Dopo anni passati a sonnecchiare Salerno sembra aver trovato una nuova giovinezza e la città con un occhio alla sua tradizione millenaria e al futuro è tutta da riscoprire. Tecnologia, profumo di mare e salsedine, vicoli, case storiche, giardini, profumi e monumenti. La città è un crocevia di culture, come dimostra la stessa storia della Scuola Medica Salernitana, la più antica istituzione medievale sorta in Europa con il contributo di saperi greci, latini, arabi ed ebraici. Dalle radici nel’VIII sec. raggiunse il suo periodo d’oro all’inizio del XIII sec. sotto Federico II di Svevia che ne finanziò la ricerca scientifica per poi declinare nell’800 quando Gioacchino Murat nel riorganizzare l’istruzione del Regno di Napoli soppresse la facoltà di Salerno a favore di quella di Napoli.
Il nucleo medievale di Salerno è tutto nell’intrico di vicoli e stradine che ricalcano il decumano basso di origine romana – da non perdere via dei Mercanti – e che si snoda verso la sommità della collina fino ad arrivare al Castello di Arechi. Se il centro storico è un pullulare di negozietti e boutique, ristoranti (chi resisterebbe a un piatto di pasta e fagioli con le cozze o alla mozzarella di bufala) e wine-bar, antichi orti e palazzi, è al castello che si può ammirare pienamente il mare e respirare ancora di più l’aria di un passato glorioso. Arechi II fu il principe longobardo che nell’VIII sec. ideò quell’impianto difensivo di cui il castello, oggi sede di mostre e convegni, e la Torre Bastiglia sono i due volti più noti.
La Chiesa di Santa Maria De Lama conserva le uniche tracce di pittura longobarda ma meritevoli di una visita sono anche le chiese barocche di S. Giorgio e della Madonna delle Grazie mentre una menzione a parte merita il Duomo dedicato all’evangelista e apostolo Matteo (di cui custodisce le reliquie) e amatissimo dai salernitani. Roberto D’Altavilla detto Il Guiscardo lo fece costruire nel 1076 ed è uno dei più suggestivi esempi di architettura medievale dell’Italia meridionale.
Salerno può vantare anche un altro primato: i Giardini di Minerva, un orto terrazzato creato da Matteo Silvatico, insigne medico della Scuola Salernitana, sono il primo orto botanico del mondo occidentale. Collegati tra loro da una scala seicentesca che si sviluppa ai piedi del colle Bonadies consentono di vedere in un unico colpo d’occhio sia il centro storico sia la zona del porto.
È sul lungomare che si concentra il futuro della città. L’inaugurazione della prima tratta della metropolitana Salerno-Arechi è alle porte mentre proseguono i lavori alla Stazione Marittima e in piazza della Libertà. La Stazione Marittima, firmata da Zaha Hadid, ospiterà uffici amministrativi ma soprattutto sarà il terminal per i traghetti, aliscafi e le navi da crociera. La sua silhouette, che nelle intenzioni dell’architetta anglo-irachena ricorda un’ostrica, è levigata e fluida ed è destinata a cambiare la skyline della città insieme al controverso progetto del Crescent, firmato da Ricardo Bofill.
Un colonnato ad anfiteatro con negozi, uffici, abitazioni e un parcheggio che ha diviso i salernitani fin dalla sua presentazione. Un’opera imponente che entusiasma il sindaco De Luca, che immagina Salerno baricentro tra la Costiera Amalfitana e Capri, il Cilento, Paestum, Pompei, e il cui impatto ambientale (soprattutto sulla storica spiaggia di Santa Teresa) allarma non pochi cittadini. Riuniti in un comitato – il No Crescent – hanno presentato diffide, ricorsi e un’interrogazione parlamentare. Spirito di innovazione ma anche strenua partecipazione per una crescita che sia davvero rispettosa dei tesori e delle ricchezze di Salerno: è questo spirito che la anima.