In Polinesia nascerà Blue Frontiers, l’isola galleggiante indipendente

Sorgerà al largo di Tahiti la prima isola al mondo completamente indipendente da ogni forma di politica e di economia

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Redazione

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Si chiamerà Blue Frontiers, sorgerà al largo di Tahiti (Polinesia Francese) e sarà la prima isola galleggiante al mondo indipendente da ogni forma di governo, capace di gestirsi autonomamente dal punto di vista economico e politico.

Capostipite di quelle “Floating Islands” di cui da tempo si parla, il progetto dell’avveniristica isola è stato lanciato dall’organizzazione no-profit Seastading Institute ed è stato finanziato da numerosi accademici, filantropi e investitori privati attraverso la società controllata Blue Frontiers. Un nome su tutti? Quello di Pether Thiel, fondatore di Paypal.

Ma come sarà, l’isola di Blue Frontiers? A vedersi, sarà un’isola in tutto e per tutto: 300 case, alberghi, uffici, ristoranti. Il tutto, completamente indipendente da ogni nazione in quanto realizzata in acque internazionali. Sull’isola, dunque, ci si potrà vivere e ci si potrà recare in vacanza, prendendo parte ad un progetto che – si dice – apporterà una rivoluzione abitativa a livello globale.

Il progetto prevede la costruzione dell’isola su due piattaforme di forma rettangolare o pentagonale, collegate tra loro e realizzate in cemento armato. Sorgerà entro la barriera corallina, a poche centinaia di metri dalla costa, e ospiterà edifici di tre piani al massimo, tutti alimentati ad energia eolica e solare e dotati di impianti di desalinizzazione dell’acqua del mare. Anche i materiali saranno eco-compatibili: fibra di cocco, bambù polinesiano, metalli riciclati, legno.

A rendere possibile la realizzazione dell’isola di Blue Frontiers è stato un accordo con il Governo della Polinesia Francese che, da tempo, lavora per trovare una soluzione al problema dell’innalzamento del mare, un serio pericolo per tutte le comunità che vivono sugli atolli polinesiani. Dopo un primo anno, in cui circa 300 persone vivranno sull’isola in una sorta di test sperimentale, Blue Frontiers potrà infatti ospitare gli sfollati a causa dei cambiamenti climatici. 

Ma il progetto, che costerà – alla fine – 50 milioni di dollari, si spinge oltre: essendo indipentente da ogni Nazione, Blue Frontiers avrà una sua personale moneta. O, meglio, una criptovaluta. Sarà dunque questa la destinazione turistica del futuro? Non resta che attendere il 2022 (almeno).

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