Tibet, c’era una volta un antico regno

Nel Tibet si possono ammirare i resti del Regno di Guge, un luogo ricco di cultura e di storia

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Redazione

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Spiritualità, montagne misteriose e panorami mozzafiato: il Tibet, la regione autonoma asiatica incastonata nella parte Nord dell’Himalaya, è tutto questo e anche di più. È la meta ideale per un viaggio diverso dal solito, un’occasione unica per riscoprire sé stessi tra la bellezza della natura incontaminata e il silenzio dei monasteri buddhisti.

Non è un caso che sia conosciuto anche come “tetto del mondo”: le sue vette sono un richiamo irresistibile per gli appassionati della montagna alla ricerca di una scalata indimenticabile. Un viaggio in Tibet significa anche scoprire un regno che è scomparso per sempre, ma ha lasciato un segno indelebile nel paesaggio.

Le rovine di Guge permettono al visitatore di capire quanto fosse ricco culturalmente e artisticamente il Tibet nell’antichità. Addentrarsi in quella che un tempo era un’importante rotta commerciale è senza dubbio un’esperienza che vale la pena provare.

Gli incantevoli paesaggi del Regno di Guge

Scomparso a seguito di una guerra alla metà del ‘600, il Regno di Guge si mostra ancora oggi in tutta la sua bellezza, grazie alle rovine rimaste intatte e protette dalle montagne rocciose. Il clima secco e fresco del luogo è stato uno dei maggiori artefici della meravigliosa conservazione dei resti di una civiltà che ha avuto il suo massimo splendore diversi secoli fa.

Il complesso, arroccato su una collina alta 300 metri, ha un fascino che rapisce al primo sguardo per la sua maestosità. Proprio questa collina, infatti, emerge in tutta la sua grandezza dalla riva del fiume Xiangquang, appartenente al distretto di Zaborang, a pochi chilometri dalla contea di Zada regalando un pizzico di mistero a quello che una volta è stato il Regno di Guge.

A dominare il paesaggio è il palazzo, che sembra un castello e che sovrasta l’intero territorio a cui fanno seguito i templi e gli edifici residenziali, tutti collegati da un complicato sistema di tunnel sotterranei.

A rendere ancora più affascinante questo luogo ci ha pensato il restauro completato nel 2016 che ha riportato alla luce stanze, pagode, tombe, opere d’arte e soprattutto dei murales particolari presenti all’interno dei quattro templi che hanno contribuito a rendere famoso il regno.

Panorama del Regno di Guge
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Il meraviglioso panorama del Regno di Guge

La fine del Regno di Guge

Ma come è possibile che una civiltà così prolifera, epicentro delle rotte commerciali, sia scomparsa all’improvviso? I motivi della fine di un regno che al suo apice comprendeva l’intero Ngari e si estendeva anche al Kashmir e all’odierno Pakistan, non sono molto chiari, anche se sono state formulate delle teorie in proposito.

Secondo una di queste ricostruzioni, bisogna tornare indietro al IX secolo, quando finì il regno dell’imperatore del Tibet Lang Dharma a causa di una guerra civile.

Il pronipote di Lang Dharma, Jide Nyimagon, si spostò con il suo seguito fino a Ngari dove fondò il Regno di Guge. A loro volta, i tre figli di Nyimagon fondarono altrettanti regimi, Guge, Ladakj e Burang. Fu proprio la conquista del Palazzo di Guge nel 1635 da parte dell’esercito del Regno di Ladakh a mettere la parola fine allo stesso Regno di Guge. Il palazzo fu completamente devastato e i famigliari dell’ultimo imperatore di Guge sparirono per sempre.

È una storia davvero emozionante che si può apprezzare ancora meglio ammirando da vicino lo splendore di queste rovine.

Rovine delle abitazioni di Guge
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Uno scorcio delle rovine del Regno di Guge