I sardi diventano ambasciatori della loro splendida isola

Chi, meglio di una persona che vive in un luogo, può essere il migliore ambasciatore per farlo conoscere a chi viene da fuori?

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Video tratto da: Giorgio Fanni

Chi, meglio di una persona che vive in un luogo, può essere il migliore ambasciatore per farlo conoscere a chi viene da fuori? Mostrare le bellezze, svelarne i segreti, raccontare storie e aneddoti curiosi. È quanto faranno in Sardegna a partire da quest’estate, dove un bellissimo progetto, chiamato “questAnnoSardegna”, ideato da Portale Sardegna, coinvolge i residenti e anche i nativi sardi che diventano i più rappresentativi “conoscitori dell’isola”.

Attraverso una piattaforma pensata per i viaggiatori locali si può visitare la Sardegna, con speciali itinerari e convenzioni. Un modo originale per spingere non soltanto i turisti ma gli stessi sardi ad andare alla scoperta della propria terra. Secondo un’indagine condotta da Portale Sardegna, quest’estate il 91% dei sardi non lasceranno l’isola, sostenendo così anche la propria economia.

Ispirato al passaporto del Cammino di Santiago di Compostela, è stato creato il “Sardinian Passport”, un libretto di viaggio che racchiude molti luoghi ancora poco conosciuti. Contiene lo spazio per otto timbri diversi di viaggio, uno per ogni zona della Sardegna. I viaggiatori potranno timbrare il proprio passaporto in ogni Portale Sardegna Point della zona visitata e, una volta raccolti gli otto timbri, potranno ricevere il titolo di “Ambasciatori di Sardegna”, un titolo che prevede di ricevere offerte di viaggio.

Per ogni nuovo Ambasciatore, Portale Sardegna si impegna a fare una donazione a un progetto ad alto impatto sociale e culturale per la Sardegna: Nurnet, un’associazione senza scopo di lucro che da anni lavora con passione per valorizzare l’immenso patrimonio archeologico di età nuragica. L’eredità lasciata dalla civiltà nuragica rende, infatti, unico e speciale il territorio sardo anche in chiave turistica per lo sviluppo del territorio.

Tanti sono gli angoli della Sardegna ancora poco esplorati, specie d’estate quando la meta prediletta per sardi e non è sempre il mare. Delle otto zone, la maggior parte comprende quelle costiere o nell’immediato entroterra, perché non tutti sanno – neppure i locali – che, a pochi chilometri dalla loro spiaggia preferita può esserci un luogo che vale la pena visitare.

Ma è sicuramente l’entroterra sardo a nascondere tanti tesori, dai siti archeologici alle città minerarie, dai sentieri panoramici e religiosi ai borghi e persino le aree termali, come quelle di Sardara.

Tra i luoghi più consigliati dai sardi c’è per esempio, il villaggio di Tiscali, nel Comune di Oliena e Dorgali. Questo villaggio è interamente costruito lungo le pareti della dolina e non è visibile fino a quando non si raggiunge l’interno della cavità, attraverso un’ampia apertura nella parete rocciosa.

Lo spirito libero e selvaggio dell’isola è racchiuso nella gola di Su Gorropu, il canyon del Supramonte, tra i Comuni di Orgosolo. Con i suoi 500 metri di altezza e una larghezza che varia da poche decine di metri a un massimo di quattro, è considerato uno dei canyon più profondi d’Europa.

E poi c’è quella zona che i sardi definiscono “dolce e amara Barbagia” e che rappresenta il cuore della Sardegna. Qui non ci sono coste da sogno né acque cristalline. La Barbagia comprende una vasta regione montuosa al centro della Sardegna, che si estende sui fianchi del massiccio del Gennargentu. Il territorio è a tratti asprissimo, ma se si impara a conoscerlo lo si apprezza davvero.