
AGGIORNAMENTO – Preoccupa l’aumento dei contagi, in vista della stagione invernale oramai alle porte. Mentre in Italia si inizia a ragionare sull’ipotesi di prorogare lo stato di emergenza e, quindi, con l’utilizzo del Green Pass obbligatorio sul lavoro fino a marzo 2022, in alcuni Paesi si torna a parlare di restrizioni, lockdown e coprifuoco. E c’è chi sta prendendo in considerazione l’idea di estendere la certificazione verde basandosi proprio sul modello italiano.
I Paesi che inseguono il Green Pass
In Austria, da lunedì 1° novembre è entrato in vigore l'obbligo di Green Pass sul posto di lavoro, tranne per chi lavora “in solitaria”, come per esempio gli autotrasportatori.
Ma non solo, dall'8 novembre è iniziato il lockdown per i non vaccinati che - per il momento- sarà in vigore per un mese, fino all’8 dicembre. Ai non vaccinati non sarà possibile accedere a bar, ristoranti, palestre e impianti di risalita. Il governo federale ha deciso di mettere a punto questa strategia per contenere la quarta ondata di Covid. Sulla mappa dell’Agenzia Europea per le malattie infettive, l’Austria è di colore rosso scuro, che indica la massima incidenza dei casi.
Ad apprezzare la linea dura italiana è, soprattutto, la Germania, che ha definito “auspicabile” il modello italiano del Green Pass, al momento richiesto per accedere alla maggior parte delle attività che si svolgono in spazi chiusi. Inoltre, c’è l’obbligo vaccinale per medici, infermieri e personale ospedaliero.
E dal 7 novembre, nuove restrizioni anti-Covid sono entrare in vigore in Baviera, uno dei land più colpiti dalla ripresa dei contagi nel Paese. In sostanza, per entrare nei locali al chiuso come i ristoranti serve il Green Pass per provare di essere vaccinati o guariti. Per gli altri è richiesto un test molecolare, quello rapido non è sufficiente. In molti luoghi chiusi bisogna inoltre portare la mascherina Fpp2.
Dal 30 agosto in Francia il Green Pass è richiesto ai lavoratori nei settori del cinema, ristoranti, grandi centri commerciali, musei, biblioteche, impianti sportivi, festival, fiere, trasporti a lungo raggio. Obbligo vaccinale per il personale sanitario, con sospensione dal contratto di lavoro per i trasgressori.
Inoltre, la mascherina sarà obbligatoria nelle file per gli impianti di risalita, dove sarà imposto il distanziamento, e all’interno delle telecabine. Il Green Pass per accedere agli impianti sarà imposto soltanto se il tasso d’incidenza dei contagi da Covid supererà i 200 casi ogni 100mila abitanti su scala nazionale.
In Svizzera, invece, il Green Pass è obbligatorio dai 16 anni in su nei luoghi chiusi, nelle strutture sportive, nei teatri, nei cinema, nei musei, ai concerti, ai matrimoni. I datori di lavoro possono chiedere il Green Pass ai lavoratori.
Green Pass obbligatorio anche in Olanda per per i caffè e i ristoranti, comprese le terrazze all'aperto, casinò, musei, parchi di divertimento e altri luoghi in cui non c'è posto a sedere, posti al coperto per eventi sportivi amatoriali per gli over 18, ma non all'aperto, scuole sportive, piscine e fitness club, comprese le mense. Nei teatri, sale da concerto e nei cinema era già previsto l'obbligo.
Ma non solo. È stato reintrodotto l'obbligo di mascherine nei supermercati e negozi, biblioteche, edifici governativi e uffici comunali, ma anche in aeroporti e stazioni ferroviarie, college e università. Le persone che lavorano nelle professioni di contatto, come i parrucchieri, dovranno nuovamente indossare le maschere. Le mascherine restano comunque obbligatorie nei taxi e sui mezzi pubblici.
L’obbligo della certificazione verde è stato annunciato anche in Serbia, mentre in Bulgaria dal 21 ottobre è necessario esibire il pass vaccinale per entrare nei locali al chiuso, fatta eccezione per farmacie, banche, negozi di generi alimentari, trasporti e uffici pubblici.
