Sotto questo lago c’è una casa fantasma

Quando riemerge, la casa fantasma del Lago Omodeo, in Sardegna, attira numerosi visitatori

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

L’Italia è ricca di luoghi misteriosi, come il campanile di Curon che spunta dalle acque del Lago di Resia e, forse, è per questo che, quando riemerge, la casa fantasma del Lago Omodeo attira numerosi visitatori.

Se i muri potessero parlare, chissà quali e quanti aneddoti e segreti racconterebbero e chissà cosa potrebbe rivelare la casa fantasma del Lago di Omodeo, che riemerge dalle acque nei periodi di siccità.

Il lago artificiale della provincia di Oristano, il più vasto della Regione,  porta il nome dell’ingegnere che gli ha dato la luce, Angelo Omodeo. Erano gli anni della Prima guerra mondiale. L’ingegnere decise di realizzare qui, in Sardegna, lungo il fiume Tirso, quello che sarebbe diventato uno dei più grandi bacini artificiali d’Europa e di costruire una grande diga.

Lungo più di 22 chilometri, il bacino fu realizzato al fine di regolamentare le piene del fiume, produrre energia elettrica e per l’irrigazione della pianura del Campidano di Oristano

Nelle fasi di realizzazione ci fu anche la demolizione di un intero paese, Zuri, per poi ricostruirlo più in alto. Anche l’antica chiesa del villaggio, dedicata a San Pietro Apostolo, fu smontata pezzo per pezzo e ricostruita a monte, nell’attuale posizione. Ma ciò comportò anche la sommersione di alcuni siti archeologici che comprendevano nuraghi, tombe di giganti e l’insediamento prenuragico di Serra Linta.

Finalmente, nel 1924, la diga di Santa Chiara venne inaugurata alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, ma la sua gloria non durò a lungo.

A custodire la diga vennero assunti un capo e un vice centrale. A loro venne assegnata una casa in cui vivere con le loro famiglie. Era una villa elegante, rigogliosa, raffinata. Era costituita da sei camini distribuiti su due piani pieni di stanze ed era circondata da un giardino immenso con frutteti, palme e banani.

Il luogo ideale per far crescere dei bambini e accogliere gli amici. Una villa piena di vita e di risate, che si è zittita con la chiusura della diga alla fine degli Anni ’60. L’acqua è stata liberata e l’edificio sommerso.

Di tanto in tanto, oggi, nei periodi di siccità, la vecchia villa emerge dall’oscurità del lago, rivelando il suo antico, ma ormai scomparso, splendore. Dalla villa è possibile ammirare alcune scale scendere verso il cuore del lago e chissà a cosa fossero adibite.

Qualcuno ha avuto la fortuna di vedere la villa del capo centrale al suo massimo splendore e chissà se c’è qualcuno capace di descriverne la vita. Ai curiosi, purtroppo, è lasciata solo l’immaginazione di come potesse essere, magari credendo di sentire qualche sussurro del passato.