Ancora novità in vista per chi viaggia in tempo di pandemia. La Commissione europea ha proposto una serie di modifiche al regolamento vigente, relative agli spostamenti nei Paesi dell’Ue nonché alla durata del Green Pass. Le nuove misure scatteranno dal prossimo 10 gennaio 2022, ma intanto ecco tutto ciò che i viaggiatori devono sapere per non farsi cogliere impreparati o rischiare di incappare in spiacevoli sorprese.
Quando scade il certificato verde
Del Super Green Pass ve ne avevamo già parlato. Ebbene, ora, la Commissione europea ha stabilito per i Paesi membri un limite di nove mesi alla durata del certificato digitale, a partire dal completamento del primo ciclo di vaccinazione contro il Covid-19, proprio come è stato precedentemente stabilito in Italia dal nuovo decreto firmato dal Governo Draghi.
La decisione è stata presa sulla base dell'ultima valutazione da parte del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha raccomandato la somministrazione di dosi di richiamo a partire da 6 mesi e prevede un periodo aggiuntivo di 3 mesi per garantire che le campagne di vaccinazione nazionali possano adeguarsi e i cittadini possano avere accesso ai richiami.
Ciò vuol dire che, nel contesto dei viaggi, stando a quanto afferma la Commissione europea, gli Stati membri non dovrebbero rifiutare un certificato di vaccinazione rilasciato da meno di 9 mesi dalla somministrazione dell'ultima dose della vaccinazione primaria. “Gli Stati membri – si legge nella nota di Bruxelles – dovrebbero adottare immediatamente tutte le misure necessarie per garantire l'accesso alla vaccinazione per quei gruppi di popolazione i cui certificati di vaccinazione precedentemente rilasciati si avvicinano al limite di 9 mesi”.
Dose 'booster' e Green Pass: cosa sapere
Per quanto riguarda la dose booster (qui vi spieghiamo cos'è e come funziona per i viaggi), non essendoci al momento studi che affrontino espressamente l'efficacia dei richiami sulla trasmissione di Covid-19, non è ancora possibile determinare un periodo di accettazione per questi ultimi. Tuttavia, visti i dati emergenti, ci si può aspettare che la protezione dalle vaccinazioni di richiamo possa durare più a lungo di quella risultante dalle serie di vaccinazioni primarie. Se necessario, quindi, la Commissione potrebbe proporre un congruo periodo di accettazione anche per i certificati di vaccinazione rilasciati a seguito di richiamo.
Restano, ad ogni modo, validi tutti i tre requisiti per ottenere la certificazione verde:
- aver completato la vaccinazione anti-Covid (la validità ha inizio dal 14esimo giorno dopo la prima dose e immediatamente dopo le dosi successive);
- essere risultati negativi a un tampone molecolare nelle ultime 72 ore o antigenico rapido nelle 48 ore precedenti;
- essere guariti da Covid-19 nei sei mesi precedenti.
Mappa dei contagi e viaggi
Restano anche le mappe del sistema a 'semaforo' dell'Ecdc (qui trovate l'elenco dei Paesi che hanno rivisto le regole per i viaggi), ma cambiano i criteri per definire i colori, ovvero si combinano i nuovi casi col numero di vaccini somministrati e i test eseguiti. Le mappe saranno utilizzate principalmente a scopo informativo, ma serviranno anche a coordinare le misure per le aree con un livello di circolazione del virus particolarmente basso (verde) o particolarmente alto (rosso scuro). Per questi settori si applicherebbero norme specifiche in deroga all'approccio basato sulle persone.
Per i viaggiatori provenienti da aree verdi non dovrebbero essere applicate restrizioni, mentre dovrebbero essere scoraggiati i viaggi da e per le zone rosso scuro, dato l'alto numero di nuovi contagi presenti. Inoltre, le persone che non sono state vaccinate o guarite dal virus dovrebbero essere obbligate a sottoporsi a un test prima della partenza e alla quarantena dopo l'arrivo.
Un nuovo approccio basato sulla persona
La raccomandazione sui viaggi all'interno dell'Ue presentata dal commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, propone un approccio più centrato sulla situazione personale di chi viaggia, rispetto al metodo attuale, basato sulle mappe aggiornate dall'Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc).
L’obiettivo della Commissione è di considerare lo status vaccinale del cittadino più che sul Paese di provenienza, consentendo ai viaggiatori immunizzati di spostarsi con sempre meno limitazioni. Stando, quindi, a quanto proposto da Reynders, i viaggiatori in possesso di Green Pass valido non dovrebbero, in linea di principio, essere soggetti a ulteriori restrizioni, come test o quarantena, indipendentemente dal luogo di partenza nell'Ue. Alle persone sprovviste di certificato digitale potrebbe, invece, essere richiesto di sottoporsi a un test effettuato prima o dopo l'arrivo.
Le categorie esentate
La Commissione Europea propone alcune esenzioni alle regole sui viaggi e al Green pass, previste per determinate categorie: i lavoratori dei trasporti, pazienti che viaggiano per motivi medici imperativi, marittimi, persone che vivono in regioni frontaliere e che attraversano il confine quotidianamente o frequentemente per motivi di lavoro, affari, istruzione, famiglia, cure mediche o assistenza. Nessun obbligo di certificazione nemmeno per i minori di 12 anni.
Dal primo marzo, tutti coloro che sono stati vaccinati con sieri autorizzati dalla Commissione europea e dall'Ema potranno sempre entrare nell'Unione europea senza restrizioni aggiuntive. Come detto, però, la validità della vaccinazione riconosciuta dalla Ue, dal 10 gennaio, sarà di 9 mesi.
Il 'freno d'emergenza'
La Commissione europea ha proposto agli Stati membri di attivare il ‘freno di emergenza’ sui viaggi dai Paesi dell’Africa australe e da altri Paesi colpiti per limitare la diffusione della nuova variante 'Omicron'. Stando a quanto sostiene la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, tutti i viaggi aerei verso questi Paesi dovrebbero essere sospesi fino a quando non si avrà una chiara comprensione del pericolo rappresentato dalla nuova variante. Inoltre, i viaggiatori di ritorno da questa regione dovrebbero rispettare rigide regole di quarantena.
La procedura di emergenza volta a ritardare la diffusione di possibili nuove varianti del Covid o ad affrontare situazioni particolarmente gravi dovrebbe essere semplificata e più operativa. Includerebbe una notifica dello Stato membro alla Commissione e al Consiglio e una tavola rotonda in occasione dell'Integrated Political Crisis Response (IPCR) del Consiglio.
Intanto, la nuova ordinanza firmata il 26 novembre dal Ministro Roberto Speranza vieta l'ingresso e il transito in Italia alle persone che nei 14 giorni precedenti abbiano soggiornato o transitato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia, Eswatini. Viene fatta eccezione per i cittadini italiani che hanno la residenza anagrafica in Italia da data anteriore alla presente ordinanza.