Sarà per i castelli e il soffio del vento nelle brughiere desolate o il mistero che circonda certi boschi ma, la Scozia, da sempre, ha la storia più oscura e interessante di tutto il Regno Unito. Fantasmi, leggende ed enigmi fanno da contorno a scenari di una bellezza incredibile, rendendo i luoghi ancora più affascinanti. Come il mistero mai risolto che avvolge il faro delle Isole Flannan e la scomparsa inspiegabile dei suoi guardiani.
Il faro delle Isole Flannan e i suoi guardiani
Le Isole Flannan si trovano al largo della costa scozzese, nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico, e fanno parte dell’arcipelago delle Isole Ebridi Esterne. Qui, vicino al punto più elevato di Eilean Mòr, si trova un faro che, da più di 110 anni, nasconde un triste mistero.
Nel corso dei secoli molti marinai morirono in questo tratto di mare per le sue condizioni particolarmente difficili che, a causa delle forti correnti, fecero schiantare le loro imbarcazioni contro le Flannan. Per evitare ulteriori vittime, nel 1895 si decise di costruire un faro per indicare la presenza delle isole e dare un punto di riferimento alle navi di passaggio.
Non appena la costruzione fu ultimata, 4 anni dopo, furono reclutati quattro uomini esperti di mare per custodirlo e presidiarlo. A turno, 3 uomini trascorrevano sei settimane sull’isola e due sulla terra ferma. La loro triste avventura iniziò il 7 dicembre 1899.
Ogni 15 giorni una nave portava loro viveri e giornali, e rientrava in Scozia con uno dei 4 guardiani. I giorni, le settimane e i mesi si ripeterono così fino a quando iniziarono le misteriose scomparse.
Le misteriose scomparse dei guardiani: l’enigma delle Isole Flannan
Era il 6 dicembre 1900 quando James Ducat, uno dei 4 guardiani del faro, rientrava dal suo periodo di ferie, portando con sé come di consueto provviste e posta. Si diede il cambio con Joseph Moore che, mentre si allontanava sul traghetto per fare ritorno a casa, salutò i suoi compagni per l’ultima volta.
Non si sa cosa sia successo ma, quando Joseph Moore tornò sull’isola, il 26 dicembre, dopo giorni di forti tempeste che impedirono alla nave di avvicinarsi, con sorpresa di tutto l’equipaggio, non ci fu nessuno ad accoglierli.
Moore, insospettito annunciò il suo rientro a gran voce precipitandosi nel faro, rendendosi però conto di essere solo. Controllò la torretta, gli alloggi e la cucina, ma non trovò nessuna traccia dei suoi compagni. Ogni cosa era in ordine, il fuoco era spento e l’orologio era fermo, c’era solamente una sedia rovesciata.
Le indagini iniziarono subito ma, nessun corpo fu mai ritrovato. Gli unici indizi che permisero di effettuare altre ipotesi furono il ritrovamento di un paio di stivali e di un impermeabile. Abbigliamento tipico che i guardiani erano soliti indossare quando uscivano dagli alloggi.
Cosa accadde nessuno lo sa, si pensa che un’onda anomala travolse due dei guardiani e il terzo si precipitò fuori nel tentativo di salvarli, venendo risucchiato da una seconda ondata gelida. Ma allora perché i 3 guardiani il 14 dicembre piansero e pregarono, come riportato sul diario che i 4 uomini avevano deciso di scrivere durante la loro permanenza sul faro? Un vero mistero di queste isole che appartengono al Regno Unito e che ha suscitato l’interesse di migliaia di persone nel corso del tempo.
Il faro dal 1971 fu automatizzato ma le anime dei 3 guardiani sono ancora là, a custodire il loro segreto. Questa vicenda ha fatto da spunto per libri e film, come la pellicola The Vanishing – Il mistero del faro.