Lungo il Cammino delle colline del Prosecco, itinerario nel Patrimonio Unesco

Un itinerario storico, da scoprire passo dopo passo, perfetto per l'autunno

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Questo è un viaggio che si sviluppa sul filo di cresta delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, divenute nel 2019 Patrimonio mondiale dell’Unesco per via del paesaggio caratterizzato da dorsali collinari, piccoli vigneti su strette terrazze erbose, foreste, villaggi e coltivazioni.

Un itinerario storico, da scoprire passo dopo passo

Nato su quell’itinerario già tracciato dai nostri combattenti nella Battaglia di Vittorio Veneto, l’ultimo scontro avvenuto nel 1918 tra Italia e Impero austro-ungarico che ha segnato il corso della Prima guerra mondiale, e in età preistorica sulla cosiddetta linea dei Castellieri, punteggiata da roccaforti (itinerario che si può seguire ancora oggi), riscritta anche dai Romani, dai Bizantini e dai Longobardi, nei 51 chilometri di cammino, si passeggia tra le infinite bellezze dell’area prealpina nella provincia di Treviso.

Il paesaggio che si attraversa è bellissimo, fatto di borghi, infinite distese di vigneti, ma anche di castelli, come Torre di Credazzo, che fa parte di una fortificazione del IX secolo ubicata tra Farra di Soligo e Col San Martino, dove nacque Guecellone VI da Camino, marito di quella Gaia citata anche da Dante Alighieri nel Purgatorio. Di chiese, come l’antica Chiesa di San Vigilio, sorta intorno al X secolo, che domina dall’alto Col S. Martino e tutta la vallata fino e oltre il Piave, un luogo tra fede e leggenda, quella del “Cavar nomi”.

Il luogo divenne celebre per aver ridato vita a un neonato dichiarato morto, ed è proprio da questo fatto che nasce l’affidamento dei futuri nascituri a San Martino, attraverso il gesto con il quale, da secoli, le coppie che attendono un figlio o che desiderano averne uno chiedono la protezione del Santo estraendo da un’apposita urna di legno un foglietto nel quale sono stampati un nome maschile e uno femminile che sarà poi quello che dovrà essere dato al bambino appena nato.

E poi abbazie, come quella benedettina di Santa Bona a Vidor e quella cistercense di Santa Maria di Follina, e anche tanti luoghi naturali incantevoli, che passano dai ripidi pendii alle dolci distese di campi coltivati, dalle vallate attraversate dai corsi d’acqua alle affilate creste delle dorsali.

Per i tratti più impegnativi del cammino è prevista una variante che consente di passare attraverso un percorso più semplice.

Giovanni Carraro, giornalista e appassionato di montagna, che ha iniziato fin da giovanissimo a esplorare queste vette dolomitiche, ha raccolto la sua esperienza in una guida da poco pubblicata intitolata “Alla scoperta delle colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene” edita da Dario De Bastiani. In un paesaggio di indiscutibile bellezza, prendono vita ben quaranta itinerari, oltre al Cammino delle colline del Prosecco, il primo e più importante cammino del Veneto, da fare a piedi e adatti a tutti, attraverso tutto il territorio che comprende 29 Comuni della Core Zone Unesco. La guida dettagliata è una preziosa compagna di viaggio per tutti coloro che decidano di mettersi in viaggio tra queste splendide colline.

Le tappe del Cammino delle colline del Prosecco

Il Cammino delle Colline del Prosecco comprende quattro tappe che partono dal Comune di Vidor e che terminano a Vittorio Veneto, nel trevigiano. In alcuni punti incrocia altri itinerari altrettanto belli. Lo si può percorrere tutto l’anno, ma è sconsigliato farlo d’estate non solo per le alte temperature ma in quanto i viticoltori sono al lavoro per prepararsi alla vendemmia. La stagione più consigliata è l’autunno, quando i colori delle querce, dei faggi e delle betulle oltre che delle vigne tingono il paesaggio dei colori più caldi dell’anno.

Tappa 1

La partenza è a Vidor, lungo il corso del Piave, e si conclude a Vittorio Veneto: durante il cammino, si svelano panorami che sanno incantare, punteggiati dai tipici “ciglioni”, i piccoli vigneti terrazzati abbracciati da verdi boschi, e caratteristiche località quali Colbertaldo, Col San Martino, le Vedette di Farra di Soligo, Premaor di Miane, i Tre Ponti di Follina, l’area di Cison con Zuel di Qua e di Là, Arfanta, Tarzo, Nogarolo e Serravalle. La prima tappa inizia da Vidor e arriva a Col San Martino dopo 11,7 chilometri e 4 ore e mezza circa di cammino.

Tappa 2

La seconda tappa, invece, parte da Col San Martino e giunge a Follina dopo 15,4 chilometri e 5 ore e mezza di camminata: durante il percorso, si passa per Collagù dove fare tappa presso il Santuario della Beata Vergine Addolorata e vedere il complesso fortificato delle Torri di Predazzo. A Follina, da scoprire l’Abbazia cistercense, il Lanificio Paoletti e il Palazzo Barberis.

Tappa 3

La terza tappa è quella che, dopo quattro ore e mezza e 14,3 chilometri, da Follina, uno dei Borghi più belli d’Italia, porta a Tarzo, dove si trova il museo dei bonsai con il faggio campione del mondo, attraversando castagneti millenari. Qui si può scegliere se percorrere il sentiero più facile o quello più difficile. Il più facile è la Variante Nord, che porta verso Fratta e Colmaggiore con la Via dei Murales per poi imboccare la Via dell’Acqua che passa per le Selve e i borghi di Con Alti e Con Bassi fino a Serravalle dove si riprende il cammino principale. Qui si possono ammirare anche due meravigliosi laghetti glaciali.

Il cammino più impegnativo, invece, sale in vetta al Monte Baldo, la collina più alta del cammino (597 metri), da cui si gode di una vista spettacolare su Fadalto, Revine Lago, il massiccio del Visentin, il Monte Pizzoc e la cittadina di Vittorio Veneto con la pianura trevigiana. Scendendo a valle si costeggiano i ruderi del castello di Montesel del XIV secolo e si giunge a una bellissima terrazza panoramica per poi scendere a Serravalle.

Tappa 4

Infine, la quarta tappa, lunga 9,6 km, conduce fino al cento di Vittorio Veneto. Lungo il tragitto, di grande interesse è il borgo di Serravalle con la storica via Roma e i pregevoli edifici risalenti all’epoca della Serenissima.