
Nuova eccezionale scoperta a Pompei dagli scavi della Villa di Civita Giuliana, maestosa tenuta suburbana: riemerge la stanza degli schiavi, in perfetto stato di conservazione, e offre un ulteriore spaccato di vita quotidiana prima di quel giorno del 79 d.C. in cui le ceneri del Vesuvio soffocarono (al contempo preservandola) la città.
Un ambiente lontano dall'opulenza delle ville signorili, quella parte della società che di solito rimane all'oscuro, un rarissimo esempio che mostra la vita degli schiavi a Pompei: tre letti in legno e una corda, con ancora visibili i segni delle stuoie che li ricoprivano.
Ma non soltanto: intatti davanti ai nostri occhi ci sono oggetti di uso quotidiano quali anfore accatastate, vasi da notte, il timone da carro, attrezzi da lavoro e addirittura i finimenti dei cavalli, il che fa presumere che fosse la stanza di una famiglia di stallieri.
Un dormitorio cupo e angusto, di soli 16 metri quadri, con un'unica piccola finestra a diffondere una luce fioca.
Per gli archeologi il ritrovamento è stato una grande emozione: l'archeologia sa restituire quella parte di storia che viene meno raccontata ma che permette di acquisire nuove e interessanti informazioni sulle condizioni abitative degli schiavi a Pompei e, più in generale, nell'Antica Roma.
Non ci troviamo di fronte alla magnificenza della Villa dei Misteri e al lusso dei giardini ma al cospetto dell'altra vita di Pompei, quella povera e sottomessa, a pochi passi dalla stalla dei cavalli.
Letti poveri, giacigli tra cui si riconosce anche quello di un bambino, costruiti per essere allungati all'occorrenza. La rete dei letti è formata da corde, le cui impronte sono tuttora parzialmente leggibili nella cinerite, e al di sopra di esse vi erano delle coperte in tessuto.
Le analisi di laboratorio aiuteranno poi a svelare l'esatto contenuto delle anfore e delle brocche appoggiate al di sotto delle brandine.
Ora l'obiettivo è quello di proseguire gli scavi nella Villa, come ha annunciato il direttore generale dei Musei Massimo Osanna.
Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha così commentato l'importante ritrovamento: "Pompei è la prova che quando l’Italia crede in se stessa e lavora come una squadra raggiunge traguardi straordinari ammirati in tutto il mondo. Questa nuova incredibile scoperta a Pompei dimostra che oggi il sito archeologico è diventato non soltanto una meta tra le più ambite al mondo, ma anche un luogo dove si fa ricerca e si sperimentano nuove tecnologie".