Tutti i segreti del Teatro Margherita di Bari

Sul lungomare di Bari c’è un imponente edificio rosa in stile Liberty che è impossibile non notare

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Sul lungomare di Bari c’è un imponente edificio rosa in stile Liberty che è impossibile non notare. Vista la sua posizione pieds dans l’eau, si direbbe un ex stabilimento balneare, un po’ come quello che domina la spiaggia di Mondello, a Palermo, e che è divenuto ormai il simbolo di questa località.

Invece no, quella splendida palazzina è il Teatro Margherita e ha una storia incredibile da raccontare. Se avete seguito la fiction Tv RAI “Le indagini di Lolita Lobosco” con Luisa Ranieri lo avrete sicuramente notato già dalla sigla iniziale. Inoltre, la vicequestore di Polizia Lobosco vi passa spesso accanto durante le sue sessioni di jogging mattutine. Oggi è bellissimo ed è stato riaperto solamente nel 2018, dopo un lungo restauro.

Il Teatro Margherita di Bari

Innanzitutto, fu costruito su una palafitta e, inizialmente, era fatto di legno. Il motivo della palafitta era che, per via di un accordo preso tra il Comune di Bari e una famiglia della città (i Petruzzelli, proprietari del teatro cittadino più famoso) non era possibile costruire altri teatri sul suolo comunale, ma lo si poteva fare sul mare. Essendo sostenuto da pilastri conficcati direttamente nei fondali questo teatro risultava dunque regolare.

Nel 1911, però, un grosso incendio distrusse completamente il Teatro Margherita, così si decise di riedificarlo e fu il cemento armato. A Bari è stato il primo edificio di cemento armato a essere costruito. Essendo interamente circondato dall’acqua il teatro era quindi collegato alla terraferma tramite un pontile. Ancora oggi detiene un record: è l’unico teatro d’Europa per questa particolare costruzione su palafitte.

L’inaugurazione avvenne nell’agosto 1914 e fu un grande successo. Allora non si chiamava ancora Teatro Margherita ma Kursaal, che indica un luogo mondano e di aggregazione. Non mancarono le solite critiche. Prima fra tutte l’imponenza della costruzione rispetto al resto degli edifici del lungomare barese. Di fatto, per i tempi, diremmo che era un vero ecomostro. La sua facciata con l’ampio arco affiancato da due torri e le grandi finestre delimitate da capitelli corinzi lo rendevano comunque spettacolare.

Oltre a ospitare spettacoli e varietà, il Teatro Margherita era anche un museo e un cinema. Durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il luogo dell’entertainment dei militari britannici, tanto che gli cambiarono anche il nome in Garrison Theatre. Danneggiato dalle bombe, venne sistemato alla bell’e meglio e restò un cinema fino agli Anni ’80.

Nel 2009 sono iniziati i lavori di restauro, anche grazie al contributo del ministero dei Beni culturali (MiBACT), terminati solo nel 2018. La cupola è stata completamente restaurata, i ballatoi ampliati, la torre scenica trasformata in area espositiva e la terrazza vista mare è stata chiusa con infissi di ferro battuto che ricordano la forma di una farfalla.

L’edificio ora è tornato al suo antico splendore ed è anche più bello di prima, tanto che ospita il BAC, il museo di arti contemporanee, su un progetto del celebre archistar David Chipperfield e, al piano terra, il Circolo della vela. Quando si va a Bari è impossibile non notarlo ancora oggi, nonostante i palazzi intorno siano cresciuti in numero e in altezza rispetto agli Anni ’20.