I templi di Bali rischiano di chiudere per colpa dei turisti

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il selfie pubblicato da un turista danese, che ha letteralmente scalato un tempio

Giro di vite a Bali nei confronti dei turisti irrispettosi. Le terrificanti esperienze passate potrebbero portare le autorità a rendere inaccessibili i templi a chiunque non rispetti determinate regole. Dal singolo episodio a una vera e propria tendenza, con i bagnanti che ritengono sia possibile passare dalle splendide spiagge ai luoghi di culto con lo stesso abbigliamento.

Bali

Cosa si indossa non è poi l’unico problema sollevato, dal momento che, al di là degli abiti, lascia basiti il comportamento di alcuni turisti, arrivati perfino ad arrampicarsi sulle statue, ovviamente in preda all’alcool. Stando a quanto riportato dal Guardian, i centinaia di siti indù sparsi per la principale meta turistica indonesiana vengono presi dall’assalto da turisti irrispettosi, provenienti da varie parti del mondo.

Si ipotizza un ingresso limitato a gruppi accompagnati da guide autorizzate, così da poter avere un controllo e un filtro sui visitatori. Un cambiamento che avrebbe proporzioni epocali, con un costo non di poco conto. Basti pensare che Bali ha una superficie di 5mila km quadrati, vantando più di 20mila siti d’interesse religioso. Ogni borgata infatti ha un proprio tempio puseh, dela e dalem, rispettivamente delle origini, del villaggio e dei defunti.

Come in tutti i casi del genere, c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un turista danese ha infatti pensato che fosse un’idea geniale arrampicarsi sul Puhur Lutur Batukaru, così da poter scattare un selfie unico, sedendosi in cima al tempio, che ha la forma di un trono.

L’immagine è divenuta rapidamente virale, scatenando profonda indignazione. La profonda mancanza di rispetto per la più importante divinità dell’Induismo balinese ha così scatenato una reazione e ora tutti potrebbero pagarne le conseguenze. Aggiungere così tante guide vorrà dire imporre degli orari, oltre che dei prezzi elevati, limitando la libertà d’esplorazione dei viaggiatori.

In merito si è espresso, con toni durissimi, Tjokorda Oka Artha Sukawati, vice governatore di Bali: “Dobbiamo preservare in nostri templi, poiché sono la casa delle cultura e dei costumi di Bali. Siamo diventati fin troppo aperti nei confronti dei turisti. Ora ne arrivano fin troppi e la qualità ne sta risentendo. Si attende una votazione in merito a queste nuove regole e la possibile data d’entrata in vigore”.