Cosa vedere a Bova, splendido borgo della Calabria

Parti alla scoperta del bellissimo borgo di Bova, in Calabria: ecco cosa vedere e cosa fare

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Redazione

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Pubblicato: 28 Gennaio 2020 17:36Aggiornato: 15 Luglio 2022 12:23

Il borgo di Bova è arroccato sul versante est dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Con meno di 500 abitanti ed un’atmosfera d’altri tempi, Bova si è conquistato di diritto un posto d’onore tra i Borghi più Belli d’Italia. Merito delle sue bellezze leggendarie e degli scenari da lasciare senza fiato.

Il paese è considerato la capitale culturale della Calabria Greca, la zona che dalle coste dall’Aspromonte scende giù verso lo Ionio, antico luogo di conquista da parte della popolazione ellenica e storicamente culla di un meraviglioso crogiolo di culture e di lingue diverse. Si narra infatti che Bova fu fondato da una regina greca, che condusse il suo popolo dalle coste verso l’entroterra, stabilendo la sua residenza sulla vetta del colle del paese.

Ed è proprio qui, tra i comuni dell’area circostante (Bova, Gallicianò, Roghudi e Roccaforte del Greco) che ancora oggi si possono vedere i suggestivi segni di questa epoca passata: dalle tradizioni ai suoni linguistici tipici della Calabria che si fondono con quelli della Grecia. In un mélange culturale incredibilmente affascinante e dai toni romantici. Le origini di Bova in ogni caso si perdono nei tempi, e ritrovamenti risalenti al neolitico precedono testimonianze storiche databili intorno all’anno mille, momento in cui i Normanni scalzarono Bizantini e Arabi nella dominazione di Sicilia e Calabria.

Cosa fare e cosa vedere a Bova

Il paese di Bova, infatti, è dominato dall’alto dalle rovine dell’antico Castello Normanno, risalente al secolo XI e rafforzato in seguito dagli Aragonesi. Gli stretti vicoli di Bova si intersecano sotto il vigile controllo del castello, e si uniscono in un labirinto di suggestivi passaggi dominati dal calore delle pietre e da un’atmosfera sospesa nel tempo. Atmosfera palpabile e che si può assaporare a pieno passeggiando per le strade del paese. Il modo migliore per conoscere l’essenza del luogo e per non perderne nemmeno uno scorcio. Tra portali in pietra e saliscendi pittoreschi, Bova è capace di regalare emozioni davvero autentiche.

A partire da quella che colpisce ogni visitatore alla vista dell’originale monumento che decora una delle piazze principali del borgo: dal 1987 infatti Piazza Ferrovieri d’Italia accoglie una pesante locomotiva Ansaldo Breda, un ornamento decisamente curioso, specialmente per un paese dove la ferrovia non è mai arrivata. Cosa simboleggi è discusso: c’è chi dice sia dedicata ai ferrovieri che hanno lavorato alla vicina ferrovia Ionica e chi sostiene, invece, che sia una malinconica memoria di chi da Bova a bordo di un treno se n’è andato, contribuendo al drastico calo della sua popolazione.

Locomotiva a Bova
Fonte: 123rf
La locomotiva in Piazza Ferrovieri d’Italia

Esplorando il territorio di Bova, chiamata anche Vuà dagli abitanti del posto, si incontrano anche eleganti palazzi nobiliari come Palazzo dei Nesci Sant’Agata, risalente al XIX secolo o il Palazzo del Municipio, eretto sui resti di un precedente edificio, la cui vecchia cappella ospita oggi l’ufficio turistico locale. Bova vanta anche la presenza di numerosi edifici religiosi, tra i quali spicca il Santuario di San Leo, patrono del borgo, adorato con particolare devozione da parte della popolazione locale. Le reliquie del santo sono gelosamente custodite da un’urna d’argento e sull’altare della chiesa svetta una statua dello stesso opera di Rinaldo Bonanno.

La Concattedrale di Bova o Cattedrale di Santa Maria dell’Isodia, è situata in una posizione sopraelevata rispetto al centro storico, in prossimità del Castello Normanno, ed è stata edificata sulle spoglie di un’antica chiesa bizantina. Custodisce opere di rilievo, tra le quali la statua in marmo della Madonna col Bambino, opera sempre del Bonanno del 1584.

Ma non solo. A meritare una visita sono anche la tardo rinascimentale Chiesa dello Spirito Santo e la Chiesa di San Rocco, mentre per un’immersione nella cultura locale non si possono perdere gli interessanti musei della cittadina: il Museo della Lingua Greco-Calabra, tempio della lingua grecanica, il Museo di Paleontologia e Scienze Naturali dell’Aspromonte ed il Sentiero della Civiltà Contadina, un museo a cielo aperto che si snoda tra i vicoli del borgo e permette di osservare strumenti antichi, torchi, mulini ad acqua e altri oggetti appartenenti agli usi contadini dei tempi che furono. Non si può lasciare il borgo senza essersi affacciati dalla celebre balconata di Bova, un entusiasmante punto panoramico dal quale è possibile ammirare l’arco costiero poco distante.

Bova e le pupazze: suggestivi rituali religiosi

Ogni anno viene celebrava a Bova la tradizionale Festa delle Pupazze, in occasione della Domenica delle Palme. La celebrazione prende origine dal mondo della mitologia greca e dei riti religiosi eleusini.

Combinando con toni vibranti e profondamente sentiti vecchie tradizioni e spiritualità religiosa. Le pupazze sono figure femminili realizzate dagli abitanti intrecciando con pazienza rami d’ulivo intorno ad un’asse di canna. Una volta assunte sembianze antropomorfe, le pupazze, vengono impreziosite con fiori e frutta e portate in processione lungo le strade del paese, fino alla Chiesa di S. Leo, dove ricevono una benedizione. Una festa fortemente simbolica, sentita, avvolta di mistero e un’enorme carica ritualistica: assolutamente da non perdere.

Importanti, poi, anche le celebrazioni del Santo Patrono San Leo, nel mese di maggio e il Paleariza, un festival etno-culturale-musicale che promuove usi e costumi tradizionali, e che va in scena nel mese di agosto.

Bova
Fonte: 123rf
Veduta del magico borgo di Bova

Cosa mangiare a Bova

E non si può parlare di Bova senza citare anche la sua tradizione culinaria. La cucina tipica di Bova ha sapori di montagna e la rusticità della gastronomia di derivazione contadina. I sapori forti della terra deliziano il palato ed esprimono una decisa personalità. Tra le ricette più diffuse troviamo i maccaruni, pasta casereccia servita in genere con ragù di polpette o sugo di capra e cosparsa di ricotta salata, o i tagghiarini cu li ciciri, asta casereccia con ceci aromatizzati all’alloro. A stuzzicare il palato ci sono anche i pruppetti di ricotta, cotte nel sugo di pomodoro ed aromatizzate al pecorino, le stopitte o pitte veloci, sfoglie senza lievito fritte in olio d’oliva e le zippole, pasta lievitata filante fritta nell’olio di oliva e attorcigliata qualche volta con un pezzo di acciuga. Un estremo valore calorico, ma dal gusto imbattibile.

Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.