L’Aquila, Capitale italiana della Cultura 2026

È stata proclamata la Capitale italiana della Cultura 2026: sarà L'Aquila, meraviglia d'Abruzzo che vale davvero la pena esplorare e conoscere

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha appena annunciato la Capitale italiana della Cultura 2026, città che riceve un contributo di un milione di euro attraverso cui mettere in mostra, per il periodo di un anno, la ricchezza culturale e le prospettive di sviluppo della città.

La giuria, presieduta da Davide Maria Desario, ha scelto L’Aquila, bellissima città abruzzese risorta dalla sue ceneri, che ha superato altre 9 città finalista: Agnone (Isernia), Alba (Cuneo): Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia):, Maratea (Potenza), Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese.

Perché ha vinto L’Aquila

Era il 2021, e L’Aquila era già tra le finaliste della Capitale italiana della Cultura 2022, titolo che poi fu vinto dalla colorata a bellissima Procida.

Ma nel 2026 è lei a sfoggiare questo prestigioso riconoscimento, che per l’evento ha presentato un dossier con il titolo di ‘L’Aquila. Città Multiverso’, I cinque ‘cardini’ con cui vengono declinati gli assi portanti del dossier di candidatura sono ‘Multiculturalità, ‘Multidisciplinarità’, ‘Multitemporalità’, ‘Multiriproducibilità’ e ‘Multi-naturalità’ che, a loro volta, formano l’unicum del segno identitario della città.

Tra le motivazioni per la vittoria, il Ministro della Cultura ha letto: “Un dossier che propone un modello di valorizzazione del territorio del patrimonio culturale, artistico e naturale e il recupero dell’identità”. Ha poi continuato sottolineando che: “Il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà pubbliche e private, creando un forte collante con i territori circostanti”, nonché coprendo “tutto il panorama dell’espressione: cinema, teatro, musica, arti visive”, coinvolgendo inoltre il sistema museale bibliotecario e universitario”.

L’Aquila, cosa aspettarsi

Quando pensiamo a L’Aquila non possiamo fare a meno di far riemergere nella nostra mente il terribile terremoto del 2009 che ha distrutto gran parte degli edifici e ha sconvolto la vita dei suoi abitanti, ma nei fatti il Capoluogo d’Abruzzo è molto di più, perché qui nessuno si è mai arreso: tutti hanno lavorato sodo per riportare alla luce lo splendore cittadino.

Attualmente, infatti, molti edifici sono perfettamente ripristinati mentre altri sono ancora in fase di recupero. Quel che è certo, è che il suo patrimonio artistico e storico si arricchisce ogni giorno di più.

Situata lungo le sponde del fiume Aterno e ai piedi del Gran Sasso, nonostante tutto L’Aquila vanta un enorme patrimonio architettonico e naturale. Chiese, palazzi, edifici e vegetazione conquistano il cuore di ogni visitatore, che qui può comprendere anche la sua antica e importante storia.

A far innamorare chiunque giunge in questo luogo è anche il panorama, perché la città è abbracciata da imponenti cime che rendono il paesaggio fiabesco.

Cosa vedere

Sì, in giro per la città c’è ancora qualche cantiere, ma l’impressione che si vive è di “sole dopo la tempesta”: è impossibile non notare i terribili risultati dovuti a uno dei disastri naturali più grossi degli ultimi secoli che sono avvenuti nel nostro Paese, ma c’è anche tanta vita e voglia di riscatto, perché molte delle meraviglie cittadine sono in piedi e più belle che mai.

Il centro storico di origine medievale, infatti, è attualmente quasi del tutto accessibile, tanto che è possibile godere al meglio di monumenti tornati a splendere, ma anche dedicare un attimo di raccoglimento intorno alla scultura eretta in onore delle vittime del sisma.

Tra le cose da non perdere segnaliamo Piazza del Duomo, in cui svettano la Cattedrale dei Santi Giorgio e Massimo e la Chiesa Santa Maria del Suffragio, chiamata anche la Chiesa delle Anime Sante.

Straordinaria è anche la Basilica di Collemaggio: è considerata un capolavoro dell’architettura abruzzese. Dalla facciata imponente ed emozionante in quanto decorata con tipici marmi rosa e bianchi, custodisce gelosamente importanti affreschi risalenti alla prima metà del XV secolo.

C’è poi la Fontana delle 99 Cannelle, forse uno dei simboli più noti della città. Sorge nel quartiere Rivera ed è davvero unica nel suo genere in quanto composta da tre pareti di marmo, a scacchi bianchi e rosa, nelle quali si trovano 99 mascheroni da cui sgorga l’acqua che si getta in due grandi vasche.

Poi ancora la Basilica di San Bernardino da Siena che offre una facciata quadrangolare e un prezioso soffitto realizzato nel 1730 da Ferdinando Mosca, lo stesso che ha dato vita anche al grandioso organo che si trova nella controfacciata.

Infine – ma ad onor del vero le meraviglie della Capitale italiana della Cultura 2026 non sono finite qui – il Forte Spagnolo che sorge nella parte più alta della città e in cui riposa lo scheletro di un mammut rinvenuto nel 1954, e il suggestivo Auditorium di legno progettato da Renzo Piano, un interessante spazio in cui assistere a concerti e spettacoli.