Cosa vedere a Seborga, il principato nell’entroterra ligure

Itinerario alla scoperta di Seborga, il piccolo paese ligure diventato famoso per il Principato che rivendica la propria indipendenza

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Redazione

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Il piccolo centro di Seborga sorge sulle prime montagne liguri, tra i comuni di Ospedaletti e Bordighera, a meno di 50 chilometri da Imperia. Seborga è un tipico borgo dell’entroterra ligure, arrampicato sul poco spazio che questa terra concede.

Nel 2009 è stato insignito dal Touring Club Italiano dal riconoscimento Bandiera Arancione, il marchio di qualità che certifica i luoghi dell’entroterra italiano secondo severi parametri turistici e ambientali.

La storia di Seborga ha origine nel 954 con la donazione del Conte Guido di Ventimiglia ai monaci benedettini dell’abbazia di Lerins, sulla Costa Azzurra. Dal 1079 il territorio è divenuto anche Principato; la sua storia è stata poi caratterizzata da diversi passaggi di potere sino al 1729, quando fu venduto dai monaci ai Savoia, passando quindi al Regno di Sardegna e successivamente al Regno d’Italia.

Tuttavia, i seborghini contestano la correttezza formale di tale donazione e affermano quindi di essere rimasti indipendenti dal Regno d’Italia nel 1861 e dalla Repubblica Italiana formatasi dal 1946. Tale annessione è da considerarsi “unilaterale e illegittima”: questo si legge nelle formali pagine web del Principato.

Il Principato di Seborga non è riconosciuto né a livello internazionale né dallo Stato italiano che ne mantiene il controllo politico. Questa peculiarità, tuttavia, lo ha reso molto interessante per i turisti, tanto che per alcuni l’idea di un principato ligure resta comunque un’originale trovata promozionale.

Nel Comune di Seborga esiste una moneta, “il luigino”, che può essere utilizzato nei suoi esercizi commerciali e che ha un valore comparabile a circa 6 dollari. Vi sono anche un Principe, un Consiglio della Corona e un corpo di Guardia del Principato. Questi organismi, pur non avendo valore legale, creano un clima molto particolare e interessante nel piccolo centro.

Seborga è anche apprezzata dagli appassionati di filatelia perché emette francobolli e persino targhe automobilistiche. Il Principato di Seborga è riconosciuto da alcuni altri Principati che reclamano la propria indipendenza nel mondo, e ha persino una propria nazionale di calcio.

Nel centro sorge la chiesa parrocchiale di San Martino, costruita nel XVII secolo dall’architetto genovese Arturo Fieschi e intitolata a San Martino di Tours. La facciata barocca è stata restaurata nel 2006, l’interno è di modeste dimensioni. Dietro l’altare maggiore è collocata la statua lignea della Madonna Regina con il Bambino realizzata secondo lo stile dell’arte borgognona del XV secolo. Alle pareti si trovano opere seicentesche (tra cui un quadro raffigurante San Martino con San Bernardo) e le statue di San Martino e San Sebastiano.

Proprio di fronte alla chiesa di San Martino sorge il Palazzo dei Monaci, che contiene al suo interno l’antica zecca seborghina: si tratta di uno spazio, dotato di un ampio forno, dove dal 1666 al 1687 vennero coniati i luigini. Anticamente il palazzo era lasciato in uso ai monaci quando venivano in visita a Seborga dall’abbazia di Lerins; oggi è un’abitazione privata. Sulla facciata del palazzo, si può vedere il caratteristico stemma di Seborga concesso dal Re di Sardegna attorno al 1760.

All’ingresso del centro sorge una chiesetta di pietra eretta nel XIV secolo e dedicata a San Bernardo di Chiaravalle. Il sagrato della chiesa è caratteristico, con la sua pavimentazione in pietra ingentilita da numerosi vasi di fiori. Il culto di San Bernardo è molto sentito nel piccolo paese di Seborga: vi si svolge l’annuale processione in occasione della festa del Santo. La chiesa è anche il luogo dove giurano il Principe di Seborga e il Consiglio della Corona all’inizio del loro mandato e ogni 20 agosto, festa solenne del Principato. A Seborga sono anche visitabili le antiche prigioni, dove il Principe-Abate poteva detenere i colpevoli di gravi reati. Si può visitare una piccola stanza, con in terra della paglia, una rustica panca in legno e una catena fissata alle pareti.

Il centro di Seborga è caratterizzato da stretti carruggi che si rincorrono intorno al nucleo più antico. Da vedere sono allora le antiche porte che difendevano e isolavano il paese: Porta San Martino, Porta di San Sebastiano e la Porta del Sole, mentre dell’antica porta a Nord dell’abitato rimangono solo i cardini. Nel palazzo comunale è presente inoltre un Museo degli strumenti musicali, che raccoglie quasi 200 strumenti provenienti da una collezione privata. Si tratta di strumenti antichi e in parte ancora perfettamente funzionanti che vanno dalla metà del 1700 ai giorni nostri.

Alcuni monumenti sparsi nel borgo raccontano la storia di questo antico luogo che ha attraversato tutta la storia d’Italia: il monumento a Umberto I re d’Italia, fatto costruire dalla Regina Margherita di Savoia che soggiornava a Bordighera, i monumenti ai caduti di Seborga nelle guerre mondiali e in particolare agli alpini ed il monumento a Berardo Leone, Sindaco di Seborga che creò un percorso di rotaie che collegava il paese a Bordighera. Oltre alla particolare storia del Principato, non dimenticate che Seborga è uno dei Borghi più belli d’Italia. Ha sviluppato una vocazione turistica, ma il territorio mantiene e preserva il tradizionale carattere rurale; vi si coltivano ulivi e si lavorano le olive.

Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.