In Brianza c’è una villa infestata da fantasmi. E si può visitare

Alle porte di Milano, c'è una villa storica meravigliosa, Villa Sormani Marzorati Uva, che nasconde tanti misteri

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Pubblicato: 27 Settembre 2021 17:04

Alle porte di Milano, c’è una villa storica meravigliosa, con un enorme parco, che si può visitare. È Villa Sormani Marzorati Uva e si trova nel Comune di Missaglia, una delle più belle ville della Brianza, ancora abitata dal Conte e dalla Contessa Uva, che organizzano eventi e visite guidate. Questa, però, non è la solita casa-museo come tante altre. Tra le sue mura si nascondono dei fantasmi. E non uno solo, sono molti di più.

Chi ha avuto la fortuna di soggiornare nella villa, ospite dei Conti, ha raccontato di aver avvertito una “strana presenza” nella stanza da letto. “Chiunque ci abbia dormito”, racconta il Conte Alberto Uva “era a disagio”. Per questo motivo la stanza è stata trasformata in lavanderia e nessuno ci ha più soggiornato.

Ma non è stato l’unico episodio. “Un giorno”, prosegue il Conte Uva “su un muro in alto., sotto il soffitto a cassettoni, è apparsa una faccia disegnata con il carboncino. Questo disegno è rimasto lì molto tempo, poi un bel giorno è sparito”. Chi lo abbia disegnato non si sa. Il mistero non è mai stato svelato. “Fuori da quella stessa stanza”, continua il Conte, “un giorno la domestica ha trovato una ciocca di capelli. Nonostante l’avesse gettata, per alcuni giorni sono apparse altre ciocche di capelli”. E ancora: “Due ospiti che hanno dormito in una stanza con il letto a baldacchino, una mattina alle 5 si sono svegliati entrambi perché avevano sentito odore di rosa. La rosa è il tipico odore dei fantasmi”.

Villa Sormani Marzorati Uva
Fonte: SiViaggia
Villa Sormani Marzorati Uva a Missaglia, in Brianza

Ormai i proprietari ci hanno fatto l’abitudine alla convivenza con queste estranee presenze e non temono alcun fantasma. Ma a sentire i loro racconti viene la pelle d’oca.

Del resto, Villa Sormani Marzorati Uva ha una storia antichissima e di cose ne sono avvenute tantissime nel corso dei secoli. Fu costruita sui resti di un castrum romano dove venne edificato il palazzo del ‘300. Proprio nella cappella adiacente alla villa, la Chiesa di Santa Croce, dietro una nicchia, durante i lavori di restauro nel 1965 sono stati trovati i resti di un soldato romano, con tanto di punta di giavellotto, una frombola (una sorta di fionda), una moneta che risale alll’anno 22 d.C. e diverse offerte votive. Si pensa che uno dei fantasmi che si aggirano per le mura del palazzo sia proprio il suo. E, sotto le fondamenta della chiesetta, è stato rinvenuto addirittura un ossario risalente alla grande peste raccontata dal Manzoni. Quindi, di anime in pena devono essercene parecchie.

Racconta il Conte Uva a tal proposito: “Un giorno, Gabriella Alvisi (una delle più note esperte di psicofonia in Italia, ndr), lasciò un registratore acceso per dieci minuti nella sala delle armi, poi tornò e ascoltò la registrazione: si sentiva un fruscio e poi una voce che chiaramente diceva “Qui c’è un feretro e io sono un corpo ucciso”. Forse si trattava proprio del soldato romano. In un’altra registrazione effettuata nella sala delle divise, invece, la Alvisi ha registrato addirittura una festa, con tanto di voci e musica”. Insomma, pare proprio che i fantasmi qui si divertano e non abbiano alcuna intenzione di andarsene.

Chi visita la villa, in occasione di eventi come Ville aperte in Brianza, che si tiene nel mese di settembre (quest’anno si possono ammirare in via del tutto eccezionale due meravigliosi dipinti del ‘600, “Bacco su un barile”, di Peter Paul Rubens, e “Madonna con bambino” del suo allievo principale, Erasmo II Quellinus), il Premio Arte e cultura Villa Sormani che si svolge ogni quattro anni (tra i vincitori, anche Pupi Avati, Finazzer Flory, Alberto Zangrillo e molti altri), il Percorso Espositivo in Villa, per visite private, come l’ultimo raduno di auto d’epoca organizzato dall’MG Car Club d’Italia, ha un cicerone d’eccezione: il Conte Uva in persona. E non è da poco.

Villa Sormani Marzorati Uva ingresso
Fonte: SiViaggia
L’ingresso di Villa Sormani Marzorati Uva

Il tour guidato della villa è un viaggio indietro nel tempo che si mescola a racconti, aneddoti personali e misteri mai svelati. Si scopre il pozzo di origine romana, per esempio, che si trova sotto il pavimento dell’ingresso. Profondo una quarantina di metri, è ancora pieno d’acqua. Gli speleologi che l’hanno ispezionato hanno scoperto che, appena sopra il livello dell’acqua, si trovano dei tunnel segreti che devono ancora essere esplorati. Chissà a cosa servivano e chissà dove portano… Un mistero ancora irrisolto di questa villa.

La visita guidata dà accesso alle stanze ancora arredate e abitate dalla famiglia dei Conti Uva e ricche di cimeli storici: la sala delle uniformi (dove è esposta l’uniforme da Ussaro Imperiale asburgico del Conte Carlo Sormani, primo Conte di Missaglia), la sala da pranzo, la sala della musica, la sala del tè, la sala da biliardo.

Tra il 1648 e il 1740, Palazzo Sormani fu residenza di tre celebri condottieri di Casa Sormani, Paolo, Alessandro e Antonio. Tutti e tre furono “Grandi di Spagna” e “Marescialli Imperiali”. La proprietà di Missaglia da quando agli inizi del Seicento passò per ragioni dotali ai Sormani, è rimasta della famiglia attraverso i secoli e, attraverso le varie successioni, fino a oggi. Nel corso dei secoli la villa è stata ampliata e abbellita.

È stato proprio durante i lavori di restauro che sono stati rinvenuti tutti i reperti storici che fanno di Villa Sormani Marzorati Uva un pozzo di storia e di misteri non ancora del tutto svelati. Come quello del teschio, ritrovato dietro un’altra nicchia nell’abside della chiesa, scoperto essere poi quello del Marchese Giorgio Clerici di Cavenago, aiutante di campo del primo Conte di Missaglia Don Paolo Sormani, che perì durante la battaglia di Belgrado dell’agosto del 1717. Il Conte volle riportare in patria ciò che restava del suo aiutante. E, proprio di fianco alla nicchia, è stata scoperta una targa e un “baffomento” che, per chi non lo sapesse, rimanda ai Cavalieri Templari essendo esso uno dei simboli pagani adorato proprio dai Templari. Ma questa è un’altra storia, ancora tutta da raccontare.