Dopo anni di abbandono, rinasce il Cammino di San Filippo Neri

Un percorso naturalistico e spirituale di 120 km nel Lazio meridionale da fare a piedi, in bicicletta o a cavallo. Oggi è tornato praticabile e sicuro

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Letizia Rogolino

Giornalista specializzata in Travel & Lifestyle

Giornalista, cinefila e anima vagabonda. Ama scrivere di cinema e viaggi, le sue due più grandi passioni da sempre. Toglietele tutto ma non i road movie, i dolci e il mare.

Pubblicato: 8 Novembre 2024 10:45

Il Cammino di San Filippo Neri è un lungo percorso a piedi nel Basso Lazio che negli anni è stato considerato un itinerario religioso molto importante. Si sviluppa da Cassino a Gaeta, permettendo a chi lo percorre di godere di un paesaggio naturale suggestivo e di entrare in contatto con la propria spiritualità. Antichi borghi, sentieri intriganti e una natura florida accolgono in un’atmosfera evocativa, ricordando i viaggi di San Filippo Neri dal 1532 al 1534.

Le tappe del Cammino di San Filippo Neri

Sette tappe organizzate su un percorso di 120 km possono essere raggiunte a piedi, in bicicletta o a cavallo, partendo da Cassino all’ombra del monastero più importante del mondo, passando per i fiumi Gari e Garigliano e i centri storici di S.Angelo e S. Ambrogio.

  • Da Cassino a S.Ambrogio: la prima tappa del Cammino permette di godersi il paesaggio senza particolari difficoltà. Ai confini con la Campania si percorre un paesaggio agreste, fluviale e con vari monumenti delle Quattro Battaglie di Cassino come patrimonio storico culturale.
  • Da S.Ambrogio a S.Andrea: seconda tappa dopo circa 9,8 km con un percorso pianeggiante che costeggia la sponda destra del fiume Garigliano, raggiungendo la zona di Bosco d’Olmi ai confini con la provincia di Latina. Colline e monti anticipano la Fonte di Salomone da cui è possibile bere acqua fresca e notare una fauna affascinante come il Gruccione, la Nitticora e la tartaruga acquatica autoctona nota come la Testuggine Palustre Europea. Per chi ha interesse per la geologia questa zona offre alcune formazioni piroclastiche tufacee, residue delle eruzioni del vulcano di Roccamonfina.
  • Da S. Andrea a Madonna del Piano: terza tappa dove il cammino si fa più impegnativo con un paesaggio carsico Agro Silvo pastorale di interesse storico. Si sale dai 100m di Bosco d’Olmi a quasi 700 metri del Valico di Vallaurea e, aggirando il Monte Maio, si arriva a un punto panoramico molto suggestivo sul Mar Tirreno.
  • Da Madonna del Piano ad Esperia: risalendo le pendici del Monte Fammera in un paesaggio mediterraneo passando di fianco alla chiesa di Correano. Dal Colle Bastia si prosegue tra saliscendi fino all’antica Roccaguglielma.
  • Da Esperia a Filetto: la più difficile del cammino con un punto panoramico sul golfo di Gaeta e di Napoli, il Vesuvio, le Isole Partenopee e le Isole Ponziane.
  • Da Filetto a Madonna della Civita: la sesta tappa con un paesaggio montano, carsico e agro silvo pastorale che parte dal rifugio di Acquaviva per attraversare i monti della parte centrale del parco regionale degli Aurunci. Potrebbe esserci bisogno di pernottare all’ostello Ossigeno presso il passo S.Nicola ma in 16km si raggiunge il Santuario della Madonna della Civita.
  • Dal Santuario alla Montagna spaccata di Gaeta: molti affacci sul litorale regalano panorami da non perdere prima di scendere alla Piana di Serapo e aver raggiunto la destinazione finale. Un’epigrafe marmorea nei pressi del Santuario della Madonna della Civita testimonia il passaggio del santo della gioia nel 1532 ed è una tappa obbligata per chi vuole intraprendere questo percorso anche a livello spirituale e religioso.

Chi era Filippo Neri

Nel 1532 Filippo Neri arrivò a Cassino che all’epoca era noto come San Germano, e doveva prendere in gestione un negozio dal cugino. Fiorentino di origine, si trasferì molto giovane a Roma e un richiamo spirituale stravolse la sua vita per sempre. Il futuro santo iniziò a frequentare l’Abbazia di Montecassino per poi incamminarsi verso una piccola cappella dedicata al santo Crocifisso a picco sul mare, presso il santuario della Montagna Spaccata di Gaeta.

Neri fu beatificato nel 1615 e poi fu proclamato Papa Gregorio XV nel 1622. La sua vita sacra non fu contemplativa, ma attiva, poichè egli amava stare in mezzo alla gente e vivere il mondo per cercare di cambiarlo e lavorare per un futuro migliore. Radunò alcuni ragazzi di strada per avvicinarli alla chiesa facendoli divertire con la musica e giochi, creando un oratorio che nel 1575 divenne una vera congregazione. Il suo carattere spensierato e simpatico gli fece guadagnare il soprannome di “santo della gioia”. Il Cammino che ancora oggi viene fatto da alcuni pellegrini e amanti del trekking ripercorre il percorso di fede e impegno del santo.

Cassino
Fonte: iStock
Il convento benedettino di Cassino

La rinascita del Cammino di San Filippo Neri

Da qualche tempo alcuni tratti del Cammino di San Filippo Neri non erano considerati molto sicuri, come l’area della vecchia ferrovia vicino Gaeta. Pertanto alcuni cittadini volontari hanno cercato di rimediare, lavorando insieme, per riportare il percorso al suo antico splendore. L’Associazione Amici del Cammino di San Filippo Neri ha promosso alcuni lavori di ripulitura del sentiero e molte persone hanno dato una mano in nome di un senso civico e del desiderio di far tornare quel cammino piacevole e sereno.

Un’intera giornata ha permesso di ripulire la zona e renderla sicura come una volta, eliminando sacchi di rifiuti, materassi e pneumatici che erano stati parcheggiati nei dintorni. Tutto il materiale di scarto raccolto è stato portato all’isola ecologica di Gaeta per smaltirlo nel modo giusto e far rinascere il Cammino di San Filippo Neri per tutti. Le condizioni meteorologiche, la semplice usura del tempo o l’incuranza dell’essere umano possono danneggiare alcuni itinerari naturalistici e la manutenzione di questi luoghi non è sempre automatica e sotto la responsabilità di qualche ente in particolare. Pertanto il lavoro dei volontari è fondamentale per non perdere alcune tradizioni e permettere anche alle nuove generazioni di provare l’emozione di un cammino come questo, da fare da soli o in compagnia.