Tra i luoghi del mondo che, più di altri, continuano ad attirare l’attenzione di studiosi e ricercatori c’è senza ombra di dubbio Stonehenge, il famosissimo sito neolitico situato vicino ad Amesbury nello Wiltshire, Inghilterra. Ma questa volta gli studi condotti sembrano rivoluzionare tutto quello che abbiamo creduto di sapere fino adesso, e in particolare è un approfondimento italiano a farlo.
Stonehenge: qual è la sua funzione
Uno studio condotto dal Professor Giulio Magli del Politecnico di Milano e il Professor Juan Antonio Belmonte dell’Instituto de Astrofísica de Canarias e Universidad de La Laguna di Tenerife e pubblicato su Antiquity, una delle più autorevoli riviste scientifiche di Archeologia, ci spiega quale sarebbe stata la funzione originaria dell'antico monumento.
Dalla costruzione di Stonehenge ai giorni d'oggi sono state avanzate numerose teorie sul significato e sulla funzione del sito. Solo lo scorso anno si era arrivati alla conclusione - tramite un altro importante studio - che Stonehenge fungesse da vero e proprio calendario per l’anno solare che conosciamo oggi, ovvero composto da 365 giorni e 12 mesi, compreso anche l'anno bisestile con un mese da 29 giorni.
Tuttavia, secondo gli autori della più recente pubblicazione non esistono ancora prove del fatto che tutti questi dettagli astronomici fossero noti già all’epoca della costruzione di Stonehenge. Dal loro punto di vista, quindi, attribuire alla costruzione la funzione di calendario è frutto di un’interpretazione forzata per diverse ragioni.
Innanzitutto le enormi pietre che compongono Stonehenge non sono in grado di rilevare con sufficiente accuratezza i piccoli spostamenti del Sole lungo l’orizzonte, specialmente nei giorni prossimi al solstizio, nonostante l’allineamento di quest’ultimo (sia di quello invernale che di quello estivo) risulti corretto.
In secondo luogo non si ritrova in nessun elemento di Stonehenge il numero 12, corrispondente al numero dei mesi nell’anno solare. Né si incontrano elementi che possano ricondurre all’esistenza dell’anno bisestile.
Cosa sostiene il recente studio
Secondo lo studio da poco pubblicato, questa erronea interpretazione potrebbe derivare dal fatto che questa affascinante costruzione rileva correttamente sia l’alba del solstizio d’estate che il tramonto del solstizio d’inverno. Stando all'opinione degli autori, questo dimostra che sicuramente c'era un interesse da parte dei suoi costruttori per il ciclo solare, ma in un’ottica di connessione tra vita ultraterrena e solstizio d’inverno, com’era usanza credere nelle società neolitiche.
Come riportano Magli e Belmonte: “Tutto sommato il presunto calendario solare neolitico di Stonehenge si è dimostrato un costrutto puramente moderno, le cui basi archeoastronomiche e calendariali sono scarse. Come più volte accaduto in passato, ad esempio per le affermazioni (dimostrate insostenibili dalla ricerca moderna) che Stonehenge fosse usata per predire le eclissi, il monumento torna al suo ruolo di testimone silenzioso del paesaggio sacro dei suoi costruttori, ruolo che non toglie nulla al suo straordinario fascino”.
Possiamo concludere, quindi, che secondo questo studio la teoria per la quale la funzione di Stonehenge fosse quella di calendario solare è errata. La sua struttura sarebbe invece legata alla connessione tra vita ultraterrena e solstizio d'inverno. A questo punto non resta che aspettare ulteriori studi per sapere di più su uno dei posti più misteriosi, affascinanti e studiati del mondo.