scarpate conserva anche importanti pagine di storia dell’arte, custodite nelle chiese che costellano il territorio, e una altrettanto importante tradizione agricola, con alcuni pastori ancora impegnati nella transumanza.

Il museo dei ferri taglienti

Per celebrare la tradizione artigianale di fabbricazione di coltelli, alla fine del secolo scorso è stato aperto a Frosolone un vero e proprio museo che racchiude oggetti e attrezzi che descrivono l’evoluzione di quest’arte che nel borgo molisano ha stabilito la sua capitale. Centinaia i pezzi in esposizione grazie all’impegno del Comune. Gli spazi che ospitano il Museo dei ferri taglienti, dove tempo fa era possibile anche vedere all’opera le mani degli artigiani impegnati nella forgiatura, hanno riaperto le proprie porte ai visitatori nelle scorse settimane dopo la chiusura imposta dall’emergenza sanitaria scoppiata a inizio 2020. La riorganizzazione imposta dalla crisi di carattere sanitario richiede tuttavia la prenotazione della visita, che si può concordare contattando il municipio e i volontari che accompagnano il pubblico durante la visita. Tra il patrimonio conservato nelle sale anche attrezzi appartenuti ad alcuni tra i migliori lavoratori di forbici e coltelli di Frosolone del secolo scorso.

In mostra inoltre ci sono lame da taglio militari messe a disposizione dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e i prodotti realizzati durante le manifestazioni organizzate negli anni recenti con la partecipazione di artigiani impegnati nella forgiatura a mano davanti agli occhi dei turisti. Dal 1996 Frosolone ospita infatti una vera e propria Mostra-mercato delle forbici e dei coltelli organizzata abitualmente nel mese di agosto. Bancarelle e botteghe, per tradizione, espongono i propri lavori in una tre-giorni di festa che ha guadagnato con il passare del tempo una rilevanza di carattere nazionale. Nel 2020 le limitazioni imposte per prevenire i contagi da coronavirus hanno spinto i promotori dell’evento verso una riflessione sull’opportunità di non organizzare la proposta con le modalità tradizionalmente scelte per la manifestazione, da sempre premiata dai visitatori. Tra gli appuntamenti entrati nel calendario tradizionale del borgo, infine, anche una sfilata estiva dei carri allegorici.

Il borgo medievale più forte del terremoto

Le testimonianze della storia antica di Frosolone sono ancora presenti, nonostante i terremoti che a più riprese hanno fatto tremare la terra sotto il paesino in provincia di Isernia. L’impianto medievale del borgo è ancora visibile. Le tre porte di Santa Maria, San Pietro e Sant’Angelo, con i loro archi, un tempo segnavano l’accesso al cuore dell’abitato. Passeggiare lungo le strade del paese, tuttavia, permette ancora di respirare un’atmosfera ricca di fascino. Da vedere, a Frosolone, non ci sono soltanto le botteghe dei coltellai. Merita attenzione anche il Palazzo baronale, con le sue arcate e un loggiato cinquecentesco. Anch’esso è un’eredità medievale che nel corso dei secoli ha cambiato forma e funzione ma resta a impreziosire il centro.

Infine le chiese: il borgo dello splendido Molise ne conta ancora numerose, alcune delle quali danneggiate dalle scosse sismiche registrate nel corso dei secoli e poi recuperate. Su tutte va ricordata la chiesa di Santa Maria Assunta, con le sue tele dipinte e il campanile imponente. Poi San Pietro, con accanto il complesso dedicato a Santa Chiara, fondato nel 1367 e divenuto con il passare del tempo persino carcere. Infine la chiesa di San Michele Arcangelo che ancora mostra l’impianto duecentesco. Degna di una visita anche la chiesa di Santa Maria delle Grazie, fuori dal centro. Trova spazio all’esterno del nucleo di antica formazione di Frosolone, inoltre, una fontana dedicata all’Immacolata risalente al secolo scorso e arricchita da lavatoi laterali. Poco distante dalle case, poi, capita tuttora di vedere gli animali degli allevatori locali, alcuni dei quali ancora dediti alla transumanza insieme alle loro bestie.