La psicologia svela perché viaggiamo in posti in cui siamo già stati

Spesso torniamo in viaggio in luoghi in cui si è già stati: ecco cosa dicono gli esperti al riguardo

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Dallo scoppio della pandemia le abitudini di viaggio, ma anche le mete desiderate da ognuno di noi sono cambiate. Quando tutto era normale, infatti, in molti sognavano di andare in posti esotici o città all’avanguardia come la famigerata New York. Con l’arrivo del Covid, tuttavia, la voglia di tante persone è quella di tornare nella propria città natale e trascorrere il tempo con la famiglia o in posti in cui sono già stati e che si conoscono bene.

Per spiegare questi meccanismi legati principalmente alla nostalgia, che ha sempre svolto un ruolo significativo nel determinare dove si sceglie di viaggiare e perché, interviene la psicologia (e non solo).

Per esempio Karen Stein, sociologa e autrice di “Getting Away from It All: Vacations and Identity” spiega che i volti e luoghi possono avere significati davvero profondi per ognuno di noi, in termini di come pensiamo di noi stessi, di chi siamo e di come ci situiamo nel mondo.

I posti che fanno bene al cuore

I viaggiatori vantano moltissimi e diversi motivi per tornare nelle destinazioni che conoscono e amano. A volte si tratta di ragioni che non sono nemmeno esprimibili con tranquillità a parole. Diventa difficile, infatti, spiegare come un determinato luogo riesca a suscitare le emozioni in un modo che nient’altro può fare.

Ci sono posti, del resto, che fanno bene al cuore. Spesso si tratta di luoghi che fanno riaffiorare ricordi di infanzia e che ci portano, con la mente, a viaggiare indietro nel tempo. Basti pensare al legame che si instaura con un determinato territorio anche per via dei sapori unici e dei profumi emanati da quella specifica terra.

Oppure all’arte. In fondo il valore storico e culturale di una determinata città (o luogo qualsiasi )non smette mai di incantare il visitatore. Ogni volta che si visitano determinate località sembra come se fosse la prima.

La familiarità di alcuni luoghi

Per molti, invece, il motivo principale che porta a scegliere un posto in cui si è già stati, soprattutto in tempi di pandemia e lontananza dagli affetti,  è la “familiarità”. E a tal proposito Nancy Schretter, viaggiatrice e guida turistica statunitense, come si può leggere sulla rivista ELLE, spiega che “tornare in un posto che sai adorerai nuovamente ha qualcosa di speciale. Se un luogo vi rende felici, continuerete sempre a farvi ritorno”. Un altro motivo, dunque, è la felicità. Del resto, quando associamo un determinato luogo a questo sentimento vuol dire che ci sentiamo al sicuro.

I livelli di stress

Da non sottovalutare (in particolare in questo periodo pandemico tra restrizioni e norme rigidissime) è anche il livello di stress che comporta organizzare un viaggio. Sì, perché pianificare una gita in un posto in cui si è già stati e in cui tutto sembra a portata di mano significa avvertire meno pressione. E a tal proposito Alice Boyes, ex psicologa clinica e oggi autrice di libri che riguardano il suo precedente percorso, racconta: “a mio marito, ad esempio, piace tornare nei luoghi e ripetere escursioni naturalistiche che abbiamo già fatto“.

Questo perché, in alcuni casi, i viaggi che abbiamo già fatto ci aiutano a staccare dalla routine quotidiana e dedicarci a un passatempo, in questo caso viaggiare, che ci permette di rigenerarci e quindi di ricaricare le energie. “Il fattore trainante è la prevedibilità – continua la psicologa – un piccolo centro cittadino potrà vantare un paio di negozi nuovi, ma in pratica sarà sempre lo stesso. Il lago, l’uomo del traghetto che ci porta sull’altra sponda, sono tutti piacevolmente familiari“.

Non da meno, e anche per il motivo detto sopra, è l’importanza  del legame che si instaura con la cultura e le comunità locali. Come se si avvertisse un forte bisogno di esplorare e capirne ancora di più al fine di immergersi sempre più a fondo sotto la superficie. Come a sentirli parte di noi stessi. Ancor più importanti, e anche in questo caso lo diventano maggiormente dopo un periodo di isolamento, sono i rapporti personali che si creano durante un viaggio.

Inoltre, i luoghi già visitati hanno un particolare vantaggio: quello di essersi già imbattuti in tutte le trappole per turisti durante la prima esperienza. Una condizione che consente di concentrarsi maggiormente sul relax e sull’esplorazione di quartieri meno battuti, di sentieri mai attraversare e di spiagge paradisiache sconosciute.

Mete come tradizioni e luoghi che cambiano

In alcuni casi, invece, molte mete di viaggio diventano vere e proprie tradizioni di famiglia. In estate, per esempio, diversi genitori portano i figli su una spiaggia precisa e lì, come nucleo, si creano dei ricordi preziosi a tal punto che da adulti, quegli stessi bambini, vorranno condividere la medesima esperienza con i loro figli.

Da non dimenticare è anche che molti luoghi cambiano. In fondo, a volte a farci amare o detestare un posto è un incontro casuale, la differenza fra una giornata di sole o di pioggia. Questo vuol dire che Il posto che abbiamo detestato all’inizio, potremmo amarlo profondamente al nostro ritorno, in una stagione diversa, magari con il sole, con le lunghe giornate e i prati in fiore.

Infine, in questo particolare momento storico sembra quasi impossibile riuscire a parlare di viaggi con la stessa disinvoltura di un tempo. Basti pensare ai passaporti per le vaccinazioni, i test rapidi Covid effettuati in aeroporto e il dover indossare la mascherina a bordo degli aerei. Tutte novità che però dobbiamo accettare e che potrebbero rimanere per lungo tempo parte dell’esperienza di viaggio. Tuttavia, al momento molti di questi obblighi ancora spaventano diverse persone, ed ecco perché anche tutto ciò diventa un enorme motivo che spinge moltissimi a tornare nei posti che già conoscono bene, e magari a pochi passi dalla propria casa.

Insomma, nonostante tutto quel che è certo è che bisogna riprendere viaggiare e per tanti, tantissimi motivi. E ognuno di noi è assolutamente libero di scegliere se tornare in una destinazione già visitata oppure dirigersi in un posto nuovo. Quello che conta davvero è che un viaggio sia in grado di renderci felici, di farci sentire bene e di rimetterci in pace con il mondo (sia nel caso di un posto nuovo, sia se si decide di rimettere piede in posti che si conoscono già).