Parco regionale del Matese, il paradiso degli sportivi dalla storia antica

Dal trekking lungo i suggestivi percorsi nella natura agli sport invernali su neve, il Parco regionale del Matese è un territorio perfetto per gli amanti dell'avventura: un'oasi meravigliosa tutta da esplorare

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Francesca Pasini

Content writer & Travel Expert

Laureata in Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vive tra Italia e Spagna. Curiosa per natura, ama scrivere di storie che la appassionano.

Pubblicato: 31 Marzo 2024 09:00

Boschi incantati, giochi d’acqua e laghetti, sorvegliati da imponenti massicci che fanno da guardiani alla natura incontaminata di un luogo senza tempo. È l’immagine suggestiva che si presenta di fronte agli occhi addentrandosi in un territorio speciale e tutto da scoprire: il Parco regionale del Matese.

Ci troviamo in Campania, sui monti che confinano con il Molise. Qui gli amanti della tranquillità, delle passeggiate lente e della montagna, trovano un ambiente perfetto per rilassarsi, godendo delle bellezze paesaggistiche di questo splendido territorio.

Ma non solo, perché sempre più spesso il Parco regionale del Matese è scelto dagli amanti dello sport e dell’avventura, poiché si presta a molteplici attività, dal cicloturismo al kayak, fino alle arrampicate e al parapendio.

Scopriamo tutte le caratteristiche di questo luogo suggestivo tutto da esplorare.

Il Parco regionale del Matese: una splendida oasi naturale

Il Parco regionale del Matese è un’oasi naturale di estrema bellezza, con peculiarità tutte da scoprire. Entrato in funzione come area naturale protetta della Campania nel 2002, il parco copre un’area di ben 33.326 ettari sul confine con il Molise e tocca due province campane: Caserta e Benevento.

A sole due ore da Napoli, quest’area prende il nome dal Massiccio del Matese (a cavallo tra Campania e Molise) sul quale spiccano tre imponenti monti di natura calcarea: il Mutria, il Miletto (il più alto della zona con più di 2.000 metri) e il Gallinola.

Ma non è tutto, perché il Parco custodisce una varietà di paesaggi e punti di interesse tutti da esplorare. Nell’area sono presenti tre laghi, tra i quali il Matese, il più alto d’Italia, e due fiumi che lo attraversano: il Titerno e il Tammaro.

Ciò che incanta è la varietà di flora e fauna presenti in questa riserva naturale, dalla vegetazione mediterranea alle praterie, che lasciano il posto a boschi di faggi e castagni salendo in quota. Qui, inoltre, trovano dimora i lupi, le volpi, le lepri, i caprioli, i gatti selvatici e tanti altri esemplari.

Parco regionale del Matese, in Campania
Fonte: iStock
Paesaggio del Parco regionale del Matese, in Campania

Il Lago del Matese e gli altri specchi d’acqua

La distesa naturale del Parco regionale del Matese è ricca di acqua, tra sorgenti, cascate e laghi. Tra questi spicca il Lago del Matese, il lago carsico più alto d’Italia: si trova a circa 1000 metri di altitudine tra i comuni di Castello del Matese e di San Gregorio Matese. Incastonato tra i meravigliosi boschi di faggio è sorvegliato dall’alto da due imponenti montagne rocciose: il Monte Miletto e il Monte La Gallinola.

Questo specchio d’acqua è un’oasi che numerosi volatili hanno scelto come loro dimora, come il Germano Reale e gli Aironi cenerini. Visitarlo è semplice, tramite diversi percorsi segnalati che accompagnano lungo il suo perimetro, a piedi o in bicicletta. Questa camminata è facile e adatta a tutti, anche ai bambini. Nei periodi in cui il livello dell’acqua del lago è più basso è possibile anche raggiungere l’isolotto “Montrone” (o “Monterone”) che una volta veniva utilizzato per riparare il bestiame.

Ma non c’è solo il Lago del Matese ad arricchire il paesaggio naturale di questo meraviglioso parco. Troviamo anche il Lago di Letino e il Lago di Gallo Matese. Sono più piccoli ma molto suggestivi e utilizzati per produrre energia idroelettrica.

Trekking e tanto sport per tutto l’anno

Il Parco regionale del Matese ha una varietà di ambientazioni che lo rendono il luogo ideale per numerose attività all’aperto durante tutto l’anno.

I sentieri per il trekking sono numerosi e segnalati: si addentrano nei fitti boschi, girano attorno ai laghi, esplorano i canyon scavati nella roccia e salgono in quota fino alle cime dei monti che compongono questo splendido paesaggio, con viste mozzafiato dall’alto.

Anche gli amanti delle due ruote possono seguire in mountain-bike le stradine e i sentieri che esplorano ogni punto del parco, per un’escursione all’insegna dell’avventura.

Ma non è tutto, perché sono tanti gli sport che si possono praticare in quest’area protetta, a partire dalle arrampicate sulle pareti calcaree: quelle di Civita di Pietraroja, di San Lorenzello, di Letino e della Valle Orsara, sono le più famose.

Inoltre, le acque tranquille dei laghi del Parco del Matese sono bacini perfetti per escursioni in kayak e canoa e per chi ama vivere il brivido dell’avventura è possibile fare escursioni guidate tra le gole e i canyon scavati dalle acque, mentre le zone umide circostanti sono ottimi ambienti per coloro che sono appassionati di birdwatching. Qui si possono avvistare, tra i vari esemplari, la marzaiola, il picchio rosso e anche l’aquila reale.

Gli amanti delle passeggiate a cavallo possono esplorare il paesaggio in sella a queste splendide creature, addestrate dalle aziende locali, e i più temerari possono effettuare discese in parapendio o in deltaplano.

