Passate il Natale e soprattutto l’Epifania, che “tutte le Feste si porta via”, è tempo di pensare e prepararsi al Carnevale. Ma se in alcuni posti i festeggiamenti veri e propri hanno luogo solo nella settimana che va dal giovedì grasso (4 febbraio 2016) al mercoledì delle ceneri ( 10 febbraio) in altri maschere e sfilate cominciano molto prima, fin da gennaio.
Come nel caso delle comunità montana del Grand Combin, in provincia di Aosta, che racchiude le valli della Coumba Freide e Valpelline, 10 comuni in tutto, dove Bionaz e Ollomont aprono le danze il prossimo 16 gennaio per poi passare il turno agli altri paesi, per un mese e oltre di festeggiamenti, che si concludono il 9 febbraio con Saint Rhemy En Bosses. Maschere coloratissime sfilano per le vie del paese, accompagnate da musica, scherzi e intrusioni ben accette nelle case, che lasciano le porte aperte e hanno sempre qualcosa da offrire ai personaggi ufficiali del Carnevale (le maschere vere e proprie, dette Vasadije) e ai più giovani, travestiti anch’essi e riuniti in piccoli gruppi detti Patoille.
Quello del Grand Combin sembrerebbero essere un Carnevale storico che affonda le sue radici nel passaggio di Napoleone attraverso il Colle del Gran San Bernardo, nel maggio del 1800, durante la campagna d’Italia. Tanto che i costumi sarebbero la trasposizione allegorica delle uniformi dei soldati francesi. Ma c’è anche un’altra tradizione, più favolistica, che lo farebbe invece derivare dal matrimonio di due sempliciotti, già un po’ anziani: gli abitanti del villaggio avevano deciso di festeggiarli, ma provavano un certo imbarazzo all’idea di presentarsi in chiesa con gli abiti della domenica, e decisero così di indossare degli abiti inusuali
In realtà, più probabilmente, come per gli altri Carnevali, anche quello di Combin è legato ai riti propiziatori di inizio primavera, fatti di esorcismi contro gli spiriti maligni. Non a caso si ritrovano rappresentati l’orso, che rappresenta l’avvicendarsi delle stagioni e che, se esce presto dal suo letargo annuncia una primavera precoce; le code dei muli, che rappresentano i venti e servono per allontanare le correnti d’aria nefaste, avvicinando le favorevoli; gli specchi sui costumi, che devono scacciare gli spiriti maligni; il colore rosso, che simboleggia la forza e il vigore e che, anch’esso ha il potere di esorcizzare i malefici e le disgrazie.
Le maschere vesadjie un tempo erano di legno; oggi vengono usate delle maschere in plastica o cartone. Il giorno del corteo visitano i caffè e le famiglie, poi fanno il giro delle frazioni; entrano nelle case, ballano nelle strade e nelle piazze, mangiano e bevono ciò che viene loro offerto. La sera gli abitanti si ritrovano per partecipare al ballo destinato a sostenere finanziariamente l’organizzazione del carnevale.
I costumi, bellissimi e coloratissimi della tradizione valdostana, sono rigorosamente cuciti a mano uno per uno. I personaggi, da comune a comune, sono sempre gli stessi ed il loro ordine nella sfilata è rigidamente stabilito. Il corteo è preceduto da un Portabandiera o Guida, che lo dirige con la sua trombetta. I simboli della sua autorità sono gli occhiali e i baffi. Il gruppo musicale (costituito da due o tre musici che suonano la fisarmonica e/o il sassofono) segue la guida e precede il Diavolo, che indossa un corto mantello rosso. In mano tiene una forca della quale si serve per fare inciampare le persone. Dopo di lui vengono, a coppie, le Damigelle e gli Arlecchini. Troviamo in seguito i Neri, che simboleggiano le lunghe notti invernali, e i Bianchi, che annunciano le giornate solatie della primavera. Le maschere dei colori li seguono e tutti agitano una coda con la quale solleticano la gente. Il “Toc” e la “Tocca” (cioè i due sempliciotti) si trascinano dietro al corteo: lui fa cadere il cappello agli uomini, accarezza con il suo bastone la schiena ai bambini e solletica le gambe delle donne. Quest’ultima azione solleva la gelosia della “Tocca” che si getta su di lui e lo picchia senza pietà. Sono seguiti dall’Orso e dal Domatore. La bestia, che simboleggia anche la fecondità, insegue le donne e i bambini e getta gli adulti nella neve.
Questo il programma località per località:
Valpelline – 16 gennaio 2016
Doues – 23 / 24 gennaio 2016
Étroubles – 4 / 5 febbraio 2016
Bionaz – 6 febbraio 2016
Gignod – 6 / 8 febbraio 2016
Roisan – 6 / 9 febbraio 2016
Saint-Oyen – 6 febbraio 2016
Allein – 7 / 9 febbraio 2016
Saint-Rhémy-En-Bosses – 7 febbraio 2016 / 9 febbraio 2016