Santa Teresa di Gallura, Sardegna fuori stagione

Percorsi archeologici e naturalistici tra spiagge e scogliere mozzafiato

Foto di SiViaggia

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

È sorta in una profonda insenatura, quasi facendosi largo nella natura incastonata com’è tra le rocce bianche e il blu intenso del mare, ma Santa Teresa Gallura non deve trarre in inganno perché è stata crocevia di popoli nel corso della storia, ha la stessa solidità delle rocce granitiche che la circondano e il respiro di una vista che attraversa il mare dalla Sardegna fino ad arrivare a Bonifacio in Corsica.

Vittorio Emanuele I di Savoia che, con grandiosi intenti, le diede nuova vita 200 anni fa (il 12 agosto del 1808) per difendersi dalle invasioni napoleoniche avrebbe voluto regolamentare ogni cosa: i portici, le botteghe, l’aspetto delle case, il numero delle chiese, l’intero tracciato della strade per darle una pianta a scacchiera come l’amata Torino. Oggi chi arriva rimane incantato dalla dolcezza delle scogliere modellate dal mare e dal vento, dalle acque turchesi e dalle spiagge di sabbia finissima.

Una delle più ammirate, nonché la più vicina al paese, è quella color argento della Rena Bianca, da oltre vent’anni bandiera blu d’Europa secondo la classifica della Fee, da cui si intravede la Torre di Londonsardo, costruita nel XV sec. dagli spagnoli: quaranta metri di altezza che i ragazzi teresini si sfidavano a fare con la corda per arrampicarsi fino in cima o calarsi nella cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, oggi restaurata.

Pochi chilometri di strada panoramica verso est, passando le Tombe dei Giganti, i Nuraghi che si trovano a Lu Brandali, e per uno stretto istmo si arriva a Capo Testa, un promontorio circolare con calette, anfratti e spiagge su ogni lato, dove le forme delle rocce ricordano quelle degli animali e dove è sempre possibile trovare un versante calmo, a seconda della direzione del vento. Da qui si arriva a Cala Spinosa, una meta difficile da raggiungere ma particolarmente suggestiva grazie alle rocce che si tuffano in un tranquillo angolo di mare, e la Valle della Luna, che deve il nome ai massi di granito bianco che di notte si illuminano al chiarore della luna. Tutta la zona di Capo Testa è in realtà ricca di percorsi naturalistici, da fare immersi tra ginestre, tamerici, mirti, erica e corbezzoli.

Poco oltre il promontorio si arriva alle acque verdi e trasparenti della baia di Santa Reparata, protettrice dei naviganti: qui si possono ancora vedere i gradoni lasciati dall’estrazione del granito, dall’epoca romana, e per molto tempo, principale ricchezza dell’isola. Mentre Capo Testa è una delle mete preferite per chi vuole cimentarsi col free climbing, lungo la strada per Palau si trovano Valle Erica, con i suoi enormi massi di granito che affiorano nella macchia verde e la spiaggia della Sciumara, un paradiso per chi ama fare windsurf.