Nel Regno Unito, Boris Johnson sarebbe pronto a mettere in pratica il piano B, laddove il sistema sanitario nazionale dovesse trovarsi in condizioni di “pressione insostenibile”. In quel caso, tornerebbe l'obbligo di indossare mascherine al chiuso, di esibire il Green Pass per l’accesso ai luoghi di svago, ad esempio per partecipare a concerti o manifestazioni sportive, e potrebbe esserci anche un ritorno allo smart working.
Inoltre, si pensa di estendere obbligo di vaccinazione per il personale di assistenza sanitaria a casa.
Anche la Grecia si appresta a seguire il 'modello Italia'. Negli ultimi giorni, infatti, il virus sta galoppando nel Paese tanto che, il numero di contagi è addirittura raddoppiato rispetto alla prima ondata e la situazione negli ospedali della Grecia settentrionale e centrale si va aggravando di ora in ora.
In questo Paese, la certificazione di vaccinazione è richiesta a ogni dipendente pubblico e privato ed è obbligatorio il vaccino per chi lavora nella sanità. Ma a partire dal 6 novembre, chi non possiede il Green Pass per andare al lavoro dovrà sottoporsi a due test rapidi a settimana invece di uno, e pagati di tasca propria. Test obbligatorio anche per entrare nella maggior parte dei negozi, banche e ristoranti.
Le aziende che non rispetteranno le regole potranno incorrere in multe salate (a partire da 5.000 euro), ma anche in una sospensione delle operazioni per 15 giorni. I test non saranno necessari per supermercati e farmacie. "Le restrizioni si applicheranno alle persone non vaccinate, perché sono molto più a rischio rispetto ai vaccinati", ha dichiarato il ministro della Sanità Athanasios Plevris.
Negli Stati Uniti, il Presidente Joe Biden ha introdotto l’obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici federali e per tutti gli appaltatori che lavorano con il pubblico. I privati che lavorano in aziende con più di 100 addetti, in caso di mancata vaccinazione, dovranno mostrare un tampone negativo a settimana.
Obbligo vaccinale anche in Canada dove, dal 30 ottobre, tutti i dipendenti federali devono avere il certificato. Per chi non si adegua scatta il congedo non retribuito.
Da maggio in Arabia Saudita è obbligatoria la vaccinazione per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato che desiderano frequentare il posto di lavoro in presenza.
Stesse sorti anche per il Kazakistan, dove è obbligatorio mostrare il certificato di avvenuta vaccinazione per i lavoratori nei settori dei trasporti, della vendita al dettaglio e delle banche, oltre che per i settori dell'ospitalità, dell'istruzione, della sanità e dell’intrattenimento.
Linea ancor più dura nella a Singapore nella lotta alla pandemia. Dall’8 dicembre, infatti, le persone che non sono vaccinate per scelta e si ammalano di Covid-19 devono pagarsi le spese mediche. Ad annunciarlo è stato il ministro della Sanità Ong Ye Kung che ha parlato della necessità di dare un "segnale importante" ai no vax .
A carico della città-Stato restano "solamente" le spese mediche per le persone non idonee alla vaccinazione, come i minori di 12 anni o le persone che per problemi di salute non possono essere inoculate. Mentre a chi è solo parzialmente vaccinato non verranno addebitate le spese per il Covid-19 fino a 31 dicembre, in modo da consentire di completare il percorso vaccinale. I non vaccinati potranno comunque sfruttare le normali modalità di finanziamento dell’assistenza sanitaria, ove applicabile.
Per quanto riguarda il resto del mondo, al momento attuale, Indonesia, Turkmenistan, Micronesia e Tagikistan hanno imposto un obbligo vaccinale.
QR Code obbligatorio in Russia
In Russia, l'amministrazione di San Pietroburgo ha stabilito un sistema di codici QR per l'accesso ai luoghi pubblici. Le prime restrizioni entreranno in vigore dal 1° novembre, per la partecipazione a sport, convegni e mostre con più di 40 persone.
Sarà possibile accedervi solo presentando un codice QR che attesti l'intero ciclo di vaccinazione contro il Covid 19, l'avvenuta guarigione dal coronavirus, o in alternativa una giustificazione medica che stabilisca che la vaccinazione è controindicata. Per i cittadini russi, non sarà sufficiente un test molecolare negativo per ottenere il QR code.
