Quali sono i pro e i contro del passaporto vaccinale

Un'analisi sui vantaggi e gli svantaggi relativi all'adozione del passaporto vaccinale per viaggiare

Negli ultimi mesi si è sentito parlare tantissimo di passaporto vaccinale, una certificazione utile ad agevolare la riapertura delle frontiere dei vari Paesi del mondo e a tornare a viaggiare in sicurezza. Un documento, in molti casi elettronico e consultabile tramite applicazione, che attesta di essersi sottoposti al vaccino contro il Covid-19 e che consente, inoltre, di spostarsi in vari Stati senza subire restrizioni come quarantene o tamponi.

La situazione al riguardo è piuttosto delicata. Infatti, mentre alcune compagnie aeree stanno già sperimentando le applicazioni utili a questo fine, e altrettanti Paesi d’Europa lo hanno già avviato, nel nostro continente (ma non solo) si discute, con non poca confusione, dei pro e dei contro del passaporto vaccinale, al fine di renderlo un documento di viaggio che esenti da determinate restrizioni presenti nei vari Stati.

È bene sottolineare che questa certificazione non vuole escludere nessuno dalla possibilità di spostarsi in varie destinazioni del mondo, almeno fino a questo momento. Semplicemente consentirà, a coloro che lo avranno ottenuto, di viaggiare con maggiori libertà rispetto a chi non avrà potuto o voluto sottoporsi al vaccino. Del resto, è meglio far assembrare solo persone vaccinate rispetto a chi non lo è.

Aerei o treni a pieno carico, teatri stracolmi e così via saranno, quasi certamente, gli ultimi settori a poter essere riabilitati. Proprio per questo motivo il poter creare una sorta di immunità di gregge iper-locale darebbe l’opportunità di aprire prima, limitando però l’accesso ad alcune delle zone suddette solo a certe persone.

Ecco perché è giusto capire e valutare attentamente i vantaggi e gli svantaggi del passaporto vaccinale.

I vantaggi del passaporto vaccinale

I pro legati al passaporto sanitario digitale appaiono immediatamente evidenti. Basti pensare al primo in assoluto: poter ritornare a viaggiare in quasi completa sicurezza e con maggiori libertà interpersonali. Ma non solo, grazie a questo documento verrebbe anche snellito il flusso dei controlli agli aeroporti e, inoltre, le informazioni fornite dai passeggeri non dovrebbero essere oggetto di falsificazioni o di alterazioni.

Ma non è finita qui, tra gli aspetti positivi legati al passaporto vaccinale c’è anche l’ipotesi di agevolare lo scambio di informazioni tra le aziende sanitarie, oltre alla concreta possibilità di evitare l’isolamento fiduciario (o quarantena) post viaggio.

Altro aspetto da non sottovalutare è che il passaporto vaccinale potrebbe fungere anche da potente motivante per le persone a sottoporsi al famigerato vaccino contro il Covid-19. Del resto questo strumento è l’unica vera speranza che abbiamo per tornare alla tanto bramata normalità.

Infine, essersi sottoposti al vaccino significa che è improbabile ammalarsi gravemente di Covid-19 e, di conseguenza, rischiare di richiedere un ricovero in un ospedale estero e creare, seppur involontariamente, diversi problemi a sistemi sanitari già messi a dura prova un po’ ovunque e da molto tempo.

Gli svantaggi del passaporto vaccinale

Ciononostante, occorre vagliare anche i contro derivanti dal ricorso a un sistema di questa portata. Il problema maggiore riguarda certamente le intese tra governi in tale direzione, oltre al fatto che ciascuno Stato potrebbe adottare una propria applicazione mettendo, di conseguenza, i viaggiatori nella condizione di doverne scaricare una per ogni Paese che intende visitare dovendo, inoltre, inserire i propri dati personali in ciascuna di esse. Proprio su questo aspetto è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a sostenere che la proposta andrà certamente discussa non appena esisterà un certificato vaccinale riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Un altro scoglio da superare è quello relativo alla privacy dei passeggeri. In fondo è del tutto legittimo interrogarsi sul modo in cui gli utenti potranno tutelare la propria riservatezza una volta che l’emergenza sanitaria sarà rientrata. Del resto, la verifica della negatività di ognuno di noi sarà inevitabilmente connessa ai nostri stessi spostamenti.

Inoltre, come tutti siamo sfortunatamente consapevoli, la vaccinazione va piuttosto a rilento quasi ovunque. Proprio per questo i Paesi in condizioni economiche meno rosee della media mondiale potrebbero soffrire della mancanza di turismo per ancora molto tempo, anche a causa dell’assenza di sufficienti dosi di vaccino contro il Covid-19 per arrivare nel minor tempo possibile all’immunità di gregge.

Altri elementi che destano preoccupazione in relazione al lancio del passaporto vaccinale sono le varianti del Covid-19 che stanno attualmente affossando l’intero pianeta, a tal punto che a causa di queste si sono dovute inasprire anche le regole di viaggio in Europa.

Un’altra questione delicata a tal proposito è quella relativa al come gestire la disparità che si verrebbe a creare tra chi può essere vaccinato subito e chi invece dovrà attendere mesi. Inoltre, ci si potrebbe presto trovare nella condizione in cui, una volta raggiunta l’eventuale immunità di gregge, il patentino non abbia più senso di esistere. Senza dimenticare la fase di transizione durante la campagna vaccinale in cui l’avere o meno il patentino dipende anche dall’ordine di priorità indicato nel piano vaccinale.

Infine, i passaporti potrebbero incoraggiare le persone, che non sono state ancora vaccinate o che hanno scelto di non esserlo, a ottenere la certificazione sul mercato nero.

Quindi il passaporto vaccinale è giusto o no?

Tuttavia, nonostante i delicati contro relativi al passaporto vaccinale è bene ricordare che quelli già esistenti e quelli che, probabilmente, arriveranno nel breve futuro serviranno principalmente a certificare che le persone abbiano avuto il vaccino contro il Covid-19 e che, di conseguenza, potrebbero usufruire di maggiori libertà rispetto a chi non lo avrà fatto. Non possedere tale documento, quindi, vorrebbe dire semplicemente dover sottostare a tamponi (con i relativi costi e tempi di attesa) e quarantene. Il tutto in base alle norme delle destinazioni che si andranno a visitare e quelle che saranno vigenti nel proprio Paese di residenza al ritorno. Un esempio tra tutti è quello della Grecia e di Israele che hanno stretto un accordo che permette ai turisti vaccinati di poter viaggiare liberamente (senza tamponi, quarantene e molto probabilmente con altre agevolazioni) tra i due Paesi.

Trattandosi, quindi, di una certificazione che in alcuni posti è già realtà, mentre in altri potrebbe tramutarsi presto in un progetto concreto, soprattutto in quegli Stati che giovano maggiormente del flusso turistico durante la stagione estiva, è chiaro che i diversi Paesi del mondo non potranno non considerare attentamente i pro e i contro del passaporto vaccinale, anche al fine di prendere presto una decisione a tal proposito.