Essere “smart” oggi è un obbligo, soprattutto per i servizi e per le grandi città: ecco che gli aeroporti, infatti, anno dopo anno continuano a cambiare i loro volti diventando sempre più tecnologici, migliorando dunque non solo i servizi rivolti al benessere dei passeggeri e alla loro sicurezza, ma anche tutte quelle operazioni che grazie alla tecnologia si snelliscono diventando più semplici ed efficienti.
Tra gli aeroporti considerati più smart a livello mondiale possiamo citare senza dubbio l’Aeroporto Internazionale di Singapore Changi, noto per le sue innovative soluzioni tecnologiche e i servizi all’avanguardia che migliorano l’esperienza dei passeggeri – nonché per la sua bellezza architettonica che attira turisti da tutto il mondo come una vera e propria attrazione. Altri aeroporti famosi per la loro tecnologia sono sicuramente l’Aeroporto Internazionale Hamad a Doha, in Qatar, e l’Aeroporto Internazionale di Incheon a Seul, entrambi rinomati per l’efficienza operativa, l’offerta di servizi digitali e l’attenzione riservata al comfort dei viaggiatori.
Oggi, invece, giunge notizia che anche l’Aeroporto di Abu Dhabi sta trasformandosi e sembra sia destinato a diventare addirittura il più smart di tutti. Vediamo il perché.
Perché l’aeroporto di Abu Dhabi sarà il più smart
L’aeroporto di Abu Dhabi oggi è già noto per l’alta tecnologia presente nella sua infrastruttura, tanto da essere recentemente stato elogiato persino da Elon Musk con la frase “gli Stati Uniti devono recuperare”.
D’altronde, l’Oriente non è raro sorprendere l’Occidente con le sue grandi opere: la notizia è che adesso l’aeroporto di Abu Dhabi sta lanciando il Progetto Smart Travel, che prevede di installare sensori biometrici in ogni punto di controllo dell’identificazione del passeggere in aeroporto, dai banchi check-in ai varchi immigrazione, comprese le casse duty-free, le sale d’attesa delle compagnie aeree e i gate d’imbarco.
Questa tecnologia di elevata qualità e così sofisticata è in realtà già utilizzata ad Abu Dhabi, soprattutto sui voli operati dalla compagnia aerea partner Etihad, ma adesso che sarà espansa a tutta la struttura ciò rappresenta una svolta davvero decisiva.
Andrew Murphy, chief information officer dell’aeroporto di Abu Dhabi, ha dichiarato che: “stiamo espandendo a nove punti di contatto e questo sarebbe un primato mondiale. Il sistema è progettato senza necessità di pre-registrazione, i passeggeri vengono riconosciuti e autenticati automaticamente mentre si spostano attraverso l’aeroporto, accelerando significativamente l’intero processo.”
In questo modo, arrivando anche per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti, sia che si tratti di un residente che di un turista, ognuno vede raccolte le proprie biometrie all’immigrazione dall’Autorità Federale per l’Identità, la Cittadinanza, le Dogane e la Sicurezza Portuale (ICP), così che questo database possa collegarsi al sistema smart dell’aeroporto.
Questo sistema sarebbe in grado di elaborare 45 milioni di passeggeri, in brevissimo tempo, facendo sì che un aeroporto di enormi dimensioni possa essere attraversato da un passeggero anche in circa 15 minuti.
Cosa pensano i passeggeri dell’hi-tech in aeroporto
Lo scorso ottobre 2023 un sondaggio a cura dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) aveva rivelato che circa il 75% dei passeggeri preferisce l’uso delle biometrie rispetto ai passaporti e ai biglietti cartacei per il transito in aeroporto. Il restante 25% delle persone intervistato, invece, ha dichiarato di sentirsi un po’ a disagio con la tecnologia e di preferire invece le interazioni umane (infatti, il tradizionale sistema rimarrà comunque un’opzione valida a scelta del passeggero).
L’interazione umana e i documenti cartacei per l’identificazione dei passeggeri in aeroporto non saranno solo una scelta personale per via delle preferenze, ma anche un obbligo per i minori di 12 anni, dal momento che le caratteristiche facciali dei bambini cambiano troppo velocemente per il sistema e per la sua efficacia.
Sempre all’interno dello stesso sondaggio della IATA del 2023, il 46% dei partecipanti ha dichiarato di aver utilizzato la tecnologia in un aeroporto già almeno una volta. A Singapore, l’aeroporto è stato tra i primi a diventare il più smart negli ultimi anni, associandosi anche all’autorità di immigrazione del governo per implementare un processo di autorizzazione biometrica accessibile a tutti, residenti e viaggiatori.
La competizione per la tecnologia in aeroporto (e per il titolo di “aeroporto più smart al mondo”) è davvero alta in tutto il mondo: anche negli aeroporti di Hong Kong, Tokyo Narita, Tokyo Haneda e all’Indira Gandhi International di Delhi si stanno avviando sperimentazioni riguardo il transito e l’identificazione dei passeggeri tramite dati biometrici, ma Medio Oriente Asia restano i pionieri.
In Occidente e in Europa, tuttavia, si stanno compiendo ugualmente progressi significativi, tanto che già lo scorso anno la IATA ha collaborato insieme a British Airways per testare il primo volo internazionale con identità digitale completamente integrata, su un tragitto da Heathrow a Roma Fiumicino. In quel caso, un passeggero di prova ha volato utilizzando esclusivamente la propria identità digitale, conosciuta come W3C Verifiable Credential. Passaporto, visto e biglietto elettronico erano stati quella volta memorizzati su di un portafoglio digitale e successivamente verificati tramite riconoscimento biometrico.
Negli Stati Uniti, invece, sembra che si sia rimasti un po’ indietro, ma non del tutto: infatti, la Dogana e Protezione delle Frontiere ha implementato la biometria inizialmente nelle zone di arrivo dei suoi 96 aeroporti internazionali, con 53 sedi che dispongono della tecnologia biometrica anche nei gate di partenza.