Gavishire, l’alternativa alle Langhe che pochi conoscono

In Piemonte c'è una terra che profuma di Liguria. Una zona di confine unica nel suo genere, dove si alternano vigneti, boschi, valli e dolci colli

In Piemonte c’è una terra che – pensate un po’ – profuma di Liguria. Una zona di confine unica nel suo genere, dove si alternano vigneti, boschi, valli e dolci colli. È il favoloso territorio del Gavi Docg, vino bianco simbolo di questo splendido paesaggio a trenta chilometri dal mare, lembo inferiore della Pianura Padana che sale verso i colli e si arrampica sull’Appennino Ligure.

Meno conosciuto e frequentato delle più celebri Langhe, il “Gavishire” (appellativo che strizza l’occhio al Chianti) comprende in tutto o in parte i territori di 11 comuni della Provincia di Alessandria: Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo.

La domanda che molti si potrebbero porre è: perché un grande bianco in Piemonte, regione notoriamente votata ai vini rossi? Ebbene, il motivo è da ricercare nella centralità del Forte di Gavi, l’imponente baluardo sulla via più importante tra la pianura e il mare, che nel XVII secolo aveva lasciato spazio alle splendide dimore estive delle più grandi famiglie di Genova, dai Giustiniani ai Lomellini.

Nell’800, per merito dell’aristocrazia ligure, il vino divenne un prodotto di corte, anche grazie alla possibilità di sperimentare ottimi accostamenti con le ricette tipiche della zona, a base di pesce e verdure.

Oltre ad essere crocevia di gusti e sapori, questi luoghi compresi tra il Mar Ligure e l’Alto Monferrato hanno davvero tanto da offrire ai visitatori. A cominciare proprio dal sopracitato Forte di Gavi, simbolo della Repubblica di Genova, costruito su un preesistente castello di origine medioevale e oggi aperto al pubblico. Una delle attrazioni principali del borgo Bandiera arancione, la cui importanza in epoca medievale è stata sottolineata nel romanzo “Baudolino” di Umberto Eco.

Gli appassionati di storia non possono perdere, poi, una visita all’area archeologica di Libarna, situata a sud dell’abitato di Serravalle Scrivia, dove sono visibili le strutture monumentali dell’anfiteatro e del teatro, una porzione dell’antico tessuto urbano, tra cui due quartieri di abitazione (insulae) ai lati del decumano massimo, e un tratto di un cardine minore.

Le terre del Gavi invitano ad un turismo slow, che ben si sposa a quello enogastronomico, tra escursioni a piedi o a cavallo, trekking e mountain bike o la pesca nei torrenti Scrivia, Lemme e Orba. Il tutto immersi in uno scenario carico di suggestioni, profumi e colori, intriso dell’aria salmastra che giunge dal mare.

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Fonte: iStock
Splendida veduta del borgo di Gavi