Dal 15 novembre, l'ambito di applicazione dei codici QR si espanderà a musei e mostre, teatri e concerti, circhi, centri fitness e piscine. Dal 1° dicembre, senza QR code, sarà impossibile entrare nei ristoranti, a eccezione di quelli situate nelle stazioni ferroviarie e in aeroporto.
Per i visitatori stranieri, dato che i Green Pass rilasciati da altri Paesi a seguito della vaccinazione con sieri diversi da quelli russi non sono accettati, sarà possibile accedere a musei, teatri, mostre, concerti o ristoranti previa presentazione di un test molecolare con esito negativo (valido 72 ore).
Dove non c'è l'obbligo del Green Pass
In Spagna, dove la situazione è considerata di “basso rischio”, il Green Pass non è obbligatorio. Viene tuttavia lasciata libertà alle singole regioni di richiedere o meno il certificato verde in bar, ristoranti e locali notturni.
In Portogallo, la virtuosa campagna di vaccinazione contro il Covid-19 ha dato i suoi frutti e dal 1° ottobre sono state rimosse gran parte delle restrizioni, tra cui il Green Pass per entrare in ristoranti, stabilimenti turistici, alberghi, palestre, terme e Spa. È stato, inoltre, eliminato il numero massimo di commensali a tavola nei ristoranti, di clienti all’interno dei negozi, di partecipanti a spettacoli culturali e di invitati a matrimoni e battesimi.
Misure di ingresso in Italia: cosa bisogna sapere
L’ordinanza del Ministero della Salute ha prorogato fino al 15 dicembre le misure per il rientro dai viaggi all’estero in Italia. Per entrare in Italia con la Certificazione verde COVID-19 i viaggiatori dovranno trovarsi in una delle seguenti condizioni, attestate dalla certificazione:
- aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-Covid
- oppure, essere guariti dal Covid-19
- in alternativa, aver fatto un tampone molecolare o antigenico prima dell’ingresso in Italia con esito negativo.
Prima di partire bisogna ricordarsi di compilare il Passenger Locator form, conosciuto anche come modulo PLF.
Chiunque sia stato o abbia transitato nei 14 giorni precedenti all’ingresso in Italia in uno dei Paesi in elenco D deve sottostare ai seguenti obblighi per l'ingresso in Italia senza isolamento fiduciario di cinque giorni:
- compilare il Passenger Locator Form – Modulo di localizzazione digitale - prima dell’ingresso in Italia. Il modulo sostituisce l'autodichiarazione resa al vettore e può essere presentata indifferentemente in modalità digitale o cartacea;
- sottoporsi a tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 72 ore prima dell’ingresso in Italia e il cui risultato sia negativo; nel caso di ingressi dal Regno Unito (qui le nuove regole per l'ingresso), il tampone deve essere fatto entro le 48 ore antecedenti all'arrivo in Italia;
- presentare contestualmente al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli la Certificazione verde Covid-19, o certificato equivalente, che attesti il completamento del ciclo vaccinale. Le persone che hanno soggiornato o transitato, nei quattordici giorni antecedenti all'ingresso nel territorio nazionale, in Canada, Giappone e Stati Uniti d'America, possono, altresì, esibire la certificazione rilasciata dalle autorità sanitarie competenti attestante l'avvenuta guarigione. Tali certificazioni possono essere esibite in formato digitale o cartaceo.
Una delle novità è che dal 26 ottobre fino al 15 dicembre, salvo nuove disposizioni, cessa di applicarsi la normativa più restrittiva prevista per Brasile, Bangladesh, India e Sri Lanka. Questi quattro Paesi rientrano quindi, pienamente, nella disciplina dell’elenco E. Precedentemente, il Ministero della Salute aveva imposto il divieto di ingresso in Italia a tutti i viaggiatori che rientrassero da queste quattro mete.
Corridoi turistici Covid-free
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che istituisce in via sperimentale, e con precisi protocolli di sicurezza, corridoi turistici Covid-free per mete turistiche extra Ue. I corridoi turistici sono operativi verso Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam).
Si intravede, inoltre, la possibilità di un'apertura di nuovi corridoi turistici, verso altre destinazioni ambite come Thailandia, Oman e Capo Verde. E potrebbe, infine, entrare in vigore un cosiddetto “bollino trade”, destinato ai viaggiatori che prenotano viaggi in sicurezza con determinate agenzie di viaggio e tour operator.