La vera storia del Cecil Hotel di Los Angeles

Questo hotel di Los Angeles ha fatto talmente parlare di sé da avere abbastanza materiale per farci una fiction

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Pubblicato: 11 Febbraio 2021 11:36

Questo hotel di Los Angeles ha fatto talmente parlare di sé da avere abbastanza materiale per farci una fiction. La docu-serie in quattro episodi scritta da Joe Berlinger e trasmessa su Netflix ricostruisce la storia della sparizione di una studentessa nel 2013, Elisa Lam. Ma il Cecil Hotel, che oggi ha cambiato nome in Stay on Main, cercando di rifarsi una fama – era noto per essere l’hotel più pericoloso di Los Angeles – e attirare ospiti, è stato associato ad altre losche attività accadute a L.A., facendo da sfondo a circa 15 morti premature, tra suicidi e omicidi, e ospitando pure dei serial killer, tra cui Richard Ramirez  (detto “Night Stalker”) e Jack Unterweger che, dopo aver ucciso e sparso il terrore in città, si rifugiarono proprio al Cecil.

La terribile storia del Cecil Hotel

Il primo suicidio documentato in questo hotel di Los Angeles fu registrato nel 1931, quando un ospite di nome WK Norton morì nella propria stanza dopo aver assunto delle capsule contenenti veleno. Da allora, l’hotel prese il soprannome di “The Suicide”. Quando sparì nel nulla Elisa Lam, il cui vero nome cantonese era Lam Ho Yi, si scatenarono tutti i giornali, le cronache nere e tutti gli investigatori per cercare di risolvere il caso, comprese orde di detective dilettanti che utilizzarono Internet. L’ultima immagine della ragazza, infatti, è il video che la riprende sull’ascensore del fatidico albergo. Poi, il corpo nudo della giovane fu ritrovato chiuso nella cisterna d’acqua sul tetto dell’hotel. Alla vicenda, Netflix ha dedicato una serie uscita nel 2021.

Il Cecil Hotel (per tutti “The Cecil”) è un mega albergo di 700 stanze nato negli Anni ’20. Fu voluto da tre albergatori, William Banks Hanner, Charles L. Dix e Robert H. Schops, e fu realizzato nel tipico stile Beaux-Arts tanto in voga allora. Fino agli Anni ’40, era un indirizzo molto di moda, ma dopo la Grande depressione iniziò il crollo fino a diventare un albergo per viaggiatori di passaggio. Divenne anche un punto di ritrovo per coppie adultere, spaccio di droga e prostituzione. Attività degne di un film horror, insomma. Si trova al 640 di S. Main Street a Downtown Los Angeles, vicino al malfamato quartiere di Skid Row detto anche Central City East, dove vive una delle più grandi popolazioni di senzatetto negli Stati Uniti.

La rinascita del Cecil Hotel

Solo negli ultimi anni ha iniziato a essere al centro di un’opera di riqualificazione, mai conclusa in realtà. Dopo essere stato comprato da una società privata, il Consiglio comunale di Los Angeles ha votato per inserire il Cecil Hotel tra i monumenti storico-culturali della città.

Per chi non si lascia facilmente suggestionare questo indirizzo dovrebbe essere inserito tra le tappe di un viaggio a Los Angeles. Del resto, non ci sarebbe nulla di strano. Ogni anno sono milioni i cosiddetti “turisti dell’orrore” che viaggiano per il mondo per visitare cimiteri, luoghi di tortura o di clamorosi delitti. Non si visitano questi luoghi per ammirare il paesaggio o il monumento, naturalmente, ma per ripercorrere con la mente e, perché no, con il cuore, la storia che c’è dietro. Perché la storia, purtroppo, non è fatta solo di opere d’arte e di cultura, ma anche di sacrifici e di fatti sgradevoli. Se oggi siamo quelli che siamo forse è anche per ciò che di brutto è avvenuto in passato e questo dovrebbe aiutarci a essere delle persone migliori.