Quando arriva l’inverno, poi, il paesaggio si imbianca e diventa l’ambientazione perfetta per gli sport sulla neve. A Bocca della Selva gli appassionati si possono cimentare nello snowboard, nello sci da discesa e nello sci da escursionismo, oppure percorrere piacevoli camminate con le ciaspole ai piedi.

Parco regionale del Matese in inverno, con le alte cime innevate
Fonte: iStock
Vista sul Lago del Matese in inverno

Cosa vedere nel parco

Oltre ai tre laghi, i boschi incantati e le alte cime che fanno da guardiane al Parco regionale del Matese, ci sono molti altri punti di interesse da visitare durante un’escursione in questa magnifica zona d’Italia. Ecco tre luoghi da non lasciarsi sfuggire: la Piana delle Pesche, la Cipresseta di Fontegreca e le Forre di Lavello.

Piana delle Pesche

Uno dei punti da raggiungere lungo un’escursione nel Parco del Matese è la Piana delle Pesche, una distesa di prati circondata da un bosco con enormi alberi, il luogo perfetto per famiglie con bambini per cimentarsi in un’escursione semplice e fare un picnic nella natura. Per arrivare alla Piana delle Pesche, che si trova a Gioia Sannitica, si parte dalla Frazione di Curti. Da qui parte una stradina segnalata, in salita, che attraversa il bosco fino a raggiungere il pianoro. Quando le acque dei ghiacciai si sciolgono, inoltre, nella zona si forma anche un piccolo specchio d’acqua chiamato Laghetto Suglio.

Cipresseta di Fontegreca

Al di sopra della cittadina di Fontegreca ha sede lo splendido Bosco degli Zappini, conosciuto come la Cipresseta di Fontegreca. Una tappa qui è dovuta, per ammirare una tipologia di cipresso raro e unico al mondo. Si tratta della varietà che ha più di 500 anni definita “horizontalis”.

Oltre agli alberi, che ricoprono un’area di circa 40 ettari, si trovano anche piccole piscine naturali, cascate e ruscelli, che rendono il paesaggio ancor più suggestivo. All’entrata del bosco, inoltre, si trova anche il Santuario della Madonna dei Cipressi.

La splendida Cipresseta di Fontegreca, il Bosco degli Zappini all'interno del Parco regionale del Matese
Fonte: iStock
Cipresseta di Fontegreca

Forre di Lavello

Uno dei luoghi più incantevoli del Parco regionale del Matese sono le Forre di Lavello. Si tratta di gole, create dall’azione erosiva dell’acqua per millenni, che si trovano tra i monti Erbano e Cigno, sulla strada che collega Cerreto Sannita a Cusano Mutri, lungo il fiume Titerno. Il corso d’acqua ha creato un canyon di spettacolare bellezza tra le rocce calcaree, visitabile attraverso un sentiero che ripercorre un’antica mulattiera di epoca sannitica.

Nel tragitto, lungo circa 2 chilometri, si trovano anche altre perle che questo parco custodisce gelosamente: la Grotta delle Fate, il Ponte del Mulino, il Muraglione, la Caverna dell’Elefante, la Grotta delle Streghe e quella dei Briganti, oltre ad alcuni punti panoramici come il Belvedere sulla Forra.

Il territorio del Matese è carsico e quindi ricco di corsi d’acqua sotto terra che in certi punti compaiono in superficie sotto forma di cascate, piscine naturali e torrenti. Le Forre di Lavello, infatti, non sono gli unici canyon presenti all’interno del Parco del Matese. Sono ottimi luoghi da esplorare anche la Gola di Caccaviola, il canyon di Pesco Rosso e la Forra dell’Inferno.

E proprio le azioni del mare, fin dall’antichità, rendono questo territorio ricco di fossili. Molti sono situati nel sito geo-paleontologico di Pietraroja (nella provincia di Benevento): qui si possono ammirare reperti fossili di vertebrati (pesci, rettili, anfibi) e anche un esemplare di un dinosauro carnivoro, antenato dei Velociraptor.

Il Parco Regionale del Matese tra storia e tradizioni antiche

I sentieri di questo splendido Parco sono stati percorsi dall’uomo fin dall’antichità. Quest’area fu roccaforte di un popolo particolarmente tenace, i Sanniti, che a lungo tennero testa alle armate dell’Impero di Roma.

In questi territori è possibile ritrovare tracce anche di Goti, Vandali e Longobardi, tra monumenti e grotte sacre. Quella che racconta questo territorio è una storia tanto antica quanto intrigante, composta da svariati popoli, come ad esempio i Saraceni, il cui arrivo è testimoniato dai centri arroccati e dai monasteri fortificati. I borghi, inoltre, portano i segni di splendori e ricchezze, di stili differenti e periodi di carestie particolarmente difficili. Il territorio parla e racconta ancora di Normanni, Svevi e Angioini, per un’esperienza incredibile, che porterà ad immergersi nella storia di questi luoghi.

Ma è una storia caratterizzata anche da tradizioni ben radicate, soprattutto per quanto concerne il cibo. All’interno del Parco sarà possibile apprezzare tutte le specialità dell’area, tramandate da generazioni dal mondo pastorale e contadino: dal formaggio pecorino alle caciotte, dai caciocavalli alla mozzarella. Impossibile non provare i prosciutti stagionati di Pietraroja, così come il cazzu’ntontulu (salume) di Castello Matese. Tutto ruota intorno alla natura, dolci compresi, caratterizzati soprattutto da fragole, more e mirtilli offerti dai boschi.