
Sono davvero tante, e tutte incredibili, le scoperte archeologiche che hanno segnato il 2021. Un anno difficile sotto molti aspetti, che tuttavia ha saputo regalarci ancora più luce sul passato dell’umanità, attraverso il ritrovamento di reperti straordinari, piccoli e preziosi o grandiosi come un’intera città.
L'anello d'oro che previene la sbornia
Una delle scoperte più sorprendenti del 2021 è stata quella dell'anello d'oro, con un'ametista viola incastonata, rinvenuto a Yavne, città a sud d’Israele, durante i lavori d’estensione delle infrastrutture urbane. Secondo gli archeologi della Israel Antiquities Authority (Iaa), che hanno condotto gli scavi, tra le diverse proprietà attribuite a questa gemma c’è anche la prevenzione dei postumi dell’assunzione eccessiva di alcol. Un elemento interessante, considerando che l'anello è stato rinvenuto nel sito in cui era presente la più grande azienda vinicola del periodo bizantino, a soli 150 metri da un magazzino, all’interno del quale erano custodite giare in terracotta, utilizzate per la conservazione del vino.
Il Rembrandt ritrovato
Un dipinto che si pensava fosse andato perduto, scoperto per caso. Parliamo del ritrovamento eccezionale, avvenuto a Roma, di un dipinto a olio su carta applicata su tela, attribuito sulla base di studi approfonditi a Rembrandt ed eseguito nel 1632-33, che ha come soggetto "L'Adorazione dei Magi". Dopo essere caduto accidentalmente nel 2016, il quadro aveva bisogno di essere reintelato e, proprio durante questa delicata operazione, la restauratrice Antonella Di Francesco si è accorta di avere davanti un capolavoro finito nell'oblio. Da questa scoperta ha avuto poi inizio una serie di studi approfonditi e di esami tecnici sostenuti dalla Fondazione Patrimonio Italia, che hanno portato alla conoscenza del dipinto, gettando luce sulla rarissima tecnica esecutiva di Rembrandt.
La città d'oro perduta in Egitto
Una delle più grandi rivelazioni del 2021 è stata la scoperta della “città d’oro perduta“, un insediamento urbano senza precedenti a livello di dimensioni, che risale a circa 3.000 anni fa, rinvenuto sulla sponda Ovest del Nilo nella zona di Luxor. Si tratta del ritrovamento più importante dell'Egitto, dopo quello della tomba del Faraone Tutankhamon, avvenuto nel 1922. Il nome dell’antica città sarebbe “The Rise of Aten” (“Il Sorgere di Aten”) e la si fa risalire al regno di Amenhotep III. La città d'oro perduta è solo una delle tante scoperte archeologiche di quest'anno in Egitto, annunciate con il dichiarato intento di rilanciare il turismo.
Una maschera d'oro speciale in Cina
A giugno, i resti di una maschera d’oro risalente a 3000 anni fa sono stati trovati nel sito archeologico di Sanxingdui, nella provincia meridionale cinese del Sichuan. Usata durante le cerimonie, la maschera è composta per l'84 percento d'oro, per un peso di 280 grammi. Altri 500 oggettisono stati portati alla luce da sei fosse sacrificali, tra cui bronzi, lamine d'oro e manufatti realizzati in avorio, giada e osso. Il sito è stato scoperto accidentalmente da un contadino, mentre stava scavando un canale nel 1929.
La più antica raffigurazione animale al mondo
Sull’isola indonesiana di Sulawesi è stato rinvenuto in una grotta il più antico dipinto al mondo (di cui vi abbiamo parlato qui): una pittura rupestre che raffigura un suino verrucoso tipico dell’Indonesia, risalente a ben 45.000 anni fa. Accanto al dipinto, realizzato con tratti di ocra rossa sulle mura interne di una grotta calcarea di Leang Tedongnge, ce ne sono altri antichissimi, tra cui uno vecchio di almeno 32.000 anni.
Due eccezionali scoperte a Pompei
Pompei è l'altra protagonista delle grandi scoperte del 2021. A febbraio, gli scavi della Villa di Civita Giuliana, oltre le mura della città antica, hanno restituito uno straordinario carro cerimoniale a quattro ruote, con elementi in ferro, splendide decorazioni in bronzo e stagno, resti lignei mineralizzati e impronte degli elementi organici, dalle corde a resti di decorazioni vegetali. Risale invece a novembre, l'incredibile ritrovamento della stanza degli schiavi, in perfetto stato di conservazione, che offre un ulteriore spaccato di vita quotidiana prima dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Le perle veneziane ritrovate in Alaska
Nel febbraio del 2021, a Punyik Point, in Alaska, sono state trovate diverse perle veneziane in vetro di Murano da Mike Kunz e Robin Mills, archeologi del Bureau of Land Management. Gli interessanti manufatti color turchese, datati attraverso la tecnica del radiocarbonio, sono ritenuti i primi oggetti europei conosciuti in Nord America. Sarebbero giunti lì tra il 1440 e il 1480, decenni prima del celebre viaggio di Cristoforo Colombo, passando per la Via della Seta e lo stretto di Bering. Alcune delle perle sono state rivenute in un famoso sito archeologico che si trova su un'antica rotta commerciale.
Un murale di 3200 anni scoperto in Perù
Un murale di ben 3200 anni in Perù si aggiunge alle scoperte più incredibili del 2021. Stando agli archeologi, raffigurerebbe un dio a forma di ragno che impugna un coltello. È probabile che questa divinità fosse legata ad un particolare culto dell'acqua. L'edificio cerimoniale dov'è stato rinvenuto il murale è stato danneggiato da alcuni coltivatori locali, ma fortunatamente i ricercatori hanno potuto recuperare alcuni resti del tempio, tra cui le sue principali pareti. La raffigurazione potrebbe gettare una nuova luce sulla cultura precolombiana di Cupisnique.
Un raro cippo pomeriale trovato a Roma
Un raro cippo ’pomeriale’ di travertino è stato rinvenuto la scorsa estate nel corso degli scavi per la messa in opera del nuovo sistema fognario di Piazza Augusto Imperatore, a Roma, ancora infisso nel terreno. Grazie all’iscrizione presente sul reperto, il cippo si può ricondurre con ogni probabilità all’imperatore Claudio e quindi all’ampliamento del pomerium compiuto da quest’ultimo nel 49 d.C. In attesa della collocazione definitiva negli spazi museali del Mausoleo di Augusto, è stato esposto nella Sala Paladino del Museo dell’Ara Pacis, dove si trova il calco della statua dell’imperatore Claudio.
La testa di Ottaviano Augusto a Isernia
Ha suscitato un grande interesse internazionale, il ritrovamento eccezionale della testa marmorea attribuita all'imperatore Ottaviano Augusto. La scoperta è stata fatta lo scorso aprile a Isernia, nel corso dei lavori che hanno interessato un tratto delle antiche mura della città. Un ritrovamento di grande valore, celebrato anche dalla CNN, perché riscrive nuovi tasselli della storia del Molise e potrebbe testimoniare la presenza della Roma imperiale nel territorio. La statua è stata realizzata con lo stesso marmo della Lunigiana utilizzato da Michelangelo e raffigura un giovane Ottaviano Augusto che divenne primo imperatore di Roma nel 27 a